27 Novembre 2012, 15:22 - Rosario Fertitta [suoi interventi e commenti] |
Si sta innescando in Città una “guerra fratricida” che sta rischiando di mettere contro, gli uni contro gli altri, categorie commerciali e singoli cittadini.
Bisogna prestare molta attenzione e non alimentare un fuoco che potrebbe essere definitivamente deleterio per la nostra Cefalù.
Lapunzina non ha bisogno della mia difesa ma bisogna essere obiettivi nel riconoscere che ha ereditato, dal ben noto passato, una situazione finanziaria clamorosamente deficitaria.
Non riconoscere questo presupposto vuol dire essere in malafede.
Ed è inutile, in questo momento, continuare a rinfacciare la responsabilità a Tizio o a Caia…..stiamo bruciando e non possiamo permetterci il lusso di guardare indietro.
Ci sarà tempo per tutto ciò.
Oggi la priorità è, per tutti, EVITARE il DISSESTO !
E ciò non soltanto sul piano dell’immagine quanto per le conseguenze che ne deriverebbero.
Vado al dunque.
Se oggi, in piena emergenza, l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale decidono di attivare le percentuali massime delle aliquote previste dalla legge, ciò non significa che non si possa programmare – in un tavolo di serio confronto costruttivo con le forze della città – un progressivo alleggerimento delle stesse già a partire dal prossimo anno, anche mediante la rivisitazione e l’aggiornamento dei vari regolamenti comunali che non corrispondono più alle attuali esigenze pratiche.
Se, malauguratamente, dovesse arrivare il DISSESTO l’applicazione delle aliquote massime delle varie tariffe avverrà automaticamente e PER BEN 5 ANNI senza che, in questo lungo periodo, né il Sindaco né il Consiglio Comunale possano operare un “ripensamento” al ribasso delle aliquote.
E’ un momento delicato, nel quale va dimostrato grande spirito di squadra a prescindere dalla appartenenza politica di ciascuno.
Ne va del nostro futuro e, soprattutto, di quello dei nostri figli.
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Commenti
Pino Lo Presti -
Ho già detto
che questo è il momento di dimostrare che Cefalù "vive" anche di Turismo e non (come in molti pensiamo) viceversa.