14 Luglio 2014, 04:26 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
PROLOGO
Il 21 maggio, il Sindaco ha annunciato in una assemblea di residenti di avere “concesso ai commercianti di via Bordonaro di mettere i vasi” per rendere più bella la strada, anzi “bellissima”, per il periodo che va dal 1 aprile al 30 settembre:
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Via Bordonaro. Per via Bordonaro mi alzo. I commercianti, a iniziare da un tale signore Brugnone, un giorno è venuto e mi ha detto: “ Sindaco voglio mettere le piante in via Bordonaro ”. “No tu non puoi mettere le piante da solo, se vi mettete tutti d’accordo ne possiamo parlare”!
Mi è venuto a trovare Roberto Cefalù e mi ha detto: “Sindaco, ci ho i soldi per le piante, noi vogliamo mettere le piante in via Bordonaro”
nota: solo per la cronaca, ricordiamo che sono stati messi a metà maggio circa; sicuramente dopo il 6.
Non ci chiederemo in questa sede che fine ha fatto l’Imperativo “non si tolgono le macchine dal centro storico senza un parcheggio (alternativo) sicuro”, pronunciato dal consigliere Lapunzina quel lunedì del 18 febbraio 2008 attorno alle ore 18.30 circa (Cefalunews 20/2/2008), nel pieno di una simile assemblea di residenti, nella Sala delle Capriate rumoreggiante nei confronti della Amministrazione di allora che voleva “togliere” tout-court le macchine dal centro storico;
nota - “Imperativo” che divenne lo slogan del nascente Comitato dei Cittadini del Centro Storico: “Prima un parcheggio per tutti e poi usciamo le auto” (Cefalunews 9/03/2008)
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Ho concesso ai commercianti di fare diventare questa strada tutto piante (qualcuno mi scrive il messaggino, per scherzare, dicendo: “Sindaco quando fai l’olio poi me ne dai qualche litro”, ma le piante non sono mie) per cercare di rendere questa strada bella ... non è contro i residenti, non è contro i residenti è a favore della città!”
Non entreremo nel merito della contraddizione tra quanto prescritto nella recente Ordinanza Sindacale sul Traffico, la Ordinanza Lapunzina n° 38 del 7 aprile 2014 e le inattese modifiche di fatto ad essa apportate da questa improvvisa “Concessione”;
nota: tale Ordinanza prescrive infatti che in via Bordonaro (art. 2, comma 5) “il Parcheggio è consentito esclusivamente ai residenti in loco, in possesso di Pass ZTL 1, ad eccezione delle seguenti fasce orarie: dalle ore 12.00 alle ore 16.00 e dalle ore 19.00 alle ore 24.00”. Una disposizione peraltro definita “sadica” dal C.C.C.S, in quanto avrebbe obbligato i residenti a togliere la loro macchina parcheggiata almeno due volte al giorno -
Non entreremo nel merito dei criteri del sindaco nel far di conto:
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Com’era la situazione in via Bordonaro? Dallo “Scoglio Ubriaco” all’angolo del Bastione, piante, poi macchine, poi piante, poi una macchina, poi piante; totale quante macchine? Sei!
- questa foto risale al 6 maggio ed io stesso ho contato ben 23 macchine parcheggiate -
Non entreremo, in questa sede, neanche nel merito di una valutazione estetica di una siffatta soluzione di “arredo urbano”:
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“Prima di tutto chiariamoci. Via Bordonaro per la quale non io - perchè io non ne voglio complimenti; io sto facendo cinque anni a favore della città, poi dopodichè, stop, chiuso. Io sto mettendo il mio sacrificio, il mio impegno. Ma noi, come città, stiamo ricevendo grandi complimenti per via Bordonaro, i commercianti e tutta la gente, perchè è diventata bellissima”.
... racconteremo soltanto della esperienza di un cittadino comune che avrebbe voluto saperne di più sui particolari di questa Concessione.
Perchè? Il motivo iniziale è semplice.
Avendo, la gente presente in aula, chiesto quando è possibile entrare in via Bordonaro per le domestiche operazioni di carico e scarico e soprattutto “dove” è possibile fermarsi dal momento che non sembrava esservi spazio sufficiente, il sindaco quel 21 maggio in quella sede, ha affermato che:
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“La fermata si può fare anche tra pianta e pianta per scendere le macchine, la fermata! Per cui io mi metto la macchina, mi fermo, scendo le cose e me ne vado”.
