23 Agosto 2014, 17:33 - Laura Grazia Miceli [suoi interventi e commenti] |
Baciamo le mani, baciamo le mani, mani sante, mani benedette che reggono la Cosa Pubblica e/o si adeguano, danno vigore a ordinanze purificano le acque, e in particolare quella di Cefalù.
A Roma narra la leggenda di una nevicata in agosto a Santa Maria Maggiore. A Cefalù avviene la purificazione/potabilizzazione dell'acqua, sempre in agosto, a ridosso della Festa del Salvatore, del ferragosto e in concomitanza con le torme turistiche calanti sui residui grani di sabbia ancora liberi.
Appare doveroso ripercorrere il percorso:
Nel mese di novembre nella cassetta della posta dei cittadini di Cefalù ( anche se non tutti) residenti nel centro storico, fu inserita, consegnata a mano, la metà di un foglio A4 qui sopra riprodotta. Si disponeva per i cittadini il rifornimento tramite autobotte in piazza Garibaldi alla quale poter attingere.
Vedi: L’acqua del centro storico resta non potabile, lo confermano i campionamenti - 6 dicembre 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/5655)
L'autobotte si spostava in piazza Colombo.
L'autobotte è sostituita da un paio di rubinetti, sempre in Piazza Colombo. Per potersene servire e riempire qualche recipiente, occorre andare in Comune e farsi rilasciare tesserino elettronico. Santa Burocrazia Semplificata.
Vedi: Revoca della Ordinanza di non potabilità dell’acqua del centro storico - 8 agosto 2014 (https://www.qualecefalu.it/node/13496)
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NOTA A MARGINE (ma non Marginale): E' lecito chiedere una divulgazione dei dati ( ad uso dei non tecnici ma dotati di una dose media di cervello raziocinante e sempre lieti di apprendere), che hanno suffragato questa meravigliosa potabilità.
In nome della trasparenza: è dato conoscere i dati attualmente compatibili con la potabilità del ferro citato come presente in quantità in taluni casi di molto superiore ai limiti di legge nonché quelli dell'arsenico dell'alluminio del piombo e del manganese altrettanto presenti?
In parole povere e umili: perché non rendere pubbliche le analisi.
Un miracolo ha bisogno di prove; siamo coscienti che questo si verifica in clima religioso; tuttavia, perfino Gesù, per via della differenza fra quelli che credono senza avere visto e gli altri che hanno bisogno di toccare, consentì a Tommaso la prova fisica concreta.
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