26 Ottobre 2014, 04:34 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
Angela Macaluso, moderatrice, da il benvenuto per “la terza o forse quarta volta in un incontro che mette in rilievo la pittura fantastica che esiste e i pittori, i maestri che abbiamo a Cefalù”.
Emozionata perchè “per la terza volta conosco la persona, il maestro; emozionata ed orgogliosa di poter fare la moderatrice e di essere stata scelta per diverse ragioni: perchè conosco la persona, perchè ammiro la persona ma soprattutto sono una grande estimatrice dei suoi quadri.
E, oggi soprattutto in quella che è una mostra - potrei definire - nuova per Cefalù perchè mette in rilievo una parte del M°. D’Anna che forse pochi conoscevamo che è quella dei fiori, non dei fiori classici”.
Non ne ha voluto vedere prima l’allestimento “proprio perchè volevo raccogliere le emozioni che questa mostra mi avrebbe trasmesso. E, già le emozioni sono state forti quando sono stata a casa del prof. D’Anna che molto carinamente mi ha invitata per vederla in anteprima; quadri che non erano allestiti ma erano messi uno dietro l’altro e che mi hanno emozionato, emozionato nonostante - devo essere molto sincera - i fiori non sono quello che nei quadri io ammiro come prima cosa. Cioè, se io dovessi andare ad una mostra, prima ammiro i paesaggi, i quadri che ritraggono i paesaggi, e poi quelli che ritraggono la natura”.
Il dott. Salvatore Curcio, Vicesindaco (fa le veci del Sindaco - impegnato altrove per una importante riunione sul Distretto Turistico)
“Un’altra tappa sulla strada della Cultura che la nostra Amministrazione ha voluto intraprendere” (cita il 50° di attività del M°. G. Forte e la manifestazione “Cefalù città degli artisti”).
Precisata la sua propria estraneità al mondo dell’arte ed alla sua pratica, non si è sottratto tuttavia dal tentare di manifestare il suo personale pensiero sull'opera di D’Anna che “nasce semplicemente dalla mia personale sensibilità”.
Ne ha ricostruito il percorso professionale ed umano, ricordando in particolare come negli anni ’50 “numerosi uomini come Bartolomeo Martino, Paolo Consiglio, Emanuela Flaccomio, Girolamo Coco e tanti altri avevano forse inconsapevolmente gettato le basi di quella che sarebbe divenuta - ed io dico senza enfasi - una scuola di pittura tutta cefaludese; scuola sui cui banchi poi si formeranno e si affermeranno artisti poliedrici come i proff. Camilleri, Pippo Gallà, Cosimo Cimino, Giuseppe Forte ed altri, scuola a cui a pieno titolo e con grande merito può ascriversi anche il nostro Franco D’Anna”.
le niponite Sara e Ilenia
“Oggi, in questa singolare mostra floreale, riscopriamo un artista diverso da come lo abbiamo noi tutti conosciuto. La trascrizione della realtà si è spinta ancora oltre nel gioco delle fantasmagorie e nella scelta di un soggetto che tradizionalmente, poeticamente e romanticamente è sempre stato il simbolo dell’amore, amore verso la propria famiglia, amore verso la città”.
Il prof. Antonio Franco, Presidente del Consiglio,
Sottolinea come, ancora una volta questa Sala “è occasione di confronto e di crescita reciproca su temi che non sono certamente marginali - non possono esserlo - nella costruzione storica della nostra città”.
Ringraziando tutti coloro che hanno collaborato il prof. D’Anna nella realizzazione di questo evento, sottolinea come questo non sia affatto formale, piuttosto quello “di una persona che si sente molto, molto vicina a Franco D’Anna; da un punto di vista amicale ma anche da un punto di vista culturale ... più lontano di quanto lui pensa”.
Racconta dunque la storia “di un ragazzo” (lui stesso) al ginnasio ed al liceo che si recava molto spesso, per i suoi interessi e le sue attitudini, alla Fondazione Mandralisca e trovava lì una persona che lavorava e al tempo stesso spendeva il suo tempo con passione, con sudore, con ansia e preoccupazioni per la sua città ed in particolar modo per quella istituzione che ho imparato - grazie anche al suo esempio - ad amare, a rispettare a venerare come un luogo di sacralità culturale della nostra città. Quel presidente della Fondazione Mandralisca era il prof. Franco D’Anna”.
Il passato di impegno, anche con i giovani, “lo rende forte per pretendere da questa città risposte alle sue intense domande di cultura, alle sue intense domande sul senso che dobbiamo tutti ancora riconoscere di importanza, di valore, di qualità che questa città deve avere nella collocazione geografica e culturale di un panorama più vasto possibile”.
