14 Aprile 2014, 16:46 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
NUOVA PERFORMANCE DE “I NARRATURA” ALLA GALLERIA.
(“…poeta nascitur, orator fit…” Poeta si nasce, oratori si diventa)
di Giuseppe Maggiore
Ieri alla “Galleria”, il noto originale locale cefaludese ristorante-caffè letterario, unico nel suo genere che accoppia gastronomia e cultura (via XXV Novembre, 23, Cefalù), famoso per le continue accreditate performances artistiche che vi hanno frequentemente luogo (pittura, scultura, letteratura, musica e quant’altro), ricavato nei locali della “Fondazione Culturale Mandralisca” e sapientemente gestito dai dinamici Giuseppe Provenza e Angelo Daino, si è svolto nel tardo pomeriggio un incontro letterario durante il quale, nell’ambito delle esibizioni indette dalla compagine “I Narratura” è stata presentata al folto (limitatamente alla capienza del locale) e scelto pubblico la silloge di liriche dal titolo “Strati e Stratuzzi”, opera, già editata in un recente passato e che ha formato oggetto di altra prestigiosa presentazione, del conosciutissimo e pluriapprezzato Antonio Barracato, ormai incontrastato maestro della dimensione letteraria vernacolare, nonché Direttore della Compagine anzidetta.
Fotografie di Giacomo Sapienza tratte dalla pagina facebook di Antonio Barracato
Presenti l’assessore alla Cultura del Comune di Cefalù, Antoniella Marinaro e la Consulente al Turismo ed Eventi Angela Macaluso, entrambe competenti esponenti e promotrici di una cultura nostrana versata in plurime direzioni e dalle Medesime con il loro fattivo impegno portata al diapason, e presenti, pure, autori della stessa disciplina vernacolare fra cui Franco Catalano e Nino Ranzino, nonchè lo Scultore Roberto Giacchino, il Presidente del “Circolo Margherita” di Termini Imerese, Giovanni Stringi accompagnato da altri due membri dello stesso “Circolo”, Giuseppe Cianciolo e Salvatore Curreri, l’evento in programma ha trovato positivo riscontro nel gradimento del pubblico.
Così, preceduto da una sentita ed esauriente anagogìa di Santa Franco, che ha dissertato sul testo proposto evidenziandone, con finezza di interpretazione e profondità di giudizio, le peculiarità artistiche e letterarie, il Nostro, supportato anche dal non meno apprezzato Salvo leggio, che, virtuoso musicista, alla chitarra ha creato il sottofondo adatto ai testi declamati (Gaetano Forte, voce narrante componente il trio, imprevedibilmente assente), ha letto con palese sentimento una diecina delle sue composizioni, caratterizzandole con una partecipazione vocale intimista che le ha rese più veridiche, spontanee e coinvolgenti.
Applauditissime, fra le varie liriche facenti parte del programma, “Lamentu du patri” e “L’autru munnu”, nelle quali l’immedesimazione emotiva del dicitore ha raggiunto, sia nel tono che nelle pause, notevoli effetti.
Ad un certo momento la stessa Antoniella Marinaro, invitata al microfono per un suo intervento estemporaneo, ha “ex abrupto” chiesto di poter leggere anche lei una lirica.
L’iniziativa, che è stata accolta con estremo favore ed interesse da parte della compagine programmatrice e degli astanti, non ha mancato di riscuotere un più che convinto comune apprezzamento, sia perché la lettrice si è esibita leggendo all’impronta la lirica, sia perché il tono, le pause, il ritmo osservati durante l’intera prestazione per la bravura profferta sono stati considerati attributi pertinenti ad una consumata attrice più che ad una dilettante della materia; qualcuno del pubblico, infatti, si è espresso in questo senso.
In ultimo e fuori programma, Salvo Leggio, personalmente invitato dal sottoscritto che ne conosce le preclare valenze di esperto compositore e musicologo, accompagnandosi con la chitarra (suo noto strumento usuale), ha cantato una sua canzone composta nel periodo della sua prima giovinezza; esibizione, questa, in cui il sentimento scaturente dalla melodia e dalle nostalgiche rimembranze ha fatto sì che lo stesso aedo si commuovesse. Applauditissimo!
Lo svolgersi dell’intero riuscitissimo programma è stato talmente gradito dal pubblico che (a furor di popolo, oserei dire) è stato ampliato; e anzichè leggere soltanto sette liriche, alla fine l’Autore ne ha lette dieci.
Cefalù, 14 Aprile 2014 Giuseppe Maggiore
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