Il mio incarico nel Cda del San Raffaele Giglio e il "diligente" Lapunzina

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Risposta dell'Avv. Giuseppe Massimo Punzi

Per fare chiarezza sulle continue mistificazioni del Lapunzina preciso quanto segue:

Nel 2003 ho accettato l’incarico di Consigliere di Amministrazione della Fondazione San Raffaele Giglio a titolo assolutamente gratuito, così come gratuito era lo stesso incarico per gli altri componenti, compreso il presidente (il prof. Umberto Veronesi, prima, ed il prof. Ettore Cittadini, dopo). Da quando invece, nel 2009, ha assunto la presidenza del CdA il dott. Cirillo, esponente dell’MPA, soltanto l’incarico di presidente da gratuito si è trasformato in oneroso con un compenso annuo di 120 mila euro e ciò senza che siano migliorate le condizioni dell’ospedale, anzi si sono registrati quei risultati negativi che sono sotto gli occhi di tutti. Basti solo ricordare che di recente sono fuggiti via per inserirsi in altre realtà siciliane i primari di urologia e radiologia, l’aiuto di chirurgia Dott. Viola e tanti altri valenti operatori sanitari.
Dimessomi nel 2008, sono stato richiamato a far parte del CdA nel 2009, su indicazione dell’Asp di Palermo, incarico che tuttora svolgo, sempre a titolo gratuito così come lo è per tutti gli altri tre consiglieri.
Il compenso, al lordo delle imposte e pari a quello percepito dal presidente del collegio sindacale, cui si riferisce il Lapunzina era legato all’incarico di componente del Comitato di Direzione, organo che venne istituito nel 2004 e cessò nel 2009 (ma io come già detto mi ero dimesso un anno prima!) per far fronte solo alla fase di avvio della sperimentazione gestionale e che richiedeva un impegno costante e giornaliero per ciascuno dei suoi componenti.
Il perché, poi, la Fondazione abbia una pesante situazione debitoria il Lapunzina dovrebbe farselo spiegare da chi lo ha informato, essendo del tutto risibile che tale situazione possa discendere dalle somme corrisposte dalla Fondazione per il Comitato di Direzione, prima, o da quella di circa 600 mila euro (sempre al lordo delle imposte) che alla fine dei cinque anni del suo mandato saranno stati corrisposti all’attuale presidente (cosa questa che, però, il “diligente” Lapunzina si guarda bene dal rilevare essendo l’MPA un suo sostenitore). Infatti i 44 milioni di euro, iscritti in bilancio come crediti dell’ASP nei confronti della Fondazione, sono il frutto di contestazioni per prestazioni sanitarie eseguite ma non riconosciute dalla stessa ASP, prevalentemente per vizi formali, come errori nelle ricette o nell’indicazione dei codici tariffari, tant’è che è in corso un contenzioso giudiziario per l’annullamento di tali contestazioni. Il suggeritore avrebbe dovuto riferire al Lapunzina che le stesse contestazioni l’ASP le ha rivolte anche alla gestione dell’attuale presidenza della Fondazione; Presidenza della quale il Lapunzina è soddisfatto forse perché spera che l’ospedale San Raffaele-Giglio, che egli sin dall’inizio ha pervicacemente osteggiato, torni ad essere quello che era prima.

Avv. Giuseppe Massimo Punzi