ACQUA: la “struttura” di cui il Comune disponeva all’atto della cessione ad APS

Ritratto di Saro Di Paola

21 Agosto 2014, 07:36 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Gaetano Lapunzina, che, per esserGli fratello, è il più “Suo” dei “Suoi” del Sindaco di Cefalù, ha commentato il mio ultimo post sull’acqua (https://www.qualecefalu.it/node/13755) dandomi sulla voce per essere stato io a “creare un vulnus all’intelligenza dei cefaludesi”.
Io e non il Sindaco Lapunzina ed i “Suoi”, come da me asserito in quel post.
Io, che, secondo Gaetano, “sull’argomento acqua annovero trattati”.
Ciò perché, a Suo dire, avrei “omessodi citare “il comma 6 dell’art.1 della L.R. 2 del 9 gennaio 2013 , secondo il quale "nelle more della approvazione della legge di cui al comma 5, i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato, continuano la gestione diretta"”.
Un “dettaglio”, del quale Gaetano Lapunzina si è servito per sostenere la tesi, tutta Sua, secondo la quale “se la cessione ad APS non fosse stata fatta, - da parte del Sindaco Guercio - non si sarebbe creato alcun "vulnus" ”.

Nella mia replica al commento ho spiegato le ragioni, per le quali quel comma, piuttosto che un “dettaglio” di quelli tra virgolette, fosse, e sia, un dettaglio di quelli senza virgolette.
Un dettaglio, che, oltre ad essere assolutamente insignificante, non serve, affatto, a dimostrare la Sua tesi.
In questo mio post, alle ragioni, che, a riprova dell’infondatezza  della tesi, ho esposto in quella mia replica, non ne aggiungo altre.
Non ne servono.

Scrivo questo mio post, o aggiungo quest’altra pagina al mio “trattato sull’acqua”, per formulare alcune domande, cui ha dato la stura il passaggio, nel quale, in quello stesso commento, Gaetano Lapunzina fa dire al Legislatore regionale ciò che il Legislatore medesimo, con  il comma 6 dell’art.1 della L.R. 2 del 9 gennaio 2013, non ha, affatto, detto.
Cioè che “gli oltre 30 comuni della provincia di Palermo, che, all'epoca, non hanno ceduto le reti, continuano anche oggi a gestire il servizio, avendo nel tempo mantenuta integra la struttura di cui disponevano”.

Ciò, per un verso, con lo scopo, assai evidente, di scaricare sul Sindaco Guercio la responsabilità, che Guercio non ha, di avere “sfasciato” la struttura del servizio idrico integrato di cui il Comune disponeva all’atto della cessione ad APS del servizio medesimo.
Ciò, per altro verso, con lo scopo, altrettanto evidente, di sollevare il Sindaco Lapunzina dalla responsabilità di non avere, sinora, mosso un solo dito affinché il nostro Comune torni a gestire il predetto servizio, proprio a causa di quella “integrità della struttura di cui disponeva il nostro Comune”, che è, o sarebbe, venuta meno a seguito della cessione operata da Guercio.

Ebbene, si può avere contezza dello “sfascio” causato da Guercio solo se si ha contezza di quella che era la consistenza di tale “struttura” prima della cessione ad APS.

Per avere tale ultima contezza, basta uno sforzo mnemonico, piuttosto modesto, e ricordare:
- che l’organico per la gestione del servizio idrico era costituito dai dipendenti: Andrea Alascia e Macaione Giuseppe con mansioni di idraulici e Glorioso Giuseppe con mansione di letturista, oggi tutti e tre in quiescenza;
- che l’organico per la gestione del depuratore, in origine, era costituito dai dipendenti: Dott.ssa Concetta Di Fatta, biologa, Nicola Agnello, Elio Piazza, Vincenzo Culotta, Salvatore Liberto, Cosimo Rinaudo e Vincenzo Alascia, con mansioni di tecnici generici addetti al funzionamento dell’impianto, ancora oggi, nell’organico comunale ad eccezione di Elio Piazza, andato in quiescenza;
- che il servizio di bollettazione veniva espletato dal personale amministrativo;
- che gli uffici del servizio idrico integrato erano allocati nei locali, oggi vuoti, al primo piano dell’immobile comunale di Piazzetta Spinola;
- che le attrezzature di cui l’intero organico disponeva erano un paio di computer di prima generazione, alcuni picconi, qualche pala e una dozzina di chiavi inglesi.

Avuta contezza della consistenza della “struttura” di cui disponeva il nostro Comune per l’espletamento del servizio idrico integrato e considerato che, con la eccezione di due idraulici, di un letturista e di uno solo degli addetti al depuratore, gli altri addetti al servizio nel suo complesso, sono, ancora, nell’organico comunale, con mansioni e compiti assolutamente diversi da quelli per i quali vennero assunti, sorgono spontanee alcune domande.

Quale sarebbe stata la struttura che il Sindaco Guercio avrebbe “sfasciato” con la cessione, ope legis, delle reti e del servizio idrico integrato?

Forse che, se Guercio, contra legem, non avesse operato la cessione, i quattro addetti al servizio andati, frattanto, in quiescenza non si sarebbero dovuti sostituire?

Forse che, per una gestione oculata e responsabile del servizio nel suo complesso, non sarebbe concesso al Comune di assumere un dirigente tecnico per assolvere alle funzioni, che, prima e per oltre un trentennio, sono state del perito industriale Diego Gallotta e poi dell’ ingegnere Giovanni Gucciardo?

Quali sarebbero le difficoltà del Sindaco Lapunzina a ricomporre l’integrità di quella struttura?

La ovvietà delle risposte alle domande, induce ad una riflessione, altrettanto ovvia.

Se il prossimo 31 ottobre, quando verrà a cessare la gestione del servizio da parte del Commissario Straordinario, il Comune di Cefalù non dovesse essere nelle condizioni di riprendersene la gestione, al Sindaco Lapunzina non resterebbe altro da fare se non rassegnare il mandato ricevuto dal Popolo.
Ciò, non tanto, perché avrebbe fallito in uno degli impegni primari che si era assunto in campagna elettorale - in politica, purtroppo, ci sta - ma, soprattutto, perché non avrebbe, ancora una volta, tenuto nella giusta considerazione il rapporto contrattuale, bilaterale, che lega il Comune al gestore del potabilizzatore.
Quel rapporto, che, a prescindere da chi abbia la titolarità della gestione del servizio idrico, il Comune, e solo il Comune, è, e sarà, tenuto ad onorare.
Quel rapporto, che il Comune avrà la certezza di potere onorare solo se, gestendo in proprio il servizio, avrà incassato, dagli utenti il costo del servizio di potabilizzazione per riversarlo nelle casse del suo gestore.

Saro Di Paola, 21 agosto 2014

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Commenti

Caro Ing. Di Paola....qualcuno continua nel tentativo di traslare sul Sindaco Guercio e su quella sua Amministrazione presunte responsabilita' che, invece, gli atti e le norme hanno dimostrato esser stato un ATTO DOVUTO. Quel tuo "CONTRA LEGEM" a quel qualcuno appare indigesto perche' fa crollare quel castello di promesse costruite intorno all'affaire "acqua" ed alla consequenziale credibilita' politica. Se, anni fa, qualcunos grido' allo scandalo pretendendo che, CONTRA LEGEM, non si consegnassero gli impianti ad APS si abbia oggi la medesima COERENZA richiedendo, "contra legem", la restituzione del servizio e delle reti idriche al di la di commi e norme sopravvenute !