30 Novembre 2014, 22:35 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
IL CONCETTO DEL DOVERE
("...usi obbedir tacendo e tacendo morir..." e "....nei secoli fedele...")
Si è onorevolmente conclusa questa sera la manifestazione "Carabinieri in Sicilia. L'Arma di tutti noi", indetta per il bicentenario (1814-2014) dell'Arma dei Carabinieri e allestita nei locali del Santa Caterina in Cefalù.
La collaterale mostra (diligentemente accudita dalla versatile e sempre elegante Silvia Patti, esperta nell'arte dell'intrattenimento), costituita da un compendio di foto, cimeli e manichini indossanti militari divise epocali (materiale che riecheggia la storia della Benemerita, sorta, com'è risaputo, a Torino, appunto nel lontano 1814, con un iniziale contingente di appena 800 uomini distribuiti in 113 Stazioni mentre oggi, a buon diritto, l'Istituzione può vantarne ben 4604 e 55 tenenze S.E.&.O.), è stata ideata (assieme all'intero evento), organizzata, coordinata e condotta con encomiabili senso scenografico, estro e competenza, dalla fattiva Consulente al Turismo e agli Eventi del Comune di Cefalù, Angela Macaluso, coadiuvata dagli stessi Militi.
Foto di Antonio Catanzaro tratta da facebook
L'inaugurazione, che ha avuto luogo lo scorso 22 Novembre, in un primo momento nella Sala delle Capriate del locale Municipio (presenti Autorità civili e militari) dove il Sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, dopo la proiezione di un video inerente al tema dell'incontro ed un esauriente discorso, ha conferito la cittadinanza onoraria alla Benemerita (con trascrizione dell'attribuzione sul Libro Rosso della città, ad eterna memoria) rimettendo il relativo diploma nelle mani del Comandante della Legione Carabinieri, Generale di Brigata Giuseppe Governale, successivamente si è dispiegata nei detti locali del Santa Caterina, concludendosi, infine, con l'esibizione, sulla scalinata della millenaria Cattedrale, della Fanfara del 12° Battaglione Sicilia diretta dal Maresciallo Capo Paolo Mario Sena.
Foto di Rosario Barranco tratta da facebook
Foto del Comune di Cefalù tratta da facebook
Il breve concerto, che ha proposto nell'incipit la vecchia marcia d'ordinanza dell'Arma "la Fedelissima" proseguendo poi con l'esecuzione di pezzi classici, ha chiuso la gradita performance con l'inno nazionale.
Disquisire su un qualsivoglia argomento presupporrebbe una approfondita conoscenza dello stesso, della sua genesi, una capillare analisi sugli accadimenti che lo hanno determinato, una certosina indagine critica sulle sue fonti storiche e sull'humus sociale precedente al suo innestarsi nella comunitaria realtà.
Nel presente caso, trattare, quindi, di un baluardo dell'Unità d'Italia, qual'è l'Arma dei Carabinieri, la Benemerita, protagonista nelle guerre d'indipendenza, nella lotta al banditismo, alla criminalità organizzata, al terrorismo, alla mafia, alla camorra, alla 'ndrangheta, dissertare sulle campagne dalla Stessa affrontate con abnegazione assoluta, con estremo sprezzo del pericolo, con determinazione, con forza, con indomita volontà sempre presente, è per me un arduo e impercorribile cammino che non mi sento di affrontare se non marginalmente ed in generale, come tento di fare, anche e soprattutto perché in tale settore non ho la competenza necessaria per farlo; né voglio minimamente addentrarmi, perciò, nelle molteplici gloriose tappe che hanno caratterizzato il bicentenario dell'Arma: dallo Stato Unitario, cioè, sino alla formazione della coscienza nazionale nel segno dei grandi ideali (Patria, Libertà, Legalità).
Pertanto mi limito a ricordare soltanto alcuni fatti di indubbia rilevanza storica, che di per sé sono esplicativi dell'enunciata indiscutibile valenza del prestigioso Corpo Militare di cui sto scrivendo; quali: il disastro del Vajont, l'alluvione di Firenze, i sequestri di persona, l'eversione, le missioni di pace nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq, tanto per attenermi ai più recenti, nei quali frangenti i Carabinieri hanno avuto un ruolo di primissimo piano per non dire sicuramente determinante.
Inoltre, volendo tradurre l'intrapresa disquisizione in scrittura, ci vorrebbe ben la penna di un Hugò, di un Manzoni di un Pirandello, di uno Sciascia di un Eco e di quant'altri di tale spessore, per poter degnamente ed adeguatamente articolare la disamina; parlo della penna di uomini, cioè, di chiarissima fama e non certamente della mia, che è soltanto di chiara fame (tanto per sancire un doveroso paragone).
È da apprezzare, inoltre, che l'entusiasmo che connota l'Arma è genuino e conscio di sé perché affonda le sue inscalfibili radici nella consapevolezza della propria fierezza, dell'ardimento, del coraggio, dell'intraprendenza, del sapersi all'occorrenza piegare alla volontà altrui, prerogative sempre mostrate e mantenute e che hanno dato luogo alle seguenti massime che di esse rappresentano l'esemplare emblema: "...usi obbedir tacendo e tacendo morir..." (espressione nobilissima derivata dal poema "La Rassegna di Novara" scritta da Costantino Nigra) o il successivo motto "...nei secoli fedele...".
Dette qualità (doti, valori, virtù) sempre alitanti nello spirito dell'Istituzione il Cui excursus nei tempi interseca prestigiosi avvenimenti, quali: la Battaglia di Grenoble, il Risorgimento, l'Unità d'Italia, la Prima Guerra Mondiale, il Primo Dopoguerra, la Seconda Guerra Mondiale, l'8 Settembre, il Secondo Dopoguerra, il terrorismo separatista (e qui siamo già negli anni '40 e '50 dello scorso secolo), la criminalità organizzata e quant'altro, han fatto sì che la Benemerita si sia sempre distinta in operazioni delicatissime e difficili di altissimo valore civile e morale.
Innumeri sono, infatti, le onorificenze concesseLe (sia alla Bandiera che individuali) sin dalla Sua formazione ad oggi, con medaglie d'oro, d'argento, di bronzo e croci di guerra; e ciò perché il concetto del dovere, sempre vissuto come credo indissolubile creatore dello spirito di Corpo ed eletto a sistema di vita, attributo portato avanti con dignità, con lealtà, con ferrea disciplina e con costante volontà, sostanzia il comportamento ed il carattere degli Adepti.
Tale manifestazione cefaludese, che io considero originale e doverosa, se non addirittura antesignana nel suo genere nella nostra città, intesa a conferire la cittadinanza onoraria ad una Istituzione, all'Arma dei Carabinieri, Compagine Militare di provata esperienza e moralità che nell'anno duemila ha anche sortito la trasformazione in Arma Autonoma, ha lucrato un grande corale interesse ed un nutritissimo concorso di pubblico.
Cefalù, 30 Novembre 2014 Giuseppe Maggiore
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