La conferenza su Galileo Galilei

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Giugno 2014, 12:59 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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“L'eredità di Galileo a 450 anni dalla nascita”, a cura del Prof. Alberto Buonanno dell'Università di Roma Tor Vergata. Questa la conferenza tenutasi ieri sera nella Terrazza Mandralisca. Una conferenza alla quale ho partecipato con curiosità – non capitano spesso simili occasioni a Cefalù! - e dalla quale ho avuto conferme e suggerimenti per nuovi approfondimenti.

Se oggi non fosse una giornata particolarmente difficile per me, potrei dedicare a questo commento il tempo e gli approfondimenti che la conferenza e il tema meritano. Devo invece limitarmi alle impressioni, che mi hanno colpito, anche per indubbi meriti del professore Buonanno. A lui stesso e ai lettori chiedo di scusare il carattere improvvisato del mio commento.

Una cosa mi ha subito colpito, fra le tante cose dette dal conferenziere e tutte edificanti, l'aver sottolineato la grande chiarezza della scrittura di Galilei. Una chiarezza e una capacità espressiva, che ne fanno uno dei più grandi classici della lingua italiana, che dovrebbe obbligatoriamente leggersi nelle scuole superiori, come si leggono Dante e Manzoni. Ma forse in questa povera Italia non si leggono neppure loro, considerandoli ormai superati. Superati da chi e da che cosa?

Qui avrei voluto che il professore Buonanno sottolineasse come la chiarezza logica di Galilei è il risultato del suo studio dei, al suo tempo superati, Euclide o Archimede. Ma un'ora di conferenza costringe a correre!

E che cosa dire del parallelo con Keplero? Certamente costui aveva una grande stima di Galilei e forse, com'è stato ricordato dal conferenziere, fu questa stima a spingerlo a sottoporgli le sue riflessioni, per averne un giudizio. Galilei, però, non rispose. Certamente non per la povertà intellettuale delle riflessioni del Keplero e neppure per gelosia, ma forse perché Keplero era considerato un astrologo, come lo era stata la madre, e in tale veste Galilei non lo considerava all'altezza delle riflessioni scientifiche. Se l'ora tarda me lo avesse permesso, avrei avuto piacere a sottoporre il mio dubbio al professore Buonanno.

Lo stesso avrei fatto per sottolineare come il sistema solare di Galilei era molto meno degli infiniti mondi di Giordano Bruno, che oggi conosciamo confermati, perché sono infiniti i sistemi solari dell'Universo. Così tanti e così in crescita, da far dire ad Einstein che l'Universo è finito, ma senza limiti.

E se l'Universo è senza limiti, proprio il disegno mostrato ieri sera di una Terra una volta al centro e una volta lateralmente indica correttamente il concetto che nell'Universo non c'è un centro, perché qualunque suo punto può essere considerato tale, essendo da esso che ci guardiamo intorno.

In ogni caso, non ho potuto esporre i miei dubbi e la conferenza non solo me li ha richiamati alla mente, ma me ne ha fatti sorgere altri. E questo significa imparare. Di questo ringrazio il professore Buonanno e mi auguro d'incontrarlo e d'ascoltarlo ancora.