15 Dicembre 2014, 13:15 - Comune di Gratteri [suoi interventi e commenti] |
Venerdì 19 Dicembre a conclusione dell’VIII Festival di Musica Antica di Gratteri alle ore 21:00 presso la Matrice Nuova di Gratteri avrà luogo il concerto di Giovanni Sollima e l’Arianna Art Ensemble: Francesco Colletti e Katarzyna Solecka violini, Raffaele Nicoletti viola, Andrea Rigano violoncello, Paolo Rigano arciliuto e tar e Cinzia Guarino clavicembalo.
Il programma del concerto affronta un repertorio che spazia dalla musica barocca a quella contemporanea in una dimensione in cui la distanza tra spazio e tempo viene annullata dalla energia prorompente della musica.
Il dialogo concertante tra il poliedrico violoncello di Giovanni Sollima e il suono caldo, colorato e ricco di “affetti” degli strumenti barocchi dell’Arianna Art Ensemble, diventa il filo conduttore che unisce generi forme e periodi diversi.
Partendo da Costanzi - Porpora e Boccherini il programma approda ai canti della antica tradizione armena, elaborati dal contemporaneo Komitas e rivisitati da Sollima. Il clavicembalo e l’arciliuto, strumenti simbolo del basso continuo della musica barocca interagiscono con sonorità moderne, seguendo la struttura armonica, donando colore e ritmicità ai brani, come accade in Concerto Rotondo (2008), brano scritto da Giovanni Sollima e per la prima volta eseguito con archi e basso continuo. La forma circolare e centrifuga del brano che ruota attorno ad una sola idea/perno, si presta ad esecuzioni estemporanee in cui l’improvvisazione apre nuovi percorsi in continua evoluzione.
In Yafu (1976), altro brano scritto da Giovanni Sollima che appare tre volte nel III movimento di Concerto Rotondo, il violoncello sviluppa una formula ritmica sulle ornamentazioni e improvvisazioni dell’arciliuto, ricollegandosi ai canti armeni.
La sperimentazione sonora si ripropone nel brano di Eliodoro Sollima “Nenia e Recitativo” (1976) .
Antico e contemporaneo si incrociano ancora nel brano Wayward thoughts (2004) di Paolo Rigano, brano in cui l’autore, ispirandosi ad una Song di John Dowland, liutista inglese del periodo Elisabettiano, affronta il rapporto amore platonico e passione, attraverso gli “affetti”del barocco e le dissonanze della musica contemporanea.
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