Per il Sindaco Lapunzina fu come annunziare l’inizio di una nuova era ed invece ….

Ritratto di Saro Di Paola

10 Giugno 2014, 21:49 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L’8 giugno del 2013, nella cava di San Calogero, per il Sindaco Lapunzina fu come annunziare l’inizio di una nuova era per Cefalù :
“Un luogo, fino a poco tempo fa dimenticato e abbandonato, accoglie ora la prima di una serie di manifestazioni artistiche e culturali che saranno destinate al divertimento, e alla crescita intellettuale, di coloro che vengono a trascorrere le loro vacanze nella nostra città e dei discendenti di quei cefaludesi che, in passato, si recavano qui per lavorare duramente all’estrazione della lumachella e all’alimentazione delle calcare attraverso le quali la pietra della Rocca veniva trasformata in calce”.

….. Stasera siamo protagonisti della consegna alla pubblica fruizione di uno dei luoghi più ricchi di fascino e più densi di bellezza della nostra città ……….
Da anni si accarezzava un sogno: rendere fruibile questo anfiteatro naturale e farne luogo di cultura, consegnandolo alla città, ai suoi abitanti e ai turisti.
Oggi questo sogno inizia a prendere forma
…………. inserito nel programma elettorale e voluto fortemente dall’Amministrazione Comunale che mi onoro presiedere …….
Da questa sera ci si potrà recare in questo meraviglioso scenario naturale per divertirsi, per fare cultura, per riflettere.
La mia Amministrazione vuole fare in modo che questa iniziativa non resti un momento isolato ma diventi l’inizio di una serie di manifestazioni che daranno vita ad un vero e proprio calendario di eventi.
Intendiamo avviare, inoltre, un progetto di riqualificazione complessiva del sito, anche attraverso il recupero delle antiche calcare e la fruibilità dell’edificio dell’ex chiesa di San Calogero che, insieme, costituiscono una importante testimonianza di cultura popolare e di fede.
Come avviene in altre parti della Sicilia, da questa sera anche nella nostra città si farà cultura e spettacolo all’interno di un parco archeologico e naturalistico.
Desideriamo che questa nuova opportunità diventi un modo per imparare ad amare ancor di più la nostra Cefalù, per fare innamorare di essa coloro che la visitano, per offrire nuove occasioni di crescita culturale e per creare nuove possibilità di sviluppo.”


Quella sera, nella cava di San Calogero, ribattezzata “Anfiteatro”,

il colpo d’occhio, sotto la luce di potenti riflettori, era di straordinaria suggestione.
Le foto di Alberto Culotta (https://www.qualecefalu.it/node/2411)

e quelle di Pino Lo Presti (https://www.qualecefalu.it/node/2418)

                                       

riescono a farci rivivere le sensazioni e la suggestione di quella sera.

Oggi, dopo appena un anno, nella cava di San Calogero, si avvertono altre sensazioni.
Il “sogno” è durato, soltanto, una notte d’estate.
E le sensazioni sono diverse.
Molto diverse.
Sulle altre a prevalere sono la tristezza e lo sdegno.

La tristezza per l’abbandono.
Lo sdegno per la politica degli annunci e della ciarla.

Saro Di Paola, 10 giugno 2014

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Gli eventi sognati - Angelo Sciortino - 15 giugno 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2448)
Il paterno ma vibrante monito del dott. Rosario Ilardo - Pino Lo Presti - 11 giugno 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2418)
Anfiteatro della Rocca - Salvatore Culotta - 10 giugno 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2411)
Anfiteatro San Calogero: T. Jobim e la storia della bossanova - Quale Cefalù - 8 giugno 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/2403)

Commenti

Basta con la denominazione "anfiteatro"!!!

Questo spazio, che altro non è che l'area di risulta della cava sottostante la chiesa di San Calogero, tutto può dirsi tranne che un anfiteatro.
Chiamiamolo "Spazio teatrale San Calogero", "Teatro naturale San Calogero" - per quanto vi sia ben poco di naturale nella forma semicircolare delle rocce che lo delimitano -, ... ma poniamo fine a questa denominazione infondata e ingiustificata.
Continuo a chiedermi come i "cultori della storia" presenti in consiglio comunale, pur di non urtare la sensibilità dell'allora neo-eletto consigliere e collega di maggioranza Terrasi - promotore dell'iniziativa-, abbiano potuto avallare questa definizione.

Il perché dell'assurdità dell'indicazione "anfiteatro", senza dover giungere a scomodare la Storia dell'Architettura, è già evidente in questa splendida foto di Alberto Culotta.

Ringrazio Saro e Gianfranco per gli articoli per le belle foto dell'anno scorso e per essere ritornati sull'argomento. Rispondendo a Gianfranco a proposito della denominazione del sito, quest'anno  come suggerito se non ricordo male da Saro abbiamo pensato  "Cavea di S. Calogero" . Per il prossimo anno anche l'idea di "Teatro naturale di S.Calogero" non è male. Grazie alla collaborazione di tanti l'anno scorso si è potuto porre attenzione su quest'area. Quest'anno l'iniziativa prevede sabato 21 giugno nel pomeriggio, dalle 17 in poi, visite guidate per i cefaludesi e per tutti coloro che hanno voglia di conoscere storia e botanica dell'area di S.Calogero. L'organizzazione sarà curata dalla ProLoco, dall'Agesci e dall'ass.culturale "I Narratura" che reciteranno lungo l'itinerario delle poesie. In serata invece ci divertiremo dalle 21.00 con il gruppo "I Vanni 36" con il concerto "Swing Italiano.....si stava meglio quando si stava peggio!!! Quest'anno avremo il piacere di suonare insieme ad uno dei personaggi di spicco della musica cefaludese che per l'occasione si cimenta graziosamente in un genere musicale completamente diverso: parlo del M° Pino Testa. Vi aspetto giorno 21 e spero che Saro venga a raccogliersi la chiappara delle fornaci!!!! Ringrazio anticipatamente quanti anche quest'anno s'impegneranno nella relizzazione del progetto. Grazie Enzo Terrasi 

Caro Gianfranco, dici bene! Questo è un luogo che "potrebbe" essere "teatro", allor quando fosse reso "teatro" attraverso l'unico strumento, che ben conosciamo, che è il "progetto di architettura". Il fatto che ad oggi, ad un anno della sua "inaugurazione" sia ritornato ad essere "area di risulta di una cava" ne è la prova tangibile.

Un luogo affinchè muti di senso e di funzione deve necessariamente essere addomesticato da un progetto, che ne guidi la metamorfosi, altrimenti il rischio è questo, la provvisorietà, che genera  l'abbandono e il non senso.

Il nostro paese ha luoghi, ha paesaggi, ha architetture che appartengono alla storia...ma purtroppo è sordo ai progetti che potrebbero trasformarsi in nuove architeture per la storia di domani.