CASTELBUONO (PA): 60ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI PER USURA.

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Ieri pomeriggio i Carabinieri della Stazione di Cefalù, unitamente ai colleghi di Castelbuono hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta di quella Procura della Repubblica, Tommaso BIUNDO, 60enne da Castelbuono, ritenuto responsabile del reato di usura.
Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Cefalù con la collaborazione dei Carabinieri di Castelbuono, sono andate avanti per circa 10 mesi, attraverso l'ausilio di sistemi di intercettazione, servizi di pedinamento e osservazione nonché perquisizioni domiciliari e sequestri
documentali.
Era già da un pò che il personale della Compagnia di Cefalù aveva avuto sentore che, nell'ambito del circondario madonita, fosse presente il fenomeno dell'usura e per questo motivo si era avviata una serie di attività tese a riscontrare quanto ipotizzato. Così i militari hanno posto
l'attenzione su determinati "contesti" che destavano maggior sospetto.
Nel corso di questa attività prodromica, infatti, gli uomini dell'Arma sono riusciti ad acquisire la notizia di una presumibile "situazione usuraria" relativa all'arrestato. Così venivano avviate le indagini, mesi di intercettazioni hanno appurato che il Biundo da circa quattro anni aveva
prestato delle somme di denaro a due soggetti, praticando un tasso di interesse di circa il 60%. Il sistema adottato era quello di prestare la somma di denaro in contanti ed avere come garanzia, nel contempo, degli assegni dalle vittime, che venivano trattenuti.
Nel caso in cui i debitori non fossero stati in grado di versare quanto dovuto, allora il Biundo avrebbe portato gli assegni all'incasso. Ed in effetti questo è quanto è capitato alle due vittime, le quali dal 2005 all'anno scorso hanno richiesto al Biundo tre prestiti, per i quali inizialmente hanno pagato le rate a titolo di interessi e per il rimborso del capitale. Successivamente però i
due soggetti non sono più stati in grado di pagare, pertanto il Biundo versava a suo favore due assegni che deteneva a titolo di garanzia. Nel corso dell'investigazione si è potuto accertare che il Biundo aveva diversi incontri con le vittime, al fine di convincerle a versare quanto dovuto.
Queste però, trovandosi in un momento di difficoltà, cercavano di dilazionare i tempi. A riscontro delle attività, dunque, i Carabinieri, a metà luglio, eseguivano, a Castelbuono, 11 perquisizioni domiciliari presso
la casa del Biundo e di altre presunte vittime.
Il materiale rinvenuto, consistente in matrici di assegni, cambiali e vari appunti manoscritti, ha consentito di corroborare il quadro investigativo che già si era delineato.
Particolare interessante, emerso durante l'indagine, risulta la motivazione che viene suggerita alle vittime per giustificare le operazioni bancarie. In sostanza si riferiva che, qualora ci fossero stati dei controlli da parte di
enti accertatori, si poteva giustificare il pagamento delle somme versate, a rate, con la vendita (logicamente mai avvenuta ma solo eventualmente da simulare) di capi di biancheria da corredo, comprati dalla moglie dell'indagato che svolgeva lavori di ricamo.
Altri sono i casi di presunte vittime su cui stanno indagando ancora i Carabinieri.
Dalla Compagnia di Cefalù, infine, i militari dell'Arma invitano coloro che dovessero trovarsi tuttora in situazioni simili, stretti nella morsa dell'usura, a denunciare il reato, al fine di meglio contrastare il fenomeno e dare aiuto a chi ne ha bisogno.
FOnte: CRM