Castelbuono: “Intitolazione plessi scolastici ad illustri castelbuonesi”

ritratto di Comune di Castelbuono

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Comunicato Stampa.

“INTITOLAZIONE PLESSI SCOLASTICI AD ILLUSTRI CASTELBUONESI”

I diversi Plessi Scolastici di Castelbuono non hanno mai avuto un nome di riferimento, infatti genericamente sono stati identificati con le vie o quartieri in cui gli stessi sono ubicati.

L’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno titolare i quattro plessi a Cittadini di Castelbuono e Operatori nel sociale che si sono distinti per il loro impegno nel portare avanti idee e progetti che hanno permesso alla nostra comunità di poter crescere sul piano culturale, economico e sociale.

I cittadini a cui sono stati intitolati i Plessi sono:
- On.le Gino Carollo Plesso Scolastico S. Leonardo
- On.le Pietro Sapienza Plesso Scolastico S. Paolo
- Mons. Michele Pistorio Plesso Scolastico Via Mazzini
- Maestro Michele Spoleti Plesso Scolastico S. Lucia
( per maggiori dettagli sulle biografie si allegano le schede)

Il Sindaco Mario Cicero sottolinea che tale scelta è maturata dalla consapevolezza di dare una giusta identificazione ai Plessi Scolastici, oltre a dare riconoscimento ai Concittadini scomparsi tanti anni fa, ricordando che ognuno di loro nel proprio ambito ha contribuito al dinamismo culturale di Castelbuono.
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L’On. Pietro Sapienza