Ed ha inoltre ribadito, a fronte delle osservazioni ironiche del Vice-Presidente del C.C.C.S., Santo Ilardo, che;
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“ma se lei si ferma, al di là di quello che dice il presidente Santo iIardo, se lei si ferma tra pianta e pianta, lei la fermata per scendere le cose la può fare”!
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ACCESSO AGLI ATTI DEL COMUNE DI CEFALU’
“Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate. Queste parole di colore oscuro vid’io scritte al sommo di una porta...”
Cap. 1
- Un comune cittadino prova a fare da sè -
Alcuni giorni dopo quel 21 maggio, quel cittadino comune, non volendo credere di trovarsi di fronte all’ennesima bugia del sindaco (questa volta in merito alla possibilità di fermata di un’auto tra i vasi di via Bordonaro), ipotizzando perciò che la realizzazione dell’arredo sia stata difforme da ciò che lo stesso sindaco aveva così generosamente concesso ai commercianti della strada, si pone l’obiettivo di accedere alla visione degli Atti di tale Concessione, e va diritto all’Ufficio Commercio e Attività Produttive, sito in via Amendola.
Vi era andato già altre volte, da cittadino impertinente, per verifiche simili. Questa volta però, con sorpresa si sente rispondere che quell’Ufficio da oltre un anno si occupa solo di Esposizioni, Fiere etc... e che “di queste cose” ora se ne occupano i VV.UU.
Strano, pensa il il cittadino; dalle parole del sindaco gli era sembrato trattarsi di una concessione temporanea di suolo pubblico a dei privati per la collocazione di fioriere!
Va sul Sito del Comune a controllare dove avesse sbagliato.
Cliccando su “Commercio Attività Produttive - Sportello Unico”, nell’apposito spazio dedicato a “Uffici e Servizi”, nella pagina iniziale del Sito, trova scritto che, fra i compiti e le funzioni dell’ufficio, vi sono anche le “Autorizzazioni per occupazione temporanea di suolo pubblico”.
Nel Regolamento Cosap, all’art. 7, successivamente trova spiegato che le occupazioni sono permanenti e temporanee, e, al comma 2, che: “Sono temporanee le occupazioni di suolo pubblico di durata non superiore a sei mesi”.
Fa un breve conteggio: dal 1° aprile al 30 settembre, sono esattamente sei mesi. “Esattamente sei mesi”, ragiona, dovrebbe significare “non superiore a sei mesi”; si tratterebbe perciò proprio di una occupazione temporanea!
Tra la sequela di autorizzazioni, di competenza dell’Ufficio Commercio e Attività produttive, peraltro, al III Settore - Suolo Pubblico, trova proprio: “Collocazione fioriere”.
Tuttavia, data la risposta ottenuta in via Amendola è indotto a ritenere che, per via Bordonaro, evidentemente non si tratta di una “occupazione di suolo pubblico temporanea per la collocazione di fioriere”!
Di che si tratta allora, come formulare la Richiesta di accesso agli Atti, ai VV.UU., considerato inoltre che qui si non tratta di un “soggetto certo”, quale può essere un singolo esercizio commerciale o un singolo privato cittadino che abbia fatto richiesta di concessione di suolo pubblico per collocarvi delle fioriere; qui la richiesta, e quindi la concessione, riguarda un gruppo di commercianti di una intera strada: chi è dunque il “soggetto” che si è intestato la richiesta per via Bordonaro e quindi il “soggetto” a cui sarebbe stata rilasciata l’Autorizzazione, di cui il comune cittadino vorrebbe richiedere visione?
Confidando nell’art. 5 del Capo II del Regolamento per l’accesso ai documenti amministrativi del Comune, nel quale è scritto che il Richiedente “deve altresì indicare gli estremi del documento oggetto della richiesta, ovvero gli elementi che ne consentano l’individuazione” quel comune cittadino - dopo aver prima individuato quali sono i giorni e gli orari in cui gli Uffici dei VV.UU. sono aperti al pubblico - si presenta speranzoso in via D. Portera.
Grande è il suo sconforto però quando, alla sua richiesta di aiuto sul come formulare la Richiesta, l’unica collaborazione che proviene dal personale addetto è la indicazione che “di queste cose” se ne occupa Riccardo Liberto, i cui orari però - date le molteplici sue incombenze - non sempre coincidono con quelli dell’Ufficio; bisogna venire o la mattina presto o verso le 13, cioè dopo la chiusura dell’Ufficio stesso!
Per fortuna Cefalù è un paese abbastanza piccolo in cui è possibile ancora incontrare le persone per strada.
