Sgarbi alla Vicari (Pdl): a Cefalù ha accettato da Miccichè un candidato a lei sconosciuto, ma Berlusconi è con me
27 Aprile 2012, 14:02 - Staff [suoi interventi e commenti]
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Ufficio Stampa Vittorio Sgarbi - Roma, venerdì 27 aprile 2012
Le amministrative in Sicilia
Sgarbi alla Vicari (Pdl): a Cefalù ha accettato da Miccichè un candidato a lei sconosciuto, ma Berlusconi è con me
Intanto il critico d’arte ritira la disponibilità offerta ad Aricò (Fli e Mpa) come assessore alla Cultura a Palermo
ROMA – Vittorio Sgarbi risponde alla senatrice del Pdl Simona Vicari, ex sindaco di Cefalù, che ha dichiarato di non avere mai chiesto al critico d’arte di candidarsi a sindaco nella città siciliana.
«Alla ineleggibile Simona Vicari, non eletta ma nominata in Parlamento, e ai suoi sparuti seguaci - dice Sgarbi - comunico che la mia candidatura a Cefalù è stata accolta con favore dal Presidente del suo partito che, senza la sua ipocrisia, sa che gli scioglimenti e le accuse per mafia sono spesso una finzione cui non ci si deve piegare.
Se i suoi dubbi sono stati fugati dallo scioglimento del Consiglio Comunale di Salemi, non si capisce per quale ragione - osserva Sgarbi - il segretario del suo partito, Angelino Alfano, ha accolto senza difficoltà, la mia candidatura ad Agrigento come assessore alla Cultura nella stessa coalizione che mi contrasta a Cefalù. Neanche in Sicilia il Pdl ha una linea politica coerente ?
Eppure nella conversazione che la Vicari ricorda a Montecitorio, le motivazioni della scelta di Croci non furono legate né a Salemi né ad Agrigento, ma alla imposizione di un candidato a lei sconosciuto, da parte di Gianfranco Miccichè, l’esponente di Grande Sud, con la sola motivazione di chiudere prioritariamente le alleanze tra Pdl e Grande Sud.
Di Croci, a lei fino a quel momento sconosciuto, come a suo marito, fino a quel momento mio grande elettore (pizze e genitori compresi) non importava nulla. Questa è l’unica verità.
Voglio però dare un nome e un cognome - rivela Sgarbi - a chi ha utilizzato il nome della Vicari per la mia candidatura, rimanendo deluso e amareggiato per la scelta del candidato di Miccichè, e che era presente, e anzi officiante, alla serata per il mio libro “Piene di Grazia”, e cioè Marco La Rosa, che è stato con noi in tutta la fase dell’iniziale entusiasmo per la mia candidatura, e che ha scelto di obbedire a ragioni di partito impostegli dalla Vicari, pur manifestando profonda avversione per Gianfranco Miccichè. Un uomo, La Rosa, diviso, ma ubbidiente, e fedele anche contro la propria volontà, rinunciando alle delizie per «croci» e «vicàri».
Resta, irrisolta, la contraddizione tra Agrigento e Cefalù, e l’ipocrisia - osserva infine Sgarbi - di aver accettato sostegno elettorale, indicazioni di assessori, vice sindaci e finanziamenti, da quel Giusi Farinella che è stato legittimato finche è stato con la Vicari, ed è chiamato «mafioso» da quando sta con me: un’altra contraddizione. Come la risolverà l’ineleggibile Vicari. E con i voti di chi tornerà al Senato?
Sgarbi, infine, annuncia di ritirare la disponibilità offerta un mese fa ad Alessandro Aricò, candidato sindaco di Fli e Mpa alle amministrative di Palermo, a fare l’assessore alla Cultura in caso di una sua vittoria. Queste le motivazioni:
«Nell’attuale quadro politico di Palermo, e preso atto dell’alleanza tra Mpa e Pd a Cefalù dove io sono candidato sindaco, ritengo opportuno declinare l’offerta»
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