Teatro Comunale, ma non solo - Le associazioni: che fare?

ritratto di Pino Lo Presti

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Nel consueto appuntamento “Parliamo di...”, condotto da A. Geraci, a Radio Cammarata, di domenica scorsa, 24 gennaio, il tema è tornato prepotentemente nella agenda, tanto che si è deciso di approfondirlo ancora Giovedì 28 - cioè oggi - alle 20.30, convocando i rappresentanti delle Associazioni di Cefalù “Per la costituzione di una entità operativa per la difesa dei beni culturali di Cefalù”.

La scelta del giorno non è stata casuale, essa infatti è immediatamente a ridosso dell’incontro di Mercoledì, 27 gennaio, alle ore 10, presso la sala delle Capriate, promosso dall'Ass. Vito Patanella, con la cittadinanza e tutti gli operatori turistici, per presentare la propria proposta per la fruizione turistica dei beni della città di Cefalù.

Della prima parte della trasmissione, in cui si è parlato dell’annoso problema della ferrovia (era presente il giornalista, Enzo Cesare, portavoce del Comitato “Cefalù quale ferrovia”), riportiamo alla fine.

La seconda parte della trasmissione è stata invece dedicata al tema del Teatro Comunale.
Erano presenti: Franco Pollicino, Presidente della Associazione musicale “Musica per l’Uomo”, Giovanni Biondo, organizzatore di eventi (ricordiamo “Il Centro Storico dal Vivo”), Nicola Cefalù, del gruppo teatrale “L’Armonia”, Nico Marino (la cui figura non si può certo esaurire in quella dei “Cavernicoli”), Enzo Cortina, della Associazione musicale “Santa Cecilia”, e Danilo Oliva in rappresentanza dello Staff organizzativo delle attività di animazione giovanili “Giovani Insieme”, degli “Artigianelli”.

Quest’ultimo era presente soprattutto per far conoscere e promuovere la iniziativa “Giovani in Maschera”, in programma per questo Carnevale.
Da 16 anni - ha detto - “Giovani Insieme” ha svolto la sua attività in Estate, questa è la prima in un periodo invernale.
Ci si prefigge di: “animare innanzitutto quelle che sono un po’ le giornate clou del carnevale e precisamente quella del lunedì, 15 febbraio. La finalità comunque non è soltanto di quel giorno. Da queste prossime settimane, le squadre che si sono iscritte - ottantacinque ragazzi, suddivisi in circa sei squadre -, avranno la possibilità di realizzare, all’interno di specifici laboratori, le maschere che - nella giornata del 15 - parteciperanno alla sfilata. Avranno anche la possibilità di animare alcuni luoghi della nostra Cefalù. I Laboratori saranno curati tutti giorni da alcuni collaboratori dell’ “Opera Artigianeli”: la signora Tilde Coco, Lucio Sauro, Angela Madonia e Antonella Coco. (...)
L’ambientazione per questo carnevale sarà quello dei cartoni animati; partendo anche dai classici della Walt Disney - parliamo anche dei “super-eroi”, dei “puffi” -, un qualcosa cioè anche di semplice, in modo da poter coinvolgere anche la fascia dei più piccoli - intendo proprio bambini - che saranno in giro per quelle circostanze. La partecipazione è ancora aperta a tutti quelli che si sentiranno di essere coinvolti. L’unico limite è quello di avere almeno 14 anni di età, ma non abbiamo un limite massimo”.

Geraci
Aprendo la seconda parte del Programma, aveva detto: “Teatro Comunale” è un titolo un po’ parziale, perché vorremmo magari inoltrarci nel tema della Gestione dei Beni Pubblici nella nostra città.
Dopo aver sottolineato che il criterio degli inviti è stato quello dei “contatti più rapidi e facili”, dà la parola a F. Pollicino “il quale ha già fatto delle riunioni, con delle associazioni, proprio sull’argomento della riapertura del teatro comunale; che in realtà si è riaperto, però, dopo quella giornata, è rimasto chiuso”!

