Dibattito sulla Sanità ed il futuro dell'Ospedale di Cefalù

ritratto di Svolta Democratica

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Si è svolto ieri sera presso la sede del movimento "Svolta Democratica" in piazza Garibaldi. Nel video l'intervento di apertura del candidato Sindaco, nonchè capogruppo del PD, Rosario Lapunzina.


Ad esso sono seguiti gli interventi di Terregino, Garbo, Terrasi, Tumminello, D'Anna e Pizzillo.

Molto corposo quello dell'avv. Agostino Terragino che ha eseguito una disamina storica sulla nascita del nuovo ospedale, da cui è emersa la sua vocazione a svolgere attività specialistica per un bacino di utenza di circa 200.000 abitanti e quindi non limitato al solo territorio di Cefalù e delle Madonie che a stento raggiungono i 30.000 abitanti. Pertanto conclude che se non utilizzato appieno per le sue potenzialità questa struttura rischia la chiusura.

E' seguito l'intervento del consigliere comunale Enzo Terrasi, che ha testimoniato i grandi progressi ottenuti dall'ospedale con l'avvento della sperimentazione del San Raffaele, struttura nella quale ha anche lavorato alcuni anni. Ancora irrisolto è il problema della viabilità di collegamento al nosocomio, che è a senso unico, senza vie alternative di fuga.
Si pone l'interrogativo se occorre fare medicina territoriale o altri interventi, occorre ricercare un equilibrio ma non saprebbe come trovarlo.
Ricorda che il San Raffaele tratta anche patologie rare come la sclerosi, infatti vi si somministra interferone e si evitano così disagi e spostamenti ad altre strutture, per questo va salvaguardato.
Rappresenta, infine, come sia il Sindaco Guercio che l'avv. Punzi, che fanno parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Giglio-San Raffele non riescano a comunicare alla città le difficoltà che incontrano, nè si fanno aiutare per risolvere le varie problematiche.
Alla fine del suo discorso Terrasi ha annunciato pubblicamente il suo sostegno alla candidatura a Sindaco di Saro Lapunzina.

Il segretario cittadino del PD, Vincenzo Garbo, ha sostenuto che l'ospedale di Cefalù deve unire la sua vocazione all'alta specializzazione oncologica, con il fatto di mantenere e potenziare il ruolo di ospedale territoriale. Non si può permettere che il nosocomio cefaludese si riduca ad essere una clinica privata o che, al contrario, diventi un'astanteria. Per questo, il Consigliere Lapunzina ha presentato in consiglio Comunale una mozione, approvata all'Unanimità, che impegna l'Amministrazione a ricorrere al giudice per impedire la chiusura del Centro nascite. Episodi come quello della chiusura dell'emodinamica sono intollerabili e, ancor di più, lo è il fatto che chi è, attualmente, a capo dell'Amministrazione (anche nel ruolo di consigliere di Amministrazione della Fondazione San Raffaele - Giglio), sembra non rendersi conto della gravità dei problemi, tanto da dichiarare (appena due giorni prima della chiusura dell'emodinamica) che, a suo parere, non ci sono particolari problemi. Questo non può e non deve più accadere e il nuovo Sindaco dovrà essere in prima linea nel difendere il diritto alla salute dei cittadini, dialogando con le istituzioni sovracomunali ma, anche, senzibilizzando la gente a lottare, tutti insieme, per avere un ospedale di eccellenza che, allo stesso tempo, sappia rispondere efficacemente alle esigenze del territorio e di coloro che, ogni anno, visitano Cefalù e le Madonie;

Altri interventi sono stati quelli del prof. Daniele Tumminello, che ha sottolineato la necessità di un confronto tra le amministrazioni locali e le istituzioni regionali per una valorizzazione della struttura ospedaliera di Cefalù e delle risorse umane che in essa operano;

dell'arch. Gianfranco D'Anna, che si è soffermato sulla illogicità delle motivazioni contenute nel decreto in base alle quali si sceglie di mantenere il Presidio Ospedaliero di Termini e di dismettere Cefalù e Petralia, e sulla necessità di informare, rendere partecipe, mobilitare la cittadinanza per fermare la chiusura del punto nascita del San Raffaele-Giglio;

ed infine di Nicola Pizzillo, che ha chiesto di prendere in considerazione la possibilità di un ritorno alla gestione pubblica della struttura ospedaliera, che si occupi del territorio, e di stipulare poi delle convenzioni con strutture d'eccellenza private per i servizi sanitari di alta specializzazione (oncologia, neurologia ecc.).