14 Ottobre 2014, 12:49 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Si scoprirà finalmente se i tredici consiglieri sono Italiani (o Cefalutani) comandati da un rinato Ettore Fieramosca oppure se essi sono Francesi comandati da Guy de la Motte?
La condizione perché ciò avvenga è che finalmente si tenga la “disfida” in Consiglio, così come avvenne a Barletta, e che i cittadini non debbano assistere all'ennesimo fuggi fuggi, che ha caratterizzato i consigli da quando in essi è nata una nuova maggioranza in opposizione al Sindaco e alla sua Amministrazione.
Forse alcuni di questi tredici consiglieri sono un po' confusi e non capiscono che per fare opposizione bisogna opporsi a quella confusa agitazione, che ha caratterizzato finora l'Amministrazione e che ancora la caratterizza. Anche perché tale nuova maggioranza si è coagulata per curare e guarire la cosiddetta proclamite, tanto cara al Sindaco e a qualche suo sostenitore. Una proclamite rimasta in ogni sua espressione un muro di parole, che i fatti inesorabilmente travolgono. Si pensi per esempio a proclami del tipo “difenderemo con le unghie e con i denti” la sezione distaccata del Tribunale o l'Ufficio del Giudice di Pace e poi si vada alla inutile ricerca di essi, che non ci sono più. A questi hanno fatto seguito altri proclami, come quello “sono iniziati i lavori per la costruzione della caserma dei Vigili del Fuoco”, ma a due mesi del baldanzoso proclama le sterpaglie sono ancora padrone del luogo insieme all'amianto. A che cosa serve, però, continuare? I cittadini hanno sotto gli occhi la situazione reale e ripeterla sarebbe stancante.
Questa sera i tredici riusciranno a battere la supponenza “francese”, che li accusa persino d'ignoranza, o sono anche loro alleati dei Francesi? A meno che non sono ancora in attesa di Ettore Fieramosca e sono ancora sbandati e sparsi su un campo di battaglia, che li vede sempre più spesso sconfitti, con goffo gongolamento di coloro contro i quali hanno dichiarato guerra. Oppure, ma questo avrebbe dell'incredibile, a meno che ognuno di loro non crede di essere egli e solo egli il novello Ettore Fieramosca.
Sarebbe come se la disfida di Barletta si trasformasse nella disfida della bar(zel)letta.
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