Il suo essere cittadino del mondo che sa andare oltre il panorama ristretto della propria città gli permette oggi di rivelarci altri panorami diversi da quali cui siamo abituati grazie alla sua produzione che “è diventata una pietra fondante della storia artistica della nostra città; si può permettere di introdurci in un panorama molto più interiore, più personale, più intimo, più sentito dal punto di vista delle corde del cuore che è quello del fiore”.
Ma il fiore non è simbolo soltanto dei sentimenti “ma della geometria del nostro Logos: il fiore è simbolo della Assemblea degli Eletti, i quali risiedono nella Rosa Mistica. Quanto dovrebbe essere simbolo della armonia degli Eletti di questa città? Che dovrebbero essere complementari l’uno all’altro per la costruzione razionale del futuro della nostra città. E i rappresentanti della nostra città dovrebbero essere tutti qua a sentire, a gustare ma anche a riflettere sulla armonia e la geometria del fiore. Un fiore che F. D’Anna dona alla sua città con lo spirito di chi - talora in distonia con i suoi eventi , talora in esercizio dialettico con le sue proposte culturali - ha affermato l’autonomia e la indipendenza della propria personalità e libertà di pensiero”!
Per tutto questo, mi sento di ringraziarlo personalmente e a nome di (riferendosi al consesso dei consiglieri comunali che pure usano di quella Sala) quella Assemblea della città che poche volte riesce ad essere fiore - all’interno complementare e, all’esterno, di costruttiva geometria. Qui, la dialettica, il confronto avviene soprattutto sulle problematiche della urgenza ..., per questo ho pensato, sin dall’inizio, che in questa Sala dovessero esserci delle provocazioni. E, la più grande provocazione della nostra società è l’esercizio libero ed indipendente della cultura, come quello che tu, stasera, promuovi” (cita - per sua iniziativa e dell’assessore Marinaro - la esposizione di incisioni permanente nella sala della Capriate, come una “provocazione agli Eletti di questa città”).
Conclude evidenziando ancora una volta la carica provocatoria della scelta tematica di queste “ meravigliose immagini ” di D’Anna, “immagini che inducono alla riflessione, alla sensibilità, alla adorazione della Natura che è la maggiore maestra di tutti noi, perchè quel huc pictura poesis di Orazio - che è sempre per me un maestro non solo di poesia ma di pensiero e di vita - possa essere il simbolo non di un sentimentalismo nei confronti della nostra vita ma di un esercizio razionale, armonico di tutti i nostri sensi”!
Franco Nicastro, Presidente della Fondazione Mandralisca (autore della presentazione al catalogo)
Non si sofferma tanto sul soggetto - peraltro già molto volte interpretato nella storia dell’Arte -, ma sulla cifra espressiva realistica del presente lavoro di D’Anna; cifra che riesce a declinare in vari modi: "poetico, della delicatezza ma anche della tenuità e poi anche della intensità espressive ... tanti aspetti che riescono a fare una sintesi davvero suggestiva”.
Sottolinea anche la cura del dettaglio, la visione decontestualizzata e molto ravvicinata del fiore che a volte assume forme molto razionali.
Emozione e razionalità ma anche un gioco allusivo e provocatorio che da il senso della maturità dell’artista!
Pasquale Portera, della Banca Mediolanum di Cefalù che ha sponsorizzato il Catalogo
L’avv. Antoniella Marinaro, assessore alla Cultura
Si dichiara fortunata ed emozionata per aver potuto patrocinare artisti cefaludesi quali il prof. Forte ed il prof. D’Anna.
Sottolinea la cura e la non improvvisazione con cui il professore medita e costruisce le sue mostre ed i loro allestimenti.
Rivela come la fonte della ispirazione di questa mostra nasca dai fiori del giardino “bellissimo” di casa curato dalla moglie, di cui, nella sensualità - persino nell’erotismo - delle forme e dei colori, sembra di avvertirne il profumo; per cui sottolinea la generosità dell’artista per l’aver voluto rendere partecipe altri di questo sentimento d’amore attraverso i suoi quadri.
Non manca di ricordare la disponibilità civica dell’uomo D’Anna in occasione di altri eventi culturali cefaludesi.