Pollicino
Ricordo che la nostra associazione sta dietro la riapertura del teatro dal 2007, quando si fece un incontro al cinema Di Francesca con persone addette ai lavori... Dopo l’anno scorso, visto che stavano per essere ultimati i lavori di restauro, ma non si parlava di apertura, abbiamo creato un incontro tra le associazioni per pressare affinché il teatro fosse aperto. Ci ha ricevuto pure una volta il Sindaco Guercio. Siamo andati avanti con altri incontri; nel frattempo - nel dicembre scorso - c’è stata la inaugurazione.
Anche se è evidente a tutti che è stata una “inaugurazione” - diciamo - solo “dello stabile”. Dietro l’inaugurazione non c’è stato nulla; si pensava che sarebbe avvenuta con una struttura organizzativa alle spalle, ma così fatta, l’apertura, significa semplicemente che si è fatto uno spettacolo e tutto è finito lì! ...(...)... una inaugurazione “fine a se stessa”!
Non mi sembra che ci sia un Consiglio di amministrazione, non si sa chi la deve gestire, insomma... Il discorso nostro - quando ci siamo riuniti come associazioni -, il punto principale o meglio l’unico punto che noi avevamo individuato come Associazione siciliana Musica per l’uomo, era “spingere” per la inaugurazione. Quindi, diciamo che - se questa si considera un’inaugurazione -, c’è stata. Ora cosa succederà non lo so.

Geraci
L’inaugurazione c’è stata. Ci sono state anche polemiche, ognuno dirà la sua. Però vediamo se c’è qualche consiglio che possiamo dare alla amministrazione comunale, perché, in questi ultimi tempi, alcuni assessori hanno detto che avrebbero cercato di fare aprire il teatro, almeno per farlo visitare, ma non pare si sia trovata una soluzione.
Un’altra cosa - forse più grave - è che, in giro, si vocifera che, probabilmente, stanno cercando di organizzare di prendere tutti questi beni comunali e darli in gestione a qualche società non di Cefalù. Allora, io dico - se ha un fondamento questa voce - che è chiaro che bisogna anche allarmarsi un po’, perché non capisco perché debbono gestirlo quelli da fuori e non quelli di qua. È una voce che circola, che non ha ancora un fondamento, però facciamo finta che potrebbe essere anche un’ipotesi, per vedere cosa ne pensiamo.

Biondo
Durante quelle riunioni, di associazioni, cui abbiamo partecipato, io provocatoriamente dissi un giorno: “se devono aprirlo male è meglio che non lo aprono completamente”!
Quelle parole che sembrarono, forse a qualcuno, esagerate io penso che, alla luce dei fatti, ora sono da ritenere d’un certo interesse. Cosa significa “aprire” nella maniera in cui è stato aperto questo teatro? Assolutamente nulla, anzi devo dire che è stata una mortificazione per il cefaludese, perché un teatro che si chiama Salvuccio Cicero, intitolato al compianto cittadino Maestro, Salvatore Cicero, ha dovuto subire la mortificazione di una apertura che non c’entrava niente col titolare del teatro perché non erano presenti né musicisti siciliani, né tantomeno i suoi allievi, né tantomeno sue composizioni; la figura di Salvatore Cicero è stata ricordata così “en passant”, come se questa attribuzione del teatro, “Cicero”, fosse stata una semplice etichetta messa lì. Non c’era la città presente, perché si è scelto di fare degli inviti in maniera direi quantomeno opinabile; ... insomma sembravano ben pochi i cefaludesi, mancava la presenza dei cittadini.
Quando scegliamo di intitolare un bene a una personalità, lo facciamo perché riteniamo che essa sia un modello da seguire, una guida per noi, non certo “tanto per farlo”.
Chi era Salvuccio Cicero: era un musicista cefaludese che fortemente credeva nella Sicilia, tanto da rinunciare a tutti i suoi...; aveva vinto concorsi per poter essere Primo-violino, ma non andò al nord; decise di rimanere in Sicilia. Fondò, a Palermo, l’Orchestra dei Giovani Cameristi Siciliani. Credeva e puntava sui giovani; il suo messaggio, il suo testamento artistico è “la potenzialità locale”! Quindi se noi attribuiamo il suo nome a questa teatro, questo teatro dovrà avere come spirito, come guida, come modello, la filosofia e il pensiero, e interpretare la volontà di Salvo Cicero! Noi dobbiamo puntare sugli artisti locali, e non deve essere un “se resta spazio”, “se l’economia lo permette”! Questo deve essere il fondamento di questo teatro, perché è un teatro “comunale”, è un teatro della città e dei cittadini, che deve pertanto rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. Questo non è un teatro privato, che può seguire delle logiche di profitto; questo è un teatro comunale che deve appartenere alla città, di cui la città ed i cittadini sentono - e devono sentire sempre di più - l’orgoglio. Possedere un teatro comunale è un fatto di orgoglio! E, questo orgoglio si deve manifestare con delle attività che promuovano la cultura locale, che mettano in evidenza i giovani talenti - che ci son, e ce ne sono tanti -, e incoraggino altri giovani che ancora non hanno scoperto questa vocazione; perché non conoscono il teatro, non conoscono la musica ma possono avvicinarsi. Solo in questo modo noi possiamo dire: “abbiamo intitolato” il teatro a Salvo Cicero, seguendone le idee e rispettandone la volontà.

