A chi servono le polemiche
29 Marzo 2012, 16:06 - Staff [suoi interventi e commenti] |
Fonte: LaVoceweb - Editoriale di Riccardo Gervasi - 29.03.2012
La campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Cefalù è iniziata nel peggiore dei modi. Ad accendere gli animi e ad alimentare il fuoco della discordia ci ha pensato uno su tutti: Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi. Da quando il noto “polemista” di Ferrara, che è anche critico d’arte, ha messo piede in città, non sono mancati gli attacchi allo Stato ed alle istituzioni. A placare la verve polemica dell’ex sindaco di Salemi – Comune che è stato sciolto per infiltrazioni mafiose e non come ha detto Sgarbi “a causa degli abusi dei carabinieri” – non sono bastati gli appelli della vedova del giudice Paolo Borsellino, che ha chiesto soltanto di non essere strumentalizzata a fini politici, né le prese di posizione degli altri candidati sindaci: Pippo Guercio, che è sindaco uscente, Rosario Lapunzina ed Edoardo Croci.
Sembra proprio che Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi abbia deciso di continuare la sua campagna elettorale al suo solito: polemizzando con tutti e contro tutti. Del resto è proprio la polemica la sua specialità, oltre ovviamente all’arte: basti ricordare che la popolarità di Sgarbi nasce nel salotto del Maurizio Costanzo show, al teatro Parioli di Roma.
Fu, infatti, in quelle trasmissioni tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ‘90 che Sgarbi, alternando lezioni d’arte a polemiche e insulti, disse “stronza” a una insegnante e venne condannato a pagare ben 60 milioni di lire. Per non parlare dell’accanimento verso il suo maestro, il critico d’arte Federico Zeri, al quale nel 1989 proprio in una puntata del Maurizio Costanzo show Sgarbi augurò la morte.
Un personaggio per certi versi eclettico, Sgarbi. Da quando è in politica i partiti se li è girati tutti: Pci, Psi, Pli, Dc ed Msi, Pdl e chi più ne ha più ne aggiunga. Ora è la volta del Pdr, il partito della rivoluzione. Partito inaugurato proprio a Cefalù, al Sea Palace prima e in piazza Duomo poi. Ma sempre con un piglio che poco o nulla ha a che fare con la politica locale, e parecchio con la volgarità e con gli attacchi ai rappresentanti delle istituzioni.
Non si sa da dove venga questa verve del professore ferrarese. Ma questo ai cefaludesi poco importa. I cittadini, infatti, hanno bisogno di un amministratore attento che possa risolvere le proprie problematiche e non certamente quelle di altri. [...]
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