Nasce a Isnello il 9 Maggio del 1905 e muore a Castelbuono il 19.06.1971, fin da bambino vive a Castelbuono, paese con il quale avrà sempre un rapporto strettissimo e per il quale non si stancherà mai di sostenerne lo sviluppo sociale, economico e culturale.
A 18 anni consegue il diploma magistrale e già così giovane inizia la sua carriera come insegnante vincendo in Calabria un concorso, che lo vede primo su 5000 concorrenti. Preparazione professionale e cortesia personale lo fanno apprezzare ed amare nell’ambiente scolastico e nel 1933 si classifica primo in un nuovo concorso che lo porterà ad insegnare a Palermo, dove, solo due anni dopo, diventerà direttore didattico incaricato. Negli anni 1935-36 la Sardegna lo vede direttore titolare, quale vincitore di concorso.
Nel 1940 sposa la palermitana Isabella Maniscalco dalla quale avrà quattro figli. Nel 1941 è direttore a Battipaglia, dove insieme alla sua famiglia, trascorre il duro periodo dell’ultima guerra mondiale. Solo nel 1945 rientra in Sicilia, dove gli saranno assegnate le direzioni di Collesano e poi di Palermo.
Il 1945 è l’anno in cui Pietro Sapienza milita nel partito dell’Uomo Qualunque che lo introdurrà alla vita politica. Quest’ultima vissuta sempre con passione e dedizione, come del resto, era solito fare in ogni situazione in cui era chiamato ad agire.
Con un suffragio di più di 10.000 voti nel 1947 è eletto deputato ed è nominato Segretario Generale per il coordinamento dello Statuto Siciliano. Fa parte della Commissione Legislativa per la Pubblica Istruzione ed è assessore aggiunto all’Assessorato Pubblica Istruzione.
Durante questa legislatura si batte ed ottiene finanziamenti per opere pubbliche a Castelbuono e in altri comuni delle Madonie, comprensorio da lui tanto amato, non solo peri suoi ricordi di ragazzo, ma anche per l’amore che lo lega alla montagna, luogo prezioso in cui godere dei doni che solo la natura riesce a dare.
Nel 1949-50 è Presidente del comitato centrale esecutivo per le onoranze a Federico II nel VII centenario della sua morte. Al termine della prima legislatura non viene rieletto, ma milita nelle schiere del partito M.S.I. Riveste la carica di Capo di Gabinetto all’Assessorato della Pubblica Istruzione e, con l’Assessore On. Pietro Castiglia, rende possibile l’istituzione di asili regionali, scuole professionali, attività culturali, convegni e molte altre iniziative volte a potenziare la vita della scuola, intesa non solo come mezzo atto ad apprendere discipline, ma come vera e propria palestra di vita per la promozione e la realizzazione umana dell’individuo nella sua interezza. Di questi anni è la pubblicazione della rivista culturale siciliana “La Giara”, voluta espressamente dall’Assessorato della P.I.
Già Ispettore Scolastico chiude la sua carriera scolastica con il grado di Ispettore Generale all’Assessorato della P.I.
Per lungo tempo fino alla sua morte è consigliere comunale a Castelbuono, dove riveste la carica di vice-sindaco e di rappresentante del Comune di Castelbuono nella Commissione urbanistica per il comprensorio delle Madonie.
A seguito di una grave malattia, muore a Palermo il 19 giugno 1971.
Volendo dare un giudizio a posteriori, Pietro Sapienza è stato quello che si dice, un esempio di uomo senza sapere di esserlo. Prese la vita e il suo impegno per la collettività come missioni naturali da portare eccellentemente a termine: questa convinzione era radicata in lui e la respirava in ogni momento.
Nel mondo della scuola, che attraversò da maestro elementare fino a funzionario dei più alti livelli, seppe elargire a piene mani la sua solida preparazione professionale e la sua cultura. La sua umanità generosa e sensibile lo portò a spronare dapprima gli scolari e in seguito quella pubblica istruzione che voleva “efficiente e vivace nel fare”. Il mondo politico lo vide idealista convinto d’impegno costante e inossidabile, mai fazioso, teatrale o retorico nei suoi interventi pubblici, bensì entusiasta nel servire gli altri e attento alle esigenze della collettività. Persino nelle sue lettere ufficiali, traspare quella gioia per ogni conquista a favore di Castelbuono. In famiglia fu marito amorevole e un padre apparentemente severo nel cercare con affetto di infondere valori e insegnamenti “veri” ai propri figli. Molti ricordano la sacralità che riservava all’amicizia e la sua disponibilità si traduceva in una cordialità sincera. Nel grande amore che ebbe per la sua terra, per le sue Madonie e per il suo paese Castelbuono, volle dare l’ultimo saluto in una memorabile seduta consiliare del 27 Aprile 1971, in cui ringraziò per essere stato messo nelle condizioni di “fare” e servire il proprio paese (cit. “servire il proprio paese è un onore”). Dimostrò che la politica é un nobile strumento e la professionalità del singolo una risorsa indispensabile per il benessere collettivo.
I giovani castelbuonesi non sanno chi è stato Pietro Sapienza, solo i più anziani ormai lo ricordano. Ma se il suo nome fosse ancora ricordato in paese, sarebbe solo perché la memoria di un giusto non deve mai essere persa.

L’On. Luigi Carollo

Nasce a Castelbuono il 4 giugno 1921 ed ivi deceduto il 13.01.1980.
Durante la seconda guerra mondiale militò nell’Aviazione, come ufficiale pilota, e fu decorato al valor militare. Appassionato della montagna e sciatore si distinse in gioventù in numerose gare zonali e provinciali.
Insegnò per molti anni nelle scuole elementari dei paesi vicini e in quelle locali.
Iscritto al P.C.I. , ricoprì la carica di Sindaco dal 1952 al 1957 e nel 1960, nel 1963 fu eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, dove rimase fino alle dimissioni nel 1974, non perdendo mai le sue doti di cordialità e lealtà, mentre continuava il suo impegno per le cose del paese. E nell’Assemblea regionale fu uno di quelli che maggiormente si impegnò per la difesa dell’ambiente, che a quei tempi era una novità.
Fu consigliere della Comunità Montana delle Madonie, in rappresentanza del comune di Castelbuono, fin dalla sua istituzione, appassionato e convinto sostenitore della evoluzione sociale ed economica delle popolazioni montane. Parlava spesso delle questioni agrarie, dei contadini. Poneva sempre il problema dell’utilizzazione della manna. Ma anche il problema dei rimboschimenti e della difesa della natura, perché lui amava la natura, era un grande escursionista. Dal 1952 fu ininterrottamente consigliere comunale di Castelbuono e capo della rappresentanza del PCI.
Persona di grande cultura ma soprattutto di grande calore umano riconosciutogli sempre anche dagli avversari politici che furono tali solo politicamente ma mai sul piano della personale amicizia. Si distinse per la capacità di unire le ragioni della mente a quelle del cuore (non a caso era un abile suonatore di violino).
Luigi Carollo, per tutti Gino, è ricordato da quanti lo hanno conosciuto per le particolari doti di umiltà, bontà d’animo, equilibrio, gentilezza di modi e di sentimenti, e per il suo trentennale impegno quotidiano al servizio del paese.
Il sindaco sen. Vincenzo Carollo ebbe a dire di lui che “concepì anche l’agone politico in termini di umanità, senza ceder nulla, certo, ma senza strumentalizzare nulla………… un uomo che fu ad un tempo politico e cittadino, che fu ad un tempo autorità ma mai arroganza……”
L’onorevole Pio La Torre nel porgli l’estremo saluto disse: “eri diventato il Sindaco più popolare di Castelbuono e non solo di Castelbuono………….era la tua freschezza e la tua bontà d’animo che in questa società ti rendeva particolarmente caro …. E costituivi un punto di riferimento per trovare anche un po’ di pace nella nostra vita aspra e difficile. Della tua Castelbuono tu esprimevi certamente le qualità migliori: la sua grande civiltà e il senso di pace che essa appunto sa esprimere.”