Così accade che qualche giorno dopo, quel cittadino comune abbia modo di fermare, in piazza Duomo, il Liberto e, usando della sua gentilezza e disponibilità, di rivolgergli la domanda: “Come devo formulare la Richiesta di accesso agli Atti relativi alla Concessione, di cui ha parlato il Sindaco, per via Bordonaro”?
La risposta è franca e puntuale: si tratta di un Progetto di arredo di via Bordonaro, tipo quello a suo tempo realizzato in piazza Garibaldi, presentato al Comando dei VV.UU. da un primo firmatario (di cui dice il nome e cognome) a cui seguono le firme degli altri commercianti della strada.
Il comune cittadino, rassicurato sul come dovrà formulare la Richiesta di accesso al documento: “Progetto di arredo”, prova allora a chiedere quando ne è stata autorizzata la realizzazione.
La risposta, senza infingimenti - quasi confidenziale - è (per il comune cittadino) sconvolgente: agli Atti esiste solo la richiesta di realizzazione del Progetto. Da parte dei VV.UU., a quella data (si era alla fine di maggio), non è seguito alcun Atto autorizzativo; né, da parte della Giunta municipale, è stato prodotto alcuna deliberazione al riguardo!
Allontanandosi, il comune cittadino rimurgina tra sè: “può davvero un Sindaco autorizzare un Progetto del genere solo in forza della propria Parola, considerato peraltro che la realizzazione di tale progetto confligge con quanto disposto dalla vigente Ordinanza sul Traffico: non è che quei vasi sarebbero di fatto abusivi”?
All’interesse iniziale di vedere il Progetto per capire se la distanza tra i vasi prevista avesse mai potuto permettere la “fermata” garantita dal sindaco, subentra ora lo sconcerto per un qualcosa che non avrebbe mai pensato, e cioè che una autorizzazione verbale del sindaco basti a rendere superflua qualsiasi procedura autorizzativa formale!
Sente, tra sè e sè, che è questo un qualcosa che bisognerebbe denunciare pubblicamente; già ma come poter dire che quei vasi sono posti lì senza alcuna autorizzazione scritta e perciò “abusivamente” non avendo alcuna prova in mano, col rischio di veder spuntare dal nulla, dopo qualche giorno, una Autorizzazione “prèt-à-porter” con una data di rilascio magari risalente ad un mese prima?
nota: Gli era già successo infatti già una volta di richiedere, in via Amendola, la visione di una concessione di suolo pubblico per tavoli e sedie (già da tempo collocate) di un esercizio commerciale, e di sentirsi rispondere che l’Atto non era visionabile perchè “in itinere”. Era sicuro di essersi sentito dire proprio così:“la pratica è ancora in itinere”; andò via infatti, anche quella volta, rimurginando tra sè come dunque quella collocazione, a quella data, risultasse abusiva.
Ma dovette ricredersi e soprattutto riflettere a lungo sulle condizioni delle proprie capacità percettive ed in particolare della propria memoria, quando, giorni dopo, avendo incaricato un consigliere comunale di verificare, questi tornò con un Atto di concessione con apposta una data antecedente a quella in cui si era sentito rispondere che la pratica era ancora in itinere!
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Il 2° Capitolo, dal titolo “ Il comune cittadino prova a rivolgersi a dei consiglieri comunali”, uscirà in giornata.
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Commenti
Salvatore Culotta -
Interventi di arredo urbano
Interventi di arredo urbano all'interno di uno spazio delicato qual'è un centro storico non possono sottostare ad esigenze di carattere chiaramente ed esclusivamente commerciale. Il ritenere poi che sia necessario riempire di piante, quali che siano, una strada per renderla "più bella" è qualcosa di veramente deprecabile, qualcosa messa in atto da chi non ha voluto o potuto capire che quella strada non ha bisogno di essere "abbellita" - perchè è già bella di per sè - , una via quale la via Bordonaro ( prima Strada San Giovanni, Strada Maggiore della Marina, Strada della Corte e infine via Roma) con una sua storia, una sua "facies" - la pavimentazione, i paramenti murari, la particolare visuale ( unica ma distrutta da un'improvvida "temporanea " costruzione). Snaturare qualsiasi angolo di Cefalù in un gretto, direi animalesco, tentativo di farlo somigliare a qualsiasi altro angolo di qualsiasi altro paese sembra essere il massimo risultato del lavorio intellettuale di buona parte dei cefaludesi ( o perlomeno di quelli capaci di imporre a tutti gli altri le loro scelte).
Pino Lo Presti -
Caro Totò
Perchè così poche persone hanno la capacità di dire con linearità queste cose in un paese che pare abitatao solo da "mercanti del tempio"?