28 Agosto 2014, 17:26 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Recentemente è stato introdotto l'obbligo di redigere un'analisi costi-benefici da parte dello Stato e di tutte le sue diramazioni, quando si vogliano impegnare risorse per infrastrutture, evitando il perpetuarsi di un'inefficiente loro allocazione.
Tenendo conto che fra le diramazioni dello Stato vi sono anche i comuni e che Cefalù in quanto tale deve rispettare quest'obbligo, appare conseguenziale che la nostra Amministrazione non può né deve sottrarsi alla redazione di un'analisi costi-benefici, quando vuol programmare investimenti. Questa analisi è importante anche quando non si tratta di risorse del bilancio comunale – che tra l'altro non ci sono – ma di risorse provenienti dallo Stato, dalla Regione e dalla stessa CE. Se il costo surclassa, infatti, i benefici, è chiaro che si torna al perpetuarsi dell'inefficienza, che negli ultimi decenni è stata la pista da ballo dei politici e di non pochi burocrati.
A leggere i tanti programmi d'investimento della nostra Amministrazione, in nessuno di essi si legge almeno la parvenza di un'analisi costi-benefici. Per fortuna tali programmi sono ben pochi e quindi il pericolo di dispendio non ha un peso particolarmente insopportabile. Resta il fatto, però, che essi finiscono, sommandosi, con il divenire un macigno. Certamente sono ben poca cosa i famosi cestini per la differenziata, ma il loro costo supera di gran lunga i benefici, che eventualmente se ne ricavano; e che cosa dire dei famosi posaceneri “niente cicche”?
L'elenco potrebbe continuare con l'acciaio corten prima pitturato e poi riportato al suo stato naturale oppure con un antico forno tradizionale prima coperto di calce e poi malamente ripristinato, ma non servirebbe, perché non si fa l'analisi costi-benefici prevista dalla legge, visto che occorrerebbe un po' più di competenza e un po' meno d'ignoranza di quanto se ne dimostra quotidianamente in Comune.
E allora? Non sarebbe male che da parte dell'Amministrazione si cominciasse, finalmente, a fare un poco i conti, non foss'altro che per spendere meglio di come sono stati spesi i soldi dei contribuenti. Se si spendono, che essi servano almeno a creare o migliorare un servizio. Non sembra, però, che si segua questo principio di commisurare la spesa al vantaggio che ne deriva. Si spende e basta!
Dimostri, l'Amministrazione, che ha speso con oculatezza e soprattutto dimostri che ha speso i proventi di una tassa di scopo, com'è la cosiddetta tassa di soggiorno, dando prova inconfutabile che è stata spesa nel rispetto del suo scopo. Non credo che ci riuscirà!
In ogni caso non disperiamo, perché rideremo fino all'ultimo istante, ascoltando i proclami del Sindaco.
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