Monsignor Michele Pistorio

Nasce a Resuttano il 22.11.1885 muore a Castelbuono il 28.04.1960.
Fu ex combattente della guerra 1915-18; lasciò alle stampe un volume di ricordi di guerra; appena congedato fu assegnato alla Direzione Didattica di Castelbuono, dove rimase, distinguendosi per zelo e bontà, per circa trenta anni. Negli ultimi anni della sua carriera scolastica venne promosso Ispettore.
Viene ricordato per la sua generosità che gli consentì di porre la prima pietra all’opera di bene dell’Orfanotrofio Femminile, con la compra e il dono dell’ex convento dei Benedettini (ora Boccone del Povero). Istituì una borsa di studio perenne per novelli sacerdoti.
Il Comune di Castelbuono riconoscendo in lui grandezza etica, spirito religioso, solidarietà nei confronti dei bisognosi ed alto senso civico gli conferì la cittadinanza onoraria.

Il maestro Michele Spoleti

Nasce a Castelbuono il 24.05. 1868 ed ivi deceduto il 15.12.1935.
Riconosciuta figura di educatore dell’infanzia, fu maestro di varie generazioni di castelbuonesi che accoglieva in quarta e quinta elementare, le classi che gli erano assegnate.
Ciò che distingue il maestro Spoleti è un insieme di doti, di carattere personale e di metodo didattico, di serietà e di passione; l’ambizione di ottenere dai suoi scolari i migliori risultati per l’ordine, la disciplina e il profitto.
Rigoroso, religioso e dotato di alto senso civico, cercava di trasmettere queste virtù ai suoi ragazzi che continuavano a rivolgersi a lui anche dopo avere lasciato la scuola e dei quali seguiva con attenzione il loro inserimento nel mondo sociale.
Egli dava molto peso allo studio del comporre e aveva istituito, a sue spese, un “diploma di merito” da assegnare agli alunni che avevano riportato non meno di otto decimi nel compito di italiano.
Coltivava un certo attaccamento alla vita militare e ne trasmetteva lo spirito (preso nel senso migliore) ai suoi alunni, dando un senso sportivo agli esercizi ginnici eseguiti in classe e una andatura marziale alla marcia per raggiungere il luogo della ricreazione.
Frattanto, seguendo la sua tendenza verso lo studio del parlare e dello scrivere, si dedicava alla compilazione di una “Nuova grammatica della lingua italiana”, che alla sua pubblicazione fu giudicata opera pregevole. Inoltre, avendo intuito anche l’importanza della lettura (“il libro fa il labbro” era uno dei suoi motti preferiti) promosse nel 1912 la “Biblioteca scolastica popolare” e nel 1920 la “Biblioteca magistrale”, che dopo la sua morte gli fu dedicata.