21 Settembre 2014, 11:37 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ieri due eventi si sono svolti per novanta minuti quasi in contemporanea, uno a Milano e l'altro a Cefalù. In quello di Milano abbiamo avuto i soliti novanta minuti di una partita di calcio, che in fondo non lascia tracce nella nostra memoria, se non le emozioni provate per una qualche azione di uno strapagato giocatore; nell'evento di Cefalù, invece, abbiamo goduto novanta minuti di arricchimento dello spirito, che ci ha fatto ricordare un poco del nostro passato, di cui dovremmo andar fieri e del quale dovremmo conservare imperituro ricordo, perché esso è un esempio, che dovremmo seguire, se vogliamo una società migliore per noi stessi e per i nostri figli.
Ieri, al Teatro comunale Salvatore Cicero, su iniziativa di Giovanni Biondo si è svolto il primo incontro dei Racconti di Città. Poiché ieri ricorreva il 120° anniversario dell'inaugurazione del monumento a Nicola Botta, il tema dell'incontro ha riguardato questo episodio del nostro Risorgimento, che fu italiano, ma fu pure cefalutano.
Dopo una breve presentazione di Giovanni Biondo,
Diego Cannizzaro ha eseguito al fortepiano una composizione dedicata alle cinque giornate di Milano.
Non conoscevo l'Autore della composizione, ma mi ha colpito come le sue note descrivessero assai bene lo stato d'animo di quel momento di lotta per la libertà. Essa era ora furiosa e ora calma; velata di ansia o di serenità, come se seguisse la speranza di vittoria dei patrioti o il loro cadere nel timore di una sconfitta. Si concludeva, però, con le note liete e serene di una vittoria, che venne dieci anni dopo, come quella di Nicola Botta o di Salvatore Spinuzza.
Mi sia consentita una mia personale osservazione: il fortepiano aveva qualche difetto, che si spera venga presto corretto, ma sotto le sapienti dita di Diego Cannizzaro questi difetti sono quasi spariti e soltanto un orecchio educato li ha potuti notare, non subendone, però, eccessivo disturbo grazie a Diego Cannizzaro.
Ma torniamo alla serata. Santa Franco ha letto una cronaca del tempo sull'inaugurazione del monumento. Una cronaca che, come si usava allora, riportava le presenze delle belle signore, descritte fin nei minimi particolari degli abiti e dei loro colori. Un vezzo, forse, o un atto di galanteria, oggi quasi scomparso anche per colpa delle stesse donne. Comunque, preferisco credere che quelle descrizioni volevano essere un riconoscimento a quelle donne, che silenziose avevano sostenuto i loro uomini nella lotta per la libertà e ora raccoglievano i frutti della vittoria, che era anche una loro vittoria.
Non è casuale che l'evento si sia chiuso con il racconto di Zrinka Dusper Casella, una donna che ha vissuto il passaggio epocale dalla Iugoslavia di Tito a quella odierna, divisa in diversi stati, che hanno finalmente la libertà.
Una conquista non facile, come ha raccontato, e che forse non è ancora completa. E qui, a mio parere, sta l'importanza della sua testimonianza: la libertà va difesa ogni giorno, non dimenticando che essa “è come l'aria: ci si accorge che l'abbiamo persa, quando non c'è più”. Un messaggio proprio oggi e proprio a Cefalù importante. Se si continuerà a vivere non partecipando, questa libertà la perderemo. Non dobbiamo dimenticare che l'oppresso troppo spesso non si ribella per la libertà, ma per diventare a sua volta un oppressore. La Russia di Putin e alcuni particolari riferiti da Zrinka Dusper ne sono una prova inconfutabile.
L'evento I racconti di Città, in questa prima occasione, ci ha mandato questo messaggio. Un messaggio del quale c'era un grande bisogno e del quale dobbiamo essere grati a Giovanni Biondo per essersene fatto intelligente promotore.
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Commenti
Totò Testa -
bellissima cosa
Impegno, misura, gusto.
Poco pubblico in sala.
Peccato (per me) non poter seguire fino in fondo.
Grazie, Giovanni e grazie alle persone di Cultura che hai saputo coinvolgere.
Almeno hai fatto succedere qualcosa in questa Città dove non succede più niente.
Giovanni Biondo -
Grazie
Grazie dei vostri apprezzamenti, impegnativi e stimolanti per le prossime fasi di questo mio progetto che partendo dalla Storia , vuole interrogare il nostro presente.
Nell'occasione del 120° anniversario dell'inaugurazione del monumento a Botta, ho voluto ricostruire sul palco del S.Cicero un salotto cefaludese dell'800, invitando Zrinka Dusper Casella, fine intellettuale progressista, docente universitaria, esperta di politica internazionale, attiva e promotrice dei circoli culturali di supporto all'HDZ-Hrvatska Demokratska Zajednica del futuro primo presidente democratico croato Franjo Tudman, già generale e partigiano di Tito, in quella esaltante campagna elettorale che vide il partito democratico croato vincere insieme al partito serbo democratico e al partito musulmano di Izet Begovic, divenuto presidente della Bosnia Hercegovina: una testimone d'eccezione della guerra nell'ex Iugoslavia.
A Teatro tutto è possibile!
Anche far suonare un fortepiano lasciato malinconicamente solo.
Grazie Diego per la pazienza, e grazie, ovviamente, agli Amici della Musica di Cefalù.
A Santa per essersi saputa sdoppiare tra la prima e la seconda parte, in due secoli diversi; a Gaia per le sagge correzioni di regia.
Un grazie impossibile agli autori degli articoli del "Numero Unico per Nicola Botta" del 20 settembre 1894, che ci è servito da canovaccio per il lavoro.
Un grazie invece concreto ad Antonio Musotto, a Vincenzo e Giovanni, disponibili custodi del Teatro Comunale e all'Amministrazione attiva che ha patrocinato lo spettacolo.
Al Pubblico un arrivederci alla 2° tappa del Progetto Racconti di Città, prevista per fine novembre.