2 Gennaio 2013, 11:05 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Quando, dopo il sopralluogo che, il 28 di agosto, l’Amministrazione comunale ed il Genio Civile avevano eseguito, al porto, alla presenza dell’on. Lupo,
su “L’Altra Cefalù” (http://www.laltracefalu.it/node/8741) ho letto che, “secondo i tecnici del Genio Civile, espletato l’iter necessario, i lavori di demolizione e rifacimento delle campate collassate sarebbero iniziati tra novembre e dicembre del 2012”,
nel il mio post (https://www.qualecefalu.it/node/707) ho manifestato tutto il mio pessimismo sulla possibilità che quei lavori potessero, effettivamente, iniziare entro la fine del 2012.
Il mio pessimismo non era, affatto, infondato.
Infatti, i lavori, ad oggi, non sono, ancora, iniziati.
Il che, correndo oggi, soltanto, il 2 gennaio 2013 potrebbe, anche, non essere grave.
Il ritardo rispetto alla data annunziata non avrebbe, infatti, ripercussione alcuna se i lavori dovessero iniziare in tempo utile per essere ultimati entro la prossima estate.
Così non sarà!
Purtroppo.
A darne la relativa certezza è stata la risposta che, nel corso della conferenza stampa del 30 dicembre, il Sindaco ha dato alla apposita domanda sullo stato dell’opera che Gli avevo rivolto.
“Le campate da demolire e ricostruire sono tre e non due ….. non bastano i fondi che la Legge prevede per gli interventi di somma urgenza …… nei prossimi giorni, insieme all’ing. Duca incontrerò l’ingegnere Capo del Genio Civile ……”
Queste sono state le parole del Sindaco per una risposta, nella cui vaghezza, si coglie a piene mani quello che, nella sostanza, è lo stato dell’opera del quale Gli avevo chiesto, cioè che quell’iter che il Genio Civile avrebbe dovuto espletare perché i lavori iniziassero entro novembre-dicembre, ad oggi, non è ancora iniziato.
Il che significa che, per il ripristino dell’agibilità del martello centrale del porto di Prissuliana, la politica ed il Genio Civile sono fermi al 12 marzo del 2010 quando con il mio post (http://www.laltracefalu.it/node/1093) ho pubblicamente denunziato l’avvenuto collasso di due delle campate che lo compongono.
Dopo quel 12 marzo, infatti, Cefalù, sulla questione, ha registrato, soltanto :
una seduta al porto del Consiglio Comunale, i sopralluoghi di tre ingegneri capo del Genio Civile -Barone, Larosa e Pirrone -, gli “interventi” di due deputati regionali - Caputo e Lupo -, la minaccia di incatenamento davanti a Palazzo d’Orleans da parte di un sindaco - Guercio -, la promessa di un pronto intervento da parte di un presidente della Regione - Lombardo -.
Come dire che, dopo quel 12 marzo, Cefalù, sulla questione, da parte della politica e del genio civile, ha registrato, soltanto, teatrino e “promesse da marinaio”!
Intanto, dopo quel 12 marzo, le “crepe” sulle travi delle banchine hanno continuato ad allargarsi e l'intervento di rimozione delle stesse diventa più problematico e più oneroso.
Giorno dopo giorno.
Si riuscisse ad intervenire prima del crollo, la rimozione delle banchine potrebbe, anche, essere evitata.
Si potrebbe, infatti, essere, ancora, in tempo per realizzare un intervento diverso da quello cui, sin’ora, si è pensato.
Si potrebbe, cioè, optare per un intervento che “anneghi” quelle banchine, ancora appoggiate e sospese sui piloni, in getti di conglomerato cementizio che le solidarizzino al fondale di sabbia.
Al posto degli attuali impalcati aerei si verrebbero a realizzare banchine di tipo “tradizionale” in calcestruzzo pieno con grandi fori passanti in “armco”, a livello della sabbia, che possano consentire la circolazione dell’acqua al fine di evitare l’insabbiamento delle vasche attigue alle banchine medesime.
Saro Di Paola, 2 gennaio 2013
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