Geraci
Hai fatto un tuo intervento, io però distinguerei tra “apertura” ed “inaugurazione” del teatro; perché sono due cose un po’ diverse. Possibilmente la riapertura del teatro è come aprire - proprio - un locale, e fare un concerto. L’intitolazione significa un’altra cosa.
Probabilmente non è stata fatta una vera e propria cerimonia di intitolazione vera e propria; poteva essere fatta in altra maniera ... comunque ecco ognuno dice giustamente la sua!
Nicola Cefalù, l’Armonia, uomo di teatro! Quando parliamo di Nicola ci ricordiamo sempre le commedie dell’Armonia. Non so dove voi fate le vostre prove, quindi penso che il teatro possa servire sia per le prove che per fare anche spettacoli.

Cefalù
Abbiamo iniziato la nostra attività nell’ ‘85, proprio al teatro comunale. Ce lo ricordiamo come era, e sarebbe un grande desiderio tornarci. Ma, a quanto sembra, è una cosa molto difficile. È stato riaperto in maniera sbagliata, secondo me, perché le associazioni locali intanto sono state dimenticate; quantomeno, una persona per associazione si poteva invitare; primo! Secondo, dopo l’apertura, avrebbero potuto lasciare aperto, un’ora al giorno, lasciando la possibilità alla cittadinanza di andare a visitare il teatro ”riaperto”. Questo non è successo.
Ora si sente dire che il teatro comunale, con tutti gli altri beni di Cefalù: rocca, lavatoio. etc..., devono andare in mano ad associazioni esterne. Io dico che 20 anni fa, noi associazioni di Cefalù, abbiamo fatto un Comitato per cercare di riprendere il teatro comunale e farlo ristrutturare. Non so se siamo stati noi a mettere in moto questa macchina ma, alla fine, ci siamo riusciti!
Quindi, io propongo, qua, a tutti i presenti e anche agli assenti, di rifare un Comitato per la salvaguardia di tutti i beni di Cefalù, ma, non solo per sedersi a un tavolo e fare chiacchiere, ma per farsi sentire, farci sentire in tutti i modi, in tutti i luoghi preposti.

Geraci
Questa è già una prima proposta che sta venendo fuori da questa riunione di cui interessare anche l’amministrazione comunale.

