Ato idrico: dopo i molti disservizi adesso si passa alle azioni legali

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Si fa sempre più incandescente la gestione del Servizio idrico nel palermitano. Se nelle ultime settimane bollette pazze” e disservizi hanno fatto sollevare i cittadini di diversi comuni della provincia, l’ultimo atto della querelle ha visto coinvolti direttamente i vertici dell’Ato idrico e di
Acque potabili siciliane, con recipro che minacce di adire le vie legali.
Alla vigilia di Natale è stato Giovanni Avanti, presidente della Provincia nonché dell’Ato, a contestare alla società errori e mancato versamento dei canoni. Stessa musica da Aps, lesta
a rinfacciare all’Ato una serie di inadempienze contrattuali legate agli obblighi previsti dalla Convenzione sottoscritta, che avrebbero causato perdite per oltre 13 milioni di euro.
Aps, inoltre, ha additato gli ostacoli frapposti alla realizzazione degli “investimenti infrastrutturali programmati e già oggetto di progettazione esecutiva,tuttora in attesa di definitiva approva-
zione da parte dell’Ato o di decretazione a cura dell’Arra.
“Su 25 progetti esecutivi – hanno ricordato i rappresentanti della società - presentati da Aps per 37 milioni di euro in due anni solo due di essi per 2,5 milioni di euro sono stati approvati e possono essere cantierati”.

Quindi le “incongruenze” fra quanto prospettato in sede di gara e La realtà incontrata in questi due anni: “l’errato valore della stima dei consumi reali, lo stato delle infrastrutture di rete (fra cui 2.500 non conformi in tema di sicurezza dei lavoratori addetti agli impianti), i costi per acquisto dell’acqua all’ingrosso, il numero di contatori illeggibili, guasti o mancanti, la morosità al di sopra di livelli fisiologici e il vastissimo fenomeno dell’abusivismo e dei furti di acqua”.

Dal canto suo, Giovanni Avanti ha contro replicato rivendicando il “dovere dell’Ato di continuare a esercitare le proprie funzioni di controllo a esclusivo interesse del territorio”, impedendo così “di mettere impropriamente le mani nelle tasche dei cittadini”.
Il clima idilliaco della conferenza stampa dello scorso luglio, insomma,è un lontano ricordo ed il matrimonio tra Ato e Aps rischia ora di scoppiare.

Di fronte agli aumenti in bolletta (nel capoluogo il costo dell’acqua è già passato da 1,17 a 1,34 mc.) ed alle baruffe, a ridersela sono quei sindaci - quasi un terzo degli 82 comuni della provincia - che nonostante la minaccia di commissariamento dell’Arra, non hanno ancora ceduto le proprie reti all'A.P.S.

Fonte Qds