5 Settembre 2014, 17:35 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Lettera aperta ai Cefalutani e ai loro rappresentanti.
"Piccoli cittadini di questo squinternato paese turistico, perché vi ostinate a preoccuparvi di quel che facciamo noi, che siamo l'amministrazione attiva e che possediamo, soprattutto, una “volontà di potenza”, al confronto della quale quella del Superuomo di Nietzsche è una bazzecola?
Smettetela di baloccarvi con quei pupazzetti, che chiamate idee, e soprattutto smettetela di pensare che siano armi idonee per combatterci, perché vi riducete come “lo scarabeo che dichiara guerra all'aquila”, come dicevano gli antichi Latini.
Noi, infatti, siamo protetti dalle idee, che ci lanciate facendo scoccare l'arco della vostra mente. Lo scudo mistificatorio e quello dell'ignoranza ci difendono e fanno spezzare le vostre idee contro la dura corteccia del nostro cervello. Per quanto strepito voi facciate, non sveglierete mai i nostri neuroni. Arrendetevi, siamo invulnerabili alle vostre armi!
Ci rivolgiamo soprattutto a voi, che di questi piccoli cittadini siete i rappresentanti. Per ben due volte avete provato, in due di queste ultime sere, a crearci problemi, credendo che le idee potessero essere più forti della nostra “volontà di potenza”. Poveretti, che pena che ci fate! Non può darvi ragione alcuna neppure il Nietzsche ricoverato in manicomio. Dovete sopportare, perché mai daremo un vittoria, che vi consenta di presentarvi ai vostri rappresentati come eroi che li hanno difesi. Neppure se vi suiciderete per quei vostri stupidi principi di democrazia, uccidendo una qualsiasi delle creature della nostra “volontà di potenza”, perché da essa trarremo la forza di convincere i vostri rappresentati che sbagliate e che siete degli incompetenti senza coraggio. Già vi abbiamo dato qualche piccola prova di quel che siamo capaci di fare e da essa potete dedurre quanto saremo capaci di fare, se continuerete a insistere nel contraddirci. In una parola, vi distruggeremo!
Piegatevi, perciò, voi e tutti i cittadini, che rappresentate, e arrendetevi. Recitate il mea culpa e inchinatevi silenziosi di fronte alla nostra “potenza”. Noi e solo noi possiamo decidere anche per voi, perché voi siete niente. Noi e solo noi sappiamo far di conto e interpretare le leggi; voi non potete che ammettere la correttezza dei nostri rendiconti e la politica a essi sottesa! Il vostro voto è soltanto un atto formale, che vi concediamo, purché lo usiate come noi vogliamo!"
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