Marino
Non posso che essere d’accordo con Nicola, ma devo dichiarare la mia meraviglia ed il mio rammarico nel constatare che compiti, che sono devoluti alle istituzioni, debbano essere svolti da privati, da associazioni, le quali, da anni, lottano per uno spazio culturale a Cefalù, e, viceversa, sono malamente usate e non aiutate nello svolgimento della loro attività e della loro crescita! Cefalù ha perso già la sua identità culturale, non siamo più Cefalutani; il mosaico della nostra storia comincia a cadere, tessera per tessera; ci ridurremo senza anima, una città senz’anima in cui ci si muove solo per fare soldi. Non è questo che vogliamo, non è questa la città nella quale sono nato e nella quale sognavo di morire. Purtroppo, invece, sta diventando un piatto freddo, senza sapore. Il mio è un grossissimo rammarico, intanto per due motivi: primo, perché le istituzioni non stanno operando per colmare la lacuna per cui Cefalù è stato privo del teatro, dagli anni ‘60 fino ad oggi. C’è gente che non sa che cos’è il teatro comunale, a che cosa è servito, che cosa vi si faceva. È questa la prima! La seconda è quella che non sento nessuno parlare dell’attività del teatro di una volta. Il teatro comunale è un “politeama”, non è solo teatro. Quando si parla di teatro io mi atterrisco. La poliedricità dell’uso che se ne è fatto, nel tempo, avrebbe consigliato un diverso tipo di sfruttamento, oggi però le cose sono andate in questo modo, accettiamole così come sono venute ma provvediamo a che l’attività che si è svolta da sempre al teatro comunale continui proprio perché è al servizio della città. (...)
Può essere pure che io sia un romantico, attaccato alle cose inutili, ma, per me, che siano stati tolti due paletti di ferro che chiudevano la corsia del corridoio, è stato un delitto, perché quei paletti di ferro erano il “punto di vista” degli sguardi di tutti quelli che stavano nei palchi. Questo è un particolare, probabilmente dovuto ad una questione di affetto, però, nel fatto che nei palchi non ci siano né gli specchi, né gli appendipanni, denunzia che se ne vuole fare un uso diverso da quello che se ne faceva prima. Una volta i palchi erano quasi delle “proprietà private” delle persone che li occupavano, in quel momento. Non c’è più quella privacy, prerogativa dei teatri. Al teatro, il palco diventava proprietà di chi lo occupa in quel momento. All’interno dei palchi, voglio dire, ai tempi antichi, si mangiava - si portavano pure le cose da mangiare -. Dico tutto questo con molta passione, per una questione di affetto, perché, io, al teatro comunale ci sono nato.
Vorrei raccontare che quella statua, in gesso, che c’era una volta nell’androne ... (che non so come chiamarlo, perché non c’è neanche una biglietteria, un sistema per potere mettersi in contatto con il teatro). Ci sono delle cose che io non mi spiego, ma che probabilmente saranno poi colmate nel momento in cui chi acquisirà la gestione, di questa cosa, lo farà. Per concludere, voglio dire che ci sono esempi di gestione di teatri, di proprietà comunale, in altri luoghi; seguiamoli, non è necessario demandare ad altri la gestione di un bene proprio. Basta avere i polsi e riuscire a trovare i soldi per poterlo fare, altrimenti lo useremo per metterci, non so: l’apparato elettrico, come si fece con la Santa Caterina.

Geraci (rivolto a Cortina)
Il Teatro comunale potrebbe rappresentare un luogo dove fare degli spettacoli qui a Cefalù!

