Il Teatro dei Pupi, Franco Cuticchio: "Il nostro problema sono le istituzioni"

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di Patrizia Mercadante
da: Sicilia informazione.com

“Noi abbiamo solo un grosso problema, le istituzioni”. Con questa frase si apre l’accorato appello di Franco Cuticchio, componente del Teatro Arte Cuticchio, storica compagnia di pupari di Cefalù, assieme a Teresa, Girolamo e Giacomo.

“Io e la mia compagnia lavoriamo sia con i privati che con gli enti pubblici. Avevamo in concessione dal 2001 un teatro museo a Cefalù che ci fu concesso dall’amministrazione in comodato gratuito, ma dopo 8 anni hanno rivoluto i locali datici in gestione. E oggi io con la mia compagnia mi trovo in grosse difficoltà”.
La famiglia Cuticchio aveva proposto al Comune di pagare un affitto per continuare a lavorare all’interno della “Corte delle Stelle”, di contro l’amministrazione ha dato mandato ai legali di sollecitare lo sgombero e come se non bastasse, il tribunale di Cefalù ha in seguito ordinato ai Cuticchio di restituire i locali entro il 31 dicembre 2009.
“Adesso lavoriamo soltanto come teatro itinerante – sottolinea Cuticchio - o come compagnia occasionale al Teatro museo internazionale delle marionette del professore Antonio Pasqualino a Palermo. Recentemente ho avuto modo di poter esporre il mio problema all’ assessore comunale Giampiero Cannella e al direttore dell’assessorato regionale al Turismo, spero tanto che questa sia la volta buona. Tengo a precisare che il teatro dei pupi è stato riconosciuto dall’ Unesco nel 2001, patrimonio immateriale dell’ umanità e quindi tutte le compagnie di pupari devono essere tutelate in egual misura”.
“Le istituzioni dovrebbero aiutarci come fanno con tutti
gli altri pupari, dando anche a noi la possibilità di accedere ai vari contributi, ma guarda caso, quando presentiamo la nostra documentazione per accedere ai contributi, o viene smarrita o scambiata con un altra compagnia omonima”.
Il Teatro Arte Cuticchio, è oramai, una delle rare compagnie locali di pupari che propongono spettacoli usando la tecnica e la tradizione di quest’arte che si tramanda da padre in figlio. Così come ha fatto Franco, con i suoi. Sembra assurdo pensare, che questo patrimonio culturale riconosciuto in tutto il mondo possa essere di colpo cancellato.