L'Amministrazione e i commercianti.

Ritratto di Angelo Sciortino

5 Luglio 2012, 11:57 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Si apprende in due modi: studiando sui libri o ascoltando coloro che sanno. Ciò non toglie che spesso, nel tentativo di rispondere alle nostre curiosità intellettuali, perdiamo il nostro tempo nel leggere cattivi libri o nell'ascoltare coloro che non solo non sanno, ma non sono neanche capaci di cercare. Questo non è soltanto una perdita del nostro tempo, ma anche un offuscamento delle nostre capacità di comprensione e di discernimento. Qualcuno potrebbe voler aggiungere tra i modi di apprendimento anche l'esperienza, ma perché ciò sia vero è necessario che chi fa esperienza abbia una mente aperta e preparata a ricercare le spiegazioni.

L'altro giorno ho partecipato a un incontro tra l'Amministrazione e i commercianti cefalutani. Ho così vissuto alcune ore in cui è stato detto di tutto per offuscarmi la mente. Per poter scrivere questa breve nota, ho dovuto aspettare due giorni, per essere certo che quell'obnubilamento fosse scomparso e che io ero in grado di esprimermi correttamente e con consapevolezza.

Il primo responsabile del mio obnubilamento è stato il Sindaco. Dalla sua voce ho appreso che egli amministra il Paese, dovendosi affidare a capi servizio o incapaci o lenti a preparare persino la stesura di una delibera, necessaria perché la sua Giunta dia esecuzione alla propria strategia amministrativa. Questo lo costringe a sedersi in compagnia di questo capo servizio di primo mattino, per sollecitarlo a fare in due ore quello per il quale avrebbe forse impiegato mesi. Due ore, tanto spero che siano, che avrebbe potuto e dovuto dedicare a più alti profili.

Come se non bastasse, ha fatto un riferimento anche al corpo di Polizia municipale, sostenendo che i vigili in attività sono appena 16 e che fra costoro ce ne sono alcuni che sono inaffidabili e che si attengono al siculo principio calati juncu ca passa la china, considerando l'alacrità del Sindaco destinata a scemare come la china.

Da queste due dichiarazioni la mia prima confusione: come si può credere di potere amministrare, se non si può contare su collaboratori efficienti? Come si possono rassicurare i commercianti che presto sarà risolto il problema degli abusivi a lungomare, se per colpirli sarà lo stesso Sindaco a mettersi a capo degli agenti di Polizia municipale, incaricati d'imporre il rispetto della Legge?

Per carità di patria tralascio alcune altre affermazioni del Sindaco stesso e dei suoi collaboratori presenti. Alcune di queste affermazioni erano troppo illogiche, per cui sono da ritenere, data l'ora, il frutto di una mente intorbidita e intorpidita dalla stanchezza. Sarebbe quindi ingeneroso e forse persino ingiusto riportarle.

Consolatorio è stato invece l'intervento di Angelo Maggio, presidente del Centro Commerciale naturale. Egli parlava e io con la memoria mi trasferivo a Lucca, in Toscana, dove da tanto tempo esiste un centro commerciale naturale, che attira acquirenti dalla vicina Pisa, ma anche dalla più lontana Firenze. Esiste, questo spontaneo centro commerciale, per lo spirito mercantile, che anima la società lucchese. Uno spirito che sopravvive anche fra i tanti lucchesi emigrati negli Stati Uniti e in altre Nazioni americane. Se l'iniziativa di Angelo Maggio e di altri dovesse attecchire, allora ci sarebbe qualche speranza per Cefalù. E saremmo in presenza di qualcosa di più di una speranza, se a Cefalù ci fossero ancora ai giorni nostri commercianti come quel grande Damiano Giardina, che in pieno Ottocento vendeva l'olio prodotto a Cefalù nella lontana Russia zarista!

“Tutto il resto è noia!”, come cantava Califano.