La forza del Sindaco è la debolezza degli oppositori

Ritratto di Angelo Sciortino

21 Novembre 2014, 12:00 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il ragioniere capo Calogero Centonze

L'opinione che sto per esprimere su quanto accaduto ieri sera in Consiglio, è la stessa che ho già espresso in altra occasione, quando venne da una diversa parte politica l'idea di porre una pregiudiziale, per far tacere la parte politica, che oggi ha fatto la stessa cosa (https://www.qualecefalu.it/node/10518).

Convinto come sono, infatti, “che una democrazia non ha bisogno di oratori, ma di ascoltatori”, credo che quando a qualcuno si toglie la parola, non è a lui che si arreca un danno, ma ai suoi potenziali ascoltatori, che rimarranno privi della indispensabile consapevolezza per giudicarne le inespresse opinioni. Si fa, in estrema sintesi, un danno alla democrazia e alla libertà.

La storia d'Italia degli ultimi decenni ne è una prova. Se ogni cosa va male e, soprattutto, se ogni elezione si conclude senza arrecare il benché minimo cambiamento, ciò è dovuto al fatto che sono troppi gli oratori e troppo pochi gli ascoltatori. E gli stessi oratori, vista la impossibilità di scegliere per ottenere un cambiamento, finiscono con l'essere inascoltati e persino derisi, quando non pure accusati di nefandezze.

Se poi si considera come il comune sia la prima palestra politica per i cittadini, sia elettori e sia futuri candidati, allora ci si rende conto quanto sia pericoloso impedire che i primi rappresentanti dei cittadini non discutano nel consesso locale di un gravissimo problema, come quello relativo alla disperata ricerca di una salvezza per le finanze del Comune.

E ieri sera è accaduto proprio questo. A voler riportare la cronaca dei lavori consiliari sul tema della rimodulazione del piano di riequilibrio, qualunque abile cronista avrebbe serie difficoltà a farlo, a meno di non ammettere che di tutto si è parlato, tranne che di tale rimodulazione.

Se se ne fosse parlato, oggi sapremmo come il Sindaco avrebbe voluto procedere per superare “l'antinomia che vi è tra il principio contabile … e le azioni esecutive che, per loro stessa natura, presentano dei tempi di pagamento del credito incompatibili con la possibilità di rimodulazione del Piano di Riequilibrio”, come afferma lo stesso Ragioniere Generale del Comune dottor Calogero Centonze.

Se se ne fosse parlato, oggi potremmo riflettere su un intervento di approfondimento dello stesso Ragioniere Generale e su quello degli stessi revisori dei conti.

Invece, se vogliamo riportare la cronaca del Consiglio di ieri sera, non possiamo informare i lettori di nient'altro che delle espressioni di oratoria più o meno abile, svolta su una pregiudiziale, sicuramente ben congegnata, ma che ha impedito di trattare sulla richiesta rimodulazione e, nel caso che l'Amministrazione attiva non avesse dato chiarimenti validi, di dimostrarne l'incapacità ad amministrare e le sue responsabilità all'aggravarsi della situazione contabile. Non per nulla il Sindaco sorrideva sornione durante il dibattito e nemmeno per caso i consiglieri suoi sostenitori si sono astenuti al momento della votazione della pregiudiziale. Una pregiudiziale che avrebbe avuto una sua ragion d'essere, se fosse stata presentata al momento in cui fosse stato chiesto al Consiglio di determinarsi sulla rimodulazione, ma in assenza di una posizione chiara e condivisibile del Sindaco. Una posizione che non conosciamo e che non potremo rimproverargli al momento dell'ormai inevitabile dissesto.

L'unica cosa che è emersa, quindi, è che la forza del Sindaco è anche la debolezza dei suoi oppositori.