Sgarbi non è candidabile? Nasce nuovo caso a Cefalù

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Fonte: LaVoceweb - 04.04.2012

Foto di Riccardo Gervasi

Le vicende culminate con lo scioglimento del consiglio comunale di Salemi creano un problema alla candidatura di Vittorio Sgarbi a Cefalù. La notizia, diffusa dall’agenzia di stampa Italpress, non manca di suscitare nuove incertezze e nuove polemiche. Vediamo di cosa si tratta.
Una norma del testo unico sugli enti locali (articolo 143 della legge 267 del 2000) stabilisce che “gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo”.
Nel caso di Sgarbi l’eventuale “incandidabilità” dovrà essere valutata, in prima istanza, dal tribunale di Trapani al quale dovrà essere inviata una relazione del ministro dell’Interno. In attesa che venga pubblicata dalla Gazzetta ufficiale Italpress ne riporta alcuni passi. Il più significativo sottolinea che a Salemi c’è stato uno “sviamento dell’attività amministrativa. E questo “sviamento” è stato “reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio di Salemi; lo stesso primo cittadino ha peraltro più volte legittimato e delegato un ex politico (Giuseppe Gianmarinaro, già sorvegliato speciale e sottoposto a sequestro preventivo dei beni, per 35 milioni di euro) alla gestione dell’attività amministrativa dell’ente”.
La relazione, secondo quanto riporta Italpress, contiene altri pesanti rilievi. “Gli aspetti di condizionamento e di illegalità dell’attività amministrativa – si legge ancora nella relazione del ministro – risultano evidenti in una serie di condotte o procedimenti che hanno caratterizzato l’attività dell’ente, quali l’anomala gestione dei beni confiscati, la mancanza di controlli in materia di contributi statali per la ricostruzione, il mancato rispetto del protocollo di legalità nelle procedure d’appalto, l’illegittima erogazione di contributi economici”.
Ma c’è di più. “La penetrazione di ambienti controindicati ed il conseguente condizionamento della struttura amministrativa sono stati facilitati – secondo il ministro Cancellieri – dalla carente attività di impulso e controllo, peraltro generalizzata, dal disordine organizzativo, dalla diffusa illegittimità delle procedure amministrative”.
Il ruolo e la figura di Sgarbi vengono nella relazione messi fortemente in discussione ma per arrivare a una eventuale dichiarazione di “incandidabilità”, con sentenza definitiva, i tempi non saranno brevi. Sgarbi potrà dunque partecipare alla campagna elettorale, salvo un eventuale successivo scioglimento del consiglio e della giunta: eventualità che pesa sul Comune come una spada di Damocle. Comunque vada a finire, è indubbio che la presenza di Sgarbi riesce, da sola, a condizionare il clima del confronto elettorale.
Anche perché il fiume delle polemiche sembra destinato a tracimare. Poteva mancare la replica di Sgarbi? Certo che non poteva. E infatti, a stretto giro, arriva con le espressioni forti che è solito adoperare.
«La certezza della sconfitta in alcuni esponenti politici di Cefalù – dice – induce a tentare ogni strada per dissuadermi da quella che sempre di più mi pare l’unica possibilità di resistenza contro la menzogna e l’umiliazione della Sicilia. […]

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