4 Gennaio 2013, 17:33 - Quale Cefalù [suoi interventi e commenti] |
Fonte: SiciliaInformazioni.com - 04 gennaio 2013
Provincia di Palermo, definita la proposta del piano paesistico
E’ stata inviata, dalla Soprintendenza di Palermo, per il successivo iter approvativo, la proposta del Piano Paesistico Provinciale all’Osservatorio Regionale per la qualità del Paesaggio dell’Assessorato Beni Culturali.
Il piano paesaggistico regionale della provincia di Palermo vede la luce a distanza di 14 anni dalle linee guida regionali, definite con il D.A. n.6080 del 21 maggio 1999, che posero le basi per tutti i successivi piani d’ambito. (http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/LineeGuida.pdf - ndr)
Il piano paesistico detta le linee programmatiche per la pianificazione urbanistica e territoriale essendo lo strumento che permette di riconoscere, rivelare e rappresentare valori identitari della nostra provincia affinché si stabiliscano quelle regole che occorrono per una corretta tutela e valorizzazione dell’intero territorio. Dunque, non solo azioni vincolistiche di tutela, peraltro ampliate rispetto alle aree vincolate ai sensi degli articoli 136 e 142 del Codice dei Beni Culturali, ma anche azioni di valorizzazione.
La sua elaborazione è cominciata presso la Soprintendenza, diversi anni addietro con gli studi d’analisi sul territorio redatti secondo i differenti tematismi, da docenti universitari e professionisti esterni appositamente individuati dall’assessorato bbccaa. Tali analisi sono state elaborate negli anni successivi dal personale tecnico della soprintendenza anche in relazione ad una approfondita conoscenza del territorio acquisita nel tempo, che porta alla conoscenza delle peculiarità, delle risorse, dei valori ma anche delle fragilità del territorio stesso. Il piano è stato redatto secondo le Linee Guida del 1999 ed in conformità alla attuale normativa regionale e nazionale oltre che con riferimento alla normativa europea e in particolare alla “convenzione europea del paesaggio” stipulata a Firenze nel 2000 e successivamente recepita con legge 14/2006 e al Codice dei Beni Culturali.
Al territorio provinciale – distinto in base alle valenze paesaggistiche in zone differenziate dalle intrinseche caratteristiche che ne definiscono ambiti distinti – sono stati attribuiti tre livelli di tutela che stabiliscono le condizioni per uno sviluppo sostenibile. […]
(Cefalù - centro urbano e Rocca - rientra tra le con livello di tutela 3 - ndr)
Aree con livello di tutela 3)
Aree che devono la loro riconoscibilità alla presenza di varie componenti qualificanti di grande valore e relativi contesti e quadri paesaggistici, o in cui anche la presenza di un elemento qualificante di rilevanza eccezionale a livello almeno regionale determina particolari e specifiche esigenze di tutela. Queste aree rappresentano le “invarianti” del paesaggio. In tali aree, oltre alla previsione di mitigazione degli impatti dei detrattori visivi individuati alla scala comunale e dei detrattori di maggiore interferenza visiva da sottoporre a studi ed interventi di progettazione paesaggistico ambientale, è esclusa ogni edificazione. Nell’ambito degli strumenti urbanistici va previsto l’obbligo di previsione di specifiche norme volte ad evitare usi del territorio, forme dell’edificato e dell’insediamento e opere infrastrutturali incompatibili con la tutela dei valori paesaggistico-percettivi o che comportino varianti di destinazione urbanistica delle aree interessate. Va inoltre previsto l’obbligo, per gli stessi strumenti urbanistici, di includere tali aree fra le zone di inedificabilità, in cui sono consentiti solo interventi di manutenzione, restauro, valorizzazione paesaggistico-ambientale finalizzata alla messa in valore e fruizione dei beni.
Gli strumenti urbanistici comunali non possono destinare tali aree a usi diversi da quelli previsti in zona agricola o a parchi urbani e suburbani, anche fluviali, lacustri o marini.
Le politiche di sostegno all’agricoltura dovranno preferibilmente essere finalizzate ed orientate al recupero delle colture tradizionali, con particolare riferimento a quelle a maggior rischio di estinzione, nonché alla tutela della biodiversità.
Le aree con livello di tutela 3 potranno essere oggetto di piani particolareggiati, piani quadro o piani strategici finalizzati alla valorizzazione della risorsa paesaggistica, alla valorizzazione degli usi agricoli tradizionali e ad interventi di riforestazione con l’uso di specie autoctone basate anche sullo studio della vegetazione potenziale e/o su eventuali testimonianze storiche.
[…]
Dopo la fase di vaglio e coordinamento che sarà svolto dall’Osservatorio regionale del paesaggio, si procederà alla concertazione con le amministrazioni comunali costituendo così un importante momento di partecipazione e confronto con le diverse amministrazioni interessate e alla successiva pubblicazione del Piano. In tale fase entreranno in vigore le Norme di Salvaguardia, in attesa della pubblicazione della stesura definitiva a seguito della concertazione con i Comuni.
Leggi l’articolo completo all’indirizzo web: http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/31019/provincia-...
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Commenti
Saro Di Paola -
Ne basteranno altri 14 .... ?
Per elaborare il piano paesistico ci sono voluti 14 anni.
Ne basteranno altri 14 perchè entri in salvaguardia ?