7 Dicembre 2014, 12:41 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Abbiamo una copia riservatissima di una lettera che il barone Enrico Pirajno di Mandralisca ha spedito in data 26 settembre … al Sindaco di Cefalù. Ecco il testo:
Caro Sindaco Lapunzina,
Un tempo si aveva in pregio Cefalù perché .....esistevano partiti, ed era città proverbialmente buona; ma oggi sembra che vogliono tramutarla in vera sentina. Bisogna rialzarla per Bacco, e in tutti i modi ricondurre il paese a penetrarsi della necessità di cambiare la vita inerte passata ad una operosità utile, poiché non bisogna attendere dal Governo le provvidenze amministrative, ma siam noi che dobbiamo amministrare la Comune e la Provincia, se non vogliamo ricadere nel servaggio da cui ci siamo liberati. Vi son dritti, ma ci sono altresì doveri d’adempiere, e finché non si conosceranno ed eseguiranno i doveri, non potremo avere dritti da conseguire.
[Non posso astenermi da un'altra considerazione, visto che Ella è troppo prono all'Autorità religiosa] Non mi sorprende la riluttanza del Vescovo agli ordini del Governo, non essendosi voluto prestare all’esecuzione del rivestimento del muro esterno dell’Abside secondo la relazione. Egli deve essere consentaneo a se stesso, sendo Sorcione capo zoccola. Mi dispiace che codesta locale Commissione non abbia intimato e protestato formalmente per via di Usciere e contro il Vescovo e contro i Maestri esecutori. La legge colla quale venne creata la Commissione di Antichità e Belle Arti, in uno degli articoli mi ricordo che dice espressamente, che la Commissione veglierà a che i monumenti non venghino deturpati, anzi proporrà i mezzi di conservazione, siano essi appartenenti allo Stato, che a particolari. In forza di questa legge avreste dovuto intimare i Maestri perché subito cessassero di deturpare il monumento, non eseguendo la relazione che il Governo si trova di avere approvato, protestando contro di essi di tutti i danni ed interessi, che per causa di mala costruzione avessero potuto aver luogo, trattandosi di un monumento di Belle Arti sul quale veglia la Commissione, che è emanazione del Governo.
Sterile protesto al Vescovo, il quale è padrone di spender quel che vuole in vantaggio della Sposa, quando si tratta di arredi, e paramenti sagri, non già quando trattasi di toccare la parte monumentale per la quale dee spendere secondo gli sarà dettato dal Governo, sotto la ispezione della Commissione. E’ una vera calamità per Cefalù avere il Vescovato! : questo che una volta si chiamava privilegio!!
[Per quel che riguarda l'ospedale, mi preme comunicarle che] l’incartamento dell’Ospedale è passato dall’Interno con raccomandazione al Culto, e vado questa mattina ad informare il Ministro, e parlare al Capo di Ufficio, perché qui non sono molto intesi delle nostre leggi, e quindi di ciò che si dovrà fare per avviare bene la faccenda.
Continuo dunque la mia di jeri.
Spero che codesto Consiglio Comunale non si vorrà opporre a che sul terzo pensionabile degli aumenti delle gabelle vescovili, si assegni all’Ospedale un’annua rendita da servire non solo pel compimento delle pratiche ma per potersi mantenere delle Suore di Carità, secondo che fu da me formulato. Non farebbero vantaggio al Vescovo, ma danno certo all’Ospedale cioè à poverelli di Cefalù. Avvisami Nino come si risolverà la faccenda.
Bisogna far conoscere al paese che cosa sono le Suore di carità, utili non solo per l’assistenza esattissima degli ammalati, per la loro perizia nel medicare, fare i rimedi meglio dè farmacisti, e per procurare col raccogliere elemosine mezzi all’ospedale, ma anche per la istruzione ed educazione delle ragazze del popolo, e farne buone madri di famiglia. Non faccino che per dare pò d’incenzo all’idolo che si chiama vescovo, rovinino i veri interessi del paese. Fate di tutto per prevenire le mali arti.
[Per il problema porto] se la Comune avrebbe fatto petizione al Parlamento per la costruzione del molo, io avrei spinto lo affare in modo almeno da far venire la Commissione incaricata per osservare i locali utili per farsi i moli in Sicilia, e così mettere innanzi questa utilissima faccenda. Non essendosi fatta nessuna petizione accompagnata da documenti, vedete bene ch’io nulla posso fare, e non mi rimane che il dolore di vedere gli altri Comuni di Sicilia, e di tutta Italia, spingere le loro domande, e Cefalù restarsene sempre neghittosa! Basta, ora non c’è più il tempo, e quando verrò io ammanniremo i documenti.
A presto, il vostro Enrico Pirajno di Mandralisca
Nota: le parti in corsivo sono state scritte direttamente dal Mandralisca.
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Commenti
Giovanni D'Avola -
Mandralisca scrive...
Capisco che il Barone Pirajno, là dove si trova, abbia molto da fare...e capisco pure che ami particolarmente il sindaco attuale....ma forse due paroline le avrebbe potuto pure riservare ai precedenti sindaci che hanno affossato con responsabilità maggiori la sua (e nostra) Cefalù...
Angelo Sciortino -
Se non ricordo male...
il barone Mandralisca già scrisse sia a Guercio e sia alla Vicari. In più di un'occasione, già prima di questo sindaco, chiese a Dio d'intervenire, ma inutilmente. Sa di predicare nel deserto, ma se tacesse, la sua coscienza lo rimprovererebbe. Parla sempre lealmente, ma cozza sempre con un muro di silenzio o con il muro dello scaricabarile.