25 Novembre 2014, 06:08 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Il 6 giugno del 2013, nel mio post (https://www.qualecefalu.it/node/2390) “Il lodo amaro: altri tre milioni di euro sul groppone della Città”,
così ho scritto:
“Il lodo arbitrale dello scorso 31 maggio ha scritto la parola fine sulla controversia che “Sorgenti Presidiana” ha aperto contro il Comune di Cefalù.
La controversia è quella relativa al pagamento delle fatture del servizio di potabilizzazione che “Sorgenti Presidiana” ha reso nel periodo dal 28 aprile 2009, giorno in cui il Comune ha formalmente consegnato ad APS le opere e gli impianti afferenti al servizio idrico integrato, al 26 gennaio 2011, giorno in cui APS ha formalmente depositato al Tribunale di Palermo la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo.
Secondo il Collegio arbitrale, il debitore nei confronti della “Sorgenti Presidiana” è il COMUNE DI CEFALU’ -come sostenuto dalla “Sorgenti”-
e NON APS -come sostenuto dal Comune-.
PER CEFALU' E' DISSESTO FINANZIARIO!
Il Comune, infatti, non ha possibilità alcuna di fare fronte all’ulteriore debito fuori bilancio che, con le spese del lodo e gli interessi ad oggi maturati, ammonta all’incirca a tre milioni di euro.
Tre milioni di euro che, per noi cefaludesi, si andranno ad aggiungere ai 2.400.000 euro che, per quello stesso servizio, abbiamo già pagato ad APS nelle bollette idriche del periodo di cui al lodo.
Tre milioni di euro che, negli anni a venire, si andranno ad aggiungere agli aggravi economici che, per il dissesto, saremo costretti a subire.
Tre milioni di euro che hanno spazzato nel nulla, o quasi, l’attività amministrativa del sindaco Lapunzina e del Consiglio che, dal maggio 2012 ad oggi, è stata incentrata tutta, o quasi, sul tentativo di evitare il dissesto per il nostro ente.
Tre milioni di euro che fanno carta straccia dell’ultimo piano di rientro pluriennale, che, pure, con tanto affanno e con tante incognite, è stato prospettato alla Corte dei Conti.
Tre milioni di euro che noi cefaludesi pagheremo per gli errori che sono stati commessi nel quinquennio amministrativo 2007-2012”.
………………
“Errori del sindaco Guercio, dei suoi assessori, delle figure apicali della burocrazia municipale e dei consiglieri comunali.
Errori di tutti!
Nessuno escluso.”
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Errore del sindaco Guercio che, per oltre un anno, ha tenuto nel cassetto le fatture della Sorgenti senza fare predisporre le corrispettive per “girarle” ad APS.
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Errore degli assessori e delle figure apicali della burocrazia municipale che, per tempo, avrebbero dovuto avere la competenza per mettere il sindaco nel giusto avviso.
Quello di “girare”, immediatamente, le fatture ad APS.
………………
Errore dei consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, che, in tutte le occasioni istituzionali e mediatiche nelle quali sulla questione sono intervenuti, avrebbero voluto che il sindaco quelle fatture le avesse “rispedite immediatamente al mittente”.
Gli errori del quinquennio 2007-2012, di cui ho scritto nel mio post del 6 giugno 2013, sono stati errori amministrativi gravissimi.
Pur tuttavia, erano errori, cui Lapunzina, da sindaco, avrebbe potuto rimediare, riuscendo ad evitare l’oramai ineluttabile dissesto finanziario.
Come?
Certamente, non con il piano di riequilibrio pluriennale, che, nel dicembre 2012, Egli sottopose all’approvazione del Conisiglio.
Quel piano, infatti, senza il debito di circa 2.488.000,00 euro, di cui al secondo lodo arbitrale con Sorgenti Presidiana, era cartastraccia.
Certamente, non con la rimodulazione di quel piano di cui, nei giorni scorsi, si sarebbe dovuto dibattere in Consiglio.
È, infatti, impossibile rimodulare la carta straccia.
Per rimediare agli errori del quinquennio 2007-2012, sarebbe bastato che Lapunzina avesse accettato “L’INVITO AD ADEMPIERE”, che, proprio, Sorgenti Sorgenti Gli aveva fatto pervenire con nota del 23/04/2013.
Un "INVITO" al Sindaco ad avvalersi delle provvidenze del D.L. 08/04/2013 N.35, con il quale il Governo centrale aveva dettato “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali”.
"Debiti – così è scritto nel D.L. – di parte capitale certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, ovvero debiti di parte capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine”.
Proprio come i debiti per complessivi 2.488.000,00 euro, che Sorgenti Presidiana aveva elencato nel suo “invito”.
Un “INVITO”, che, invece, Lapunzina non ha accettato, perché, come si intende dalla Sua nota di risposta,
quel debito “non era certo, liquido ed esigibile”.
Ciò, nonostante le fatture di Sorgenti Presidiana, relative al servizio reso negli anni dal 2009 al 2011, fossero state emesse entro il 31/12/2012.
Ciò, nonostante l’evidenza delle ragioni, per le quali il Comune era stato condannato al pagamento di circa 1.200.000,00 euro, nel primo lodo del 14/07/2009.
Ciò solo perché era, ancora, pendente il secondo lodo arbitrale.
Quel lodo, che, poco più di un mese dopo “l’invito”, è sopravvenuto il 31/05/2013.
Ulteriore, inesorabile, condanna per il Comune, per le stesse ragioni di fondo del primo lodo.
Lapunzina, da sindaco, ha perseverato nell’errore, che, da consigliere, aveva commesso.
L’errore di ritenere APS, e non il Comune, debitore nei confronti di Sorgenti Presidiana.
L’errore di disconoscere l’inscindibilità del rapporto bilaterale di projet financing, che lega il Comune a Sorgenti Presidiana.
Lapunzina, da sindaco, ha continuato a “ragionare” come “ragionava” da consigliere quando avrebbe voluto che il Sindaco Guercio “rispedisse immediatamente al mittente” le fatture per il servizio di potabilizzazione.
Cefalù, però, non è un Comune della Repubblica delle banane.
Purtroppo?
Per fortuna?
Nel caso specifico, per noi cefaludesi, purtroppo.
Generalmente, per fortuna.
Saro Di Paola, 24 novembre 2014
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Articolo correlato:
Il lodo amaro: altri tre milioni di euro sul groppone della Città - Saro Di Paola - 6 giugno 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2390 )
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