29 Giugno 2014, 11:57 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Rinchiuso nel convento, nella celletta ristretto, il buon Abate nella sua testa i neuroni stretti teneva, per pensare con arroganza a esercitare l'incompetenza. E per esser certo di di non peccare di sapienza, presso ossequiosi amici cercava un plauso alla sua ignoranza, che lo liberasse dalla coscienza della sua incompetenza. La sua mente era un pozzo inesauribile da cui sgorgava un fiume di parole, che riempiva l'ascoltator di bile e timor gli dava per il futuro della prole. Nessuno osava all'Abate opporsi e anzi in tanti gli s'inchinavano al passaggio quando in abito talare con coraggio percorreva del paese i corsi. In questi momenti un lucente alone la testa gli sovrastava ed egli, vedendosi riflesso nei portoni, d'esser santo credeva. |
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