Un giorno triste per Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

14 Dicembre 2012, 12:01 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Prima di riportare la notizia, vorrei invitare il paziente lettore a rileggersi quanto scrissi l'8 novembre scorso (https://www.qualecefalu.it/node/1178) e quanto fui costretto a ripetere lo scorso 2 dicembre (https://www.qualecefalu.it/node/1329). Questa spolveratina della memoria è necessaria per capire come si è arrivati alla dichiarazione del Sindaco (Dichiarazione Sindaco.pdf) e alla decisione della Corte dei Conti di ritenere sussistenti i motivi per dichiarare il dissesto.

Una decisione contro la quale il Sindaco dice di voler presentare ricorso, dimenticando forse che la legge espressamente vieta la concessione dei suoi vantaggi a quei comuni per i quali si è già passati dalla fase di accertamento a quella di verifica degli atti richiesti e delle attività intraprese.

Risulta tra l'altro strano che il Sindaco e coloro che ne sono i consiglieri non sapessero che l'adesione a quanto previsto dalla legge poteva esser data soltanto dal Consiglio comunale, che invece non si era espresso in tal senso, per cui all'udienza di ieri tale adesione era stata offerta dal Sindaco e quindi non era stata né è tenuta in conto dai giudici.

E' accaduto, quindi, che i Giudici, in presenza di un piano di alienazione dei beni, non sorretto da una ricerca di mercato, e di una perdurante incapacità d'incassare crediti pluriennali, abbiano alla fine deciso che forse la nomina di commissari avrebbe risolto meglio i problemi intorno ai quali l'Amministrazione continuava ad agitarsi, dimostrando invece una incapacità d'azione.

Per i cittadini il danno non sarà eccessivo, stante che già tutte le aliquote sono quasi al massimo per decisione dell'Amministrazione da loro eletta. Ne sarà ferito il loro orgoglio di cittadini liberi e ancor più quello dell'attuale Amministrazione e della maggioranza che la sostiene. Ma in fondo, “chi è causa del suo mal...”.

Un vantaggio potrebbe derivarne per la Città: l'accertamento delle responsabilità passate, forse la punizione dei responsabili e infine, perché no, quella dei funzionari che hanno dimostrato incompetenza. Tutte cose che subito avrebbe dovuto fare questa Amministrazione.

Commenti

Quando si apprende che ad una persona cara è stato diagnosticato un cancro ci si addolora.
Si piomba nella disperazione.
Però, pur nella disperazione, si comincia a sperare.
Nella efficacia di cure pur esse disperate.
E' paradossale ma è così.
Si spera che la diagnosi sia stata tempestiva.

Quando, per la persona cara, arriva  la fine il dolore diventa strazio.
Eppure, sin dall'avere appreso la notizia della malattia, era alla fine che si era pensato.
Alla speranza sulla tempestività della diagnosi subentra il cruccio che i medici abbiano potuto sbagliare le cure, che il medico di famiglia non sia stato tempestivo.

Se le sensazioni ed i sentimenti che, da cittadino, provo nell'apprendere del dissesto sono molto simili a quelli che, ahimè, anche di recente, ho provato per l'epilogo della malattia di una persona a me cara, il cruccio per l'epilogo è, assolutamente, identico.
E di medici l'ammalato Comune ne ha avuto parecchi.
A cominciare da quelli di famiglia che, pure, il malato conoscevano.
O, forse, avrebbero dovuto conoscere.