6 Luglio 2014, 16:56 - Rosalba Gallà [suoi interventi e commenti] |
PROSPETTIVE, GEOMETRIE, RIFLESSI
LE FOTOGRAFIE DI ROSARIO VIZZINI
di Rosalba Gallà
La realtà, anche quella che abbiamo sempre sotto gli occhi, quella a cui siamo assuefatti, può rivelarsi, ad un occhio attento e ad un modo divergente di osservare il mondo, sotto aspetti del tutto nuovi e imprevedibili e presentare giochi geometrici inediti. Ecco una porzione delle due torri della nostra cattedrale, fissati in una foto che, eliminando la distanza che nell’immagine abituale le separa, le presenta in uno sviluppo continuo di angoli, con un movimento spezzato che sembra nascere dal rifesso di uno specchio.
Cefalù, Windows
O ecco un modo alternativo di fissare in un’immagine la sequenza monofora-bifora-bifora delle facciate delle torri del Duomo di Cefalù, osservate dal basso, in maniera da darne un’immagine sempre più schiacciata man mano che si sale con lo sguardo, ma in cui è sempre più evidente la profondità e in cui è possibile apprezzare in modo nuovo i capitelli delle colonne delle due bifore.
Cefalù, 1-2-2
E sempre in tema di torri e finestre, Rosario Vizzini ci presenta un’altra immagine della nostra Cattedrale, dove i giochi geometrici sono evidenziati da una striscia di colore al centro della foto, colore che scandisce ed evidenzia il passaggio natura – ambiente antropizzato – natura, nel ritmo della vegetazione, dei tetti e della cattedrale, del mare e del cielo.
Cefalù, Risalto
Alzare lo sguardo, talvolta, può far scoprire, in maniera paradossale, le forme di ciò che è informe, le forme del cielo dettate dalle architetture che, stagliandosi verso l’alto, disegnano contrade e vicoli azzurri
Cefalù, Convergenze
Cefalù, Vicoli azzurri
Ancora sintesi tra elementi naturali e antropici nelle due seguenti fotografie. Nella prima prevale l’dea delle curve su cui affiorano pensieri: le curve del mare e le curve della scalinata, in posizione speculare, esaltate dalla perfetta diagonale formata dai gradini; nella seconda prevale l’dea del moto ondoso che passa dal mare ai curvi gradini di pietra.
Cefalù, Pensieri sulle curve
Cefalù, Onde di mare, onde di pietra
Sono foto, quelle viste fino ad ora, che coniugano le geometrie con l’esistenza. Vengono in mente i versi di una canzone di Franco Battiato, Gli uccelli:
Aprono le ali scendono in picchiata atterrano meglio di aeroplani. Cambiano le prospettive al mondo voli imprevedibili ed ascese velocissime traiettorie impercettibili codici di geometrie esistenziali. |
“Codici di geometrie esistenziali”: il valore dello spazio nell’esistenza e dell’esistenza nello spazio, la necessità di conciliare i bisogni profondi dell’uomo con lo spazio naturale e con quello antropizzato, il bisogno di un ordine che è naturale e che può e deve trasferirsi nel mondo artificiale, che è artificiale e può e deve trasferirsi nel mondo naturale, in perfetta armonia. Esattamente nel seguente modo:
Cefalù, Come cielo la Rocc(i)a
E poi, nelle foto di Rosario Vizzini, troviamo il fascino dei riflessi, e se a rispecchiarsi nell’acqua è il profilo di Cefalù e della sua Cattedrale, la magia è completa.
Cefalù, Riflessi
Cefalù, Di riflesso
Un lampione, a Isnello, si riflette in una pozzanghera e, anche in questo caso, il gioco è fatto!
Isnello, Lampione
Per i riflessi seguenti, lascio la parola al poeta:
Cefalù, Mare d’argento
NOTTURNO Guardo le stelle Guardo e stelle Guardo la terra (Trad. di C. Rendina) |
Per concludere, delle osservazioni di carattere generale.
La fotografia è stata generalmente considerata la forma d’arte più oggettiva, in quanto riproduzione fedele della realtà: pertanto le è stato spesso attribuito un ruolo prevalentemente documentario e referenziale (che è palese in alcuni settori, come in quello giornalistico), in contrasto con la pittura intesa come frutto della creazione dell’artista. Ma nel tempo è diventato sempre più evidente che essa è, invece, un potente mezzo di interpretazione della realtà: spogliandosi, così, della semplice concezione mimetica che la rendeva specchio della realtà, ha assunto in maniera sempre più esplicita la funzione di tutte le arti visive, che è quella di suggerire ed evocare situazioni che vanno ben oltre l’immagine e le sue forme, e che riguardano il mondo personale dell’autore dello scatto, carico di conoscenze e sentimenti che, espressi con il linguaggio specifico dell’immagine fotografica (linguaggio che può essere altrettanto allusivo, simbolico, allegorico di un testo poetico, di un dipinto, di una scultura…) diventano patrimonio degli osservatori, che a loro volta interpreteranno l’immagine sulla base di personali conoscenze e sentimenti.
Quale realtà, dunque, è riprodotta dalla fotografia? Quella in cui il soggetto che la scatta si rispecchia (foto non come specchio della realtà, ma come specchio del suo autore), soltanto quella relativa ad un particolare punto di vista, ad una particolare prospettiva e la stessa realtà può presentarsi in infiniti modi a seconda dell’occhio (e dell’obiettivo) che l’osserva. Così, se cambio il punto di vista…
Se cambio il punto di vista
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