Franco Catalano, poeta, (fuori programma) ha letto una poesia dedicata al M° D’Anna
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Pippo Maggiore, regista, Relatore al Catalogo
"Quello che apprezzo di più di Franco - che secondo me resta uno dei principali esponenti della cultura pittorica del nostro Comprensorio - è la sua certosina cura del dettaglio, la limpidezza del tratteggio - sopratutto nelle chine -, il suo modo di concepire l’Arte come l’esternazione più sincera del magma emotivo che erompe dal suo più profondo Io, la sua onestà intellettuale (che mai tradisce il concetto del Bello) nelle sue molteplici espressioni. Egli non cerca l’ispirazione a tutti i costi ma attende serenamente che essa venga spontanea, senza forzature o costrizioni; non affastella opere una dietro l’altra ma predilige la qualità come estremo conseguimento delle aspirazioni della sua natura artistica. A ciò egli arriva dopo una capillare preparazione basale conseguita proficuamente negli anni giovanili. Spesso mi ha ricordato di sentirsi onorato di essere stato allievo del prof. Bartolomeo Martino il cui pregevole studio prospettico sulla cattedrale di Cefalù è esposto nella Sala delle Conferenze della Fondazione Mandralisca.
Un esame più approfondito su questa specifica produzione floreale io l’ho già fatto nel mio intervento compreso in Catalogo; in quella sede, ho detto ciò che ritenevo opportuno doversi dire.
Concludo esternando la mia convinzione che l’estro e la manualità pittorica di Franco non si esauriscono in questa mostra o nelle altre sue opere concepite e date alla luce, ma che in futuro offriranno alla pubblica fruizione ancora molti altri prestigiosi frutti".
La prof.sa Rosalba Gallà, critica d’Arte e relatrice al Catalogo
Esordisce definendo le opere di questa mostra “una deviazione rispetto al percorso pittorico di Franco D’Anna, che ha trovato, negli anni, espressione soprattutto nella rappresentazione paesaggistica e nella rappresentazione dello spazio urbano e monumentale, sia nella pittura ad olio che nel disegno a china”.
Ciò che ha interessato dal primo momento la Gallà, oltre che la novità tematica, è stata la modalità di rappresentazione: l’amplificazione del soggetto fino a riempire e a trasbordare la tela (di per sè già grande) e i giochi delle luci e dei colori con sottili sfumature - da una parte - (per cui i colori diventano eterei, trasparenti) e, dall’altra, con contrasti vivaci.
La Gallà ha quindi partecipato ai presenti l’ampio excursus storico su quella che è stata la rappresentazione floreale nell’arte che ha ritenuto di fare per meglio individuare le coordinate che contestualizzassero l’attualità dell’operazione culturale del prof. D’Anna; anche perché il fiore, come soggetto, è stato sempre un pò marginalizzato nella storia dell’Arte, ridotto ad elemento decorativo o simbolico e soltanto in una fase avanzata è diventato protagonista assoluto delle opere d’arte.
durante la proiezione delle diapositive | il nostro Gianfranco (che ha curato e seguito tutto l'evento) |
Ne conclude che il realismo del prof. D’Anna, da una parte, sfocia nell’iperrealismo (nella descrizione dei particolari), dall’altra nel surrealismo (nella ricerca di ciò che è nascosto, segreto, onirico con talvolta allusioni alla sfera della sessualità).
Nè decorativo, nè natura morta, il fiore in D’Anna è vita che palpita nelle sue sensualità: nelle “delicate sfumature delle Peonie, nelle schizzanti esplosioni delle Dalie, nella placida limpidezza delle Ninfee, nella purezza incantata dei Gigli, nella corposa rotondità dei Tulipani, e poi le Rose a volta caste, a volte voluttuose, a volte carnali”.
“E’ partito da una Peonia bianca e conclude con i Gigli di S. Antonio; due emozioni bianche”, ma tra queste due emozioni bianche, conclude la Gallà, si attraversano tutte le possibilità emotive dell’animo umano suggerite dall’ampia e ricca gamma delle possibilità cromatiche percorse dal maestro.
“Io ho amato dire che - in questo caso - i fiori sono petali dell’anima che fanno vibrare tutte le sfumature dei sentimenti”.
Conclude con alcuni versi di Mariangela Gualtieri:
“Che cosa sono i fiori?/ Non senti il loro come una vittoria/ La forza di chi torna da un altro mondo/ e canta la visione/ Che cosa sono se non leggere ombre/ a dire che la bellezza non si incatena/ ma viene gratis/ e poi scema, sfuma/ e poi ritorna/ quando le pare”.
Il Prof. Franco D’Anna
In audio tutto il suo intervento
1° parte (06’.54”) ASCOLTA AUDIO
2° parte (08’.30”) ASCOLTA AUDIO
la moglie, Mimma
LA MOSTRA
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