11 Maggio 2014, 11:54 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
A soltanto un giorno dal proclama sulla decisione della Corte dei Conti di approvare il piano di riequilibrio finanziario del Comune, esso decide di andare incontro, indifeso, a uno scontro giudiziario, che probabilmente potrebbe concludersi con una sua sconfitta, ma soprattutto con la sconfitta dei cittadini contribuenti.
Giorno nove del mese di maggio, infatti, si è tenuta l'udienza presso il TAR, per decidere del ricorso presentato dai proprietari dell'albergo incompiuto del Lungomare. I lettori, che amano approfondire, nel seguente link possono trovare una sorta di cronistoria e i richiami ad altri link, in cui si è trattato diffusamente del caso: https://www.qualecefalu.it/node/988.
A noi oggi tocca riflettere su quanto è accaduto giorno 9.
In tale data si è tenuta la I udienza della causa intentata contro l'ordinanza 104 dell'ingegnere Duca, che nella qualità di dirigente dell'Urbanistica aveva ordinato la sospensione dei lavori del costruendo albergo. Le attività giudiziarie erano state sospese su richiesta dello stesso ricorrente, sollecitato dalla stessa Amministrazione, che aveva forse lasciato intravvedere una possibilità di accordo extra giudiziario. Trascorso inutilmente il tempo ragionevole per addivenire a una soluzione “pacifica”, il ricorrente ha riavviato l'iter giudiziario, il cui primo passo è consistito nella prima udienza, in cui è stata invitata anche l'Amministrazione per sostenervi e farvi valere le proprie ragioni. L'Amministrazione, però, non si è costituita in giudizio, vale a dire: non si è presentata.
Adesso la causa procederà in assenza dell'Amministrazione citata ed essa non avrà modo di sostenere le sue ragioni. Forse, se dovesse derivarne una sentenza negativa, essa non potrà neppure proporre appello. E non c'è dubbio che, come espresso al momento dell'ordinanza impugnata, il rischio di una sentenza di condanna ha molte ragion d'essere.
La situazione aggraverebbe, nel caso in cui una sentenza negativa prevedesse un risarcimento, il già debole piano di rientro, che sembra essere stato accettato dalla Corte dei Conti. Corte dei Conti che non potrebbe non tener conto di questa eventuale e ulteriore passività e di altre che sembrano profilarsi, se l'Amministrazione ha ritenuto necessario impegnare quasi 14.000,00 euro per l'onorario di un legale, che la difenda nella vicenda vecchie poste, che, sempre in onorari e spese legali, è costata già altri 25.000,00 euro.
Non scrivo questa nota nella speranza che essa provochi quantomeno una riflessione da parte del Sindaco e dei suoi sostenitori e meno che mai una loro risposta di chiarimento – che tra l'altro ormai non mi convincerebbe più – ma soltanto per far sapere ai cittadini che cosa li aspetta.
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