La Partita di Pallone

ritratto di Nicchi Salvatore

Versione stampabile

Me ne stavo tranquillo e comodo nella poltrona del salotto a guardare la televisione, quando dalla contigua Via Portosalvo, erano circa le 23, con un boato terrificante, ho capito che la tranquillità del quartiere era finita.
Di lì a poco una folla scalmanata di tifosi, si è materializzata, vociando, suonando i clacson delle auto e dei motorini e gridando e agitandosi come forsennati. Di lì a poco è cominciato il carosello dei tifosi che sempre gridando e suonando si è protratto fino circa mezzanotte.
Lo schiamazzo era tanto e tale, che anche inforcando le cuffie, nella vana speranza di udire quello che la trasmissione televisiva diceva, non sono riuscito ad ascoltare niente. Non che alla cosa non fossi già iniziato, ma ieri sera mi ha infastidito notevolmente e come me, penso tutti quelli che già erano a dormire o stavano per cadere tra le braccia di Morfeo.
Ma, la memoria e corsa velocemente, e non a caso, alle polemiche che si sono innescate con la “famigerata” gara dei CART svoltasi a Cefalù nella passata estate.
E allora mi sono detto: vuoi vedere che domani le menti benpensanti di Cefalù, daranno fiato alle trombe?.
Con questa considerazione confortante, ho spento la TV e sono andato a letto, ormai erano le 20,30.
La mattina del giorno seguente, sono andato a votare e fatto un giro per la città, ho notato che l’unico argomento predominante non era più quello delle elezioni comunali, ma quelli della vittoria della Juventus; quasi che di Sgarbi, e dei sindaci non importasse più a nessuno. Fattamene una ragione, mi son detto, che sicuramente sui blog, qualcosa avrei trovato. Ma niente.
In quel preciso momento, ho realizzato che il baccano provocato dalle gare cittadine e dal fastidioso vociare dei tifosi di calcio non è una cosa che investe tutta la città, ma di volta in volta porzioni della città che a seconda della causa, e dello “sport” che lo provoca, c’è che ne è infastidito e c’è chi ne è esaltato. Quindi non è una questione di principio.
Allora mi son detto: non posso abolire lo “sport” e quello che ne consegue, ma posso cercare di far capire ai tifosi dello “sport” che i loro diritti finiscono dove cominciano i diritti di quelli che lo subiscono, specialmente la notte.