Cortina
Senza ombra di dubbio; anche perché la Santa Cecilia ha provato, per ben 12 anni, nell’androne dove c’era la statua di gesso, di cui diceva Nico. Noi siamo stati gli ultimi ad uscire dal teatro comunale. L’abbiamo avuto, in concessione, dalla buonanima dell’allora sindaco, Nino Vazzana; non finiremo mai di ricordarlo perché è stato l’unico sindaco che ci ha dato la possibilità di avere un posto dove poterci incontrare e fare le prove, anche se i luoghi erano quelli che erano, però l’avevamo. C’è quindi una affezione particolare della Santa Cecilia per il teatro comunale. C’è stata gente che vi è entrata all’età di 10 anni e che poi ne è uscita a 20. Ora io volevo fare una riflessione così a voce alta. Sento che l’amministrazione lo vuole dare in gestione a delle società, o associazioni, che vengono da fuori; volevo ricordare, a tutti politici, che sono là, che hanno avuto la delega di noi cefaludesi.
(...)
Tutte le attività della Santa Sicilia, a cui io ho partecipato, hanno avuto solo lo scopo di portare avanti il nome di Cefalù; cosa che, in trent’anni, non ho visto, dai politici: cercare di valorizzare un cittadino, un figlio di questa terra. Vedo che in tutti posti, di un minimo spicco, c’è tutta gente che non sono cefaludesi. Quindi noi non siamo amministrati da cefaludesi bensì da quelli che sono di fuori, i quali - molto probabilmente, anzi, al 100% - non conoscono la storia di cefalù, come tu (rivolto a Marino) ricordi spesso nei nostri incontri. Quindi, faccio un appello a questi benedetti politici: che a Cefalù c’è gente capace, sia organizzativamente, sia culturalmente, sia artisticamente - di un certo spessore -, che, fuori le mura di Cefalù, è portata a un certo livello, e io ne posso dare anche le prove. Non sto qui, oggi, a fare dei nomi - perché fra l’altro potrei anche essere interessato ad alcuni -, però dico: signori miei, coinvolgiamo queste persone, coinvolgiamo questa gente per potere gestire le opere, il patrimonio di Cefalù che è nostro!
Vero che Cefalù è anche di quelli di fuori che ci onorano della loro visita ... mi trovate completamente d’accordo. Nicola Cefalù, quando tu proponi un Comitato per i beni culturali di Cefalù, io sono a completa disposizione, io sono per il pugno di ferro, io sono con voi, la Santa Sicilia è con voi.
Non posso parlare degli inviti per questa apertura del teatro perché forse sono stato uno dei privilegiati; la mattina dell’apertura ho ricevuto un invito, nella qualità di presidente dell’associazione. Infatti, quando sono arrivato al teatro, mi sono meravigliato che le associazioni rappresentate erano pochissime.
La Santa Cecilia e Siciliana musica per l’uomo hanno fatto due manifestazioni nei periodi di dicembre (in ricordo di Elisa Di Fatta). Vero è che il teatro comunale fu inaugurato... ma, a questo punto, si poteva anche inaugurare con una manifestazione di questa, che quantomeno era una manifestazione dedicata alla nipote del maestro Cicero.

Biondo
Infatti - tornando a quando poc’anzi il nostro conduttore precisava la differenza tra intitolazione e inaugurazione -, quando morì Maria Elisa Di Fatta, fu un desiderio naturale, spontaneo, della gente di Cefalù, che fece dire: allora dedichiamo il teatro, oltre allo zio, anche a Maria Elisa. Quindi, quando io mi appello a queste “attribuzioni”, lo faccio perché sò che il popolo cefaludese desidera che queste strutture abbiano come guida, abbiano come modello, artisti cefaludesi che si siano distinti per le loro qualità artistiche e per il loro attaccamento al nostro popolo. Una attribuzione significa un impegno, da parte del comitato di gestione, dell’ente che gestirà, a seguire le indicazioni che questi artisti, con le loro opere, con le loro scelte, hanno fatto per Cefalù, e che si possono raccogliere in un’unica parola: difesa, tutela della identità locale! La quale non vuol dire “chiusura” nei confronti dell’apporto esterno - assolutamente -, il confronto, lo scambio, l’arricchimento. Non è possibile che l’assessore inauguri il bene con una manifestazione tutta portata da fuori, con musicisti di fuori, repertorio di fuori... spendendo € 40.000 (perché si è saputo dopo che si sono spesi € 40.000).
Guardate che con € 40.000 si poteva garantire una settimana di spettacoli a livello, diciamo, professionistico, e così si dava la possibilità a tutta la città, ad una grossa parte della città, di partecipare. € 40.000 è una grande cifra su cui - tra l’altro - il ragioniere capo ha dato parere negativo. Quindi vedete con che tipo di partenza... - con il piede sbagliato - si è andati avanti. Una manifestazione che non ha niente a che vedere con Cefalù e che parte già con forzature finanziarie.

Geraci
Si sono espresse delle idee su un possibile rapporto delle realtà locali con il teatro. Vediamo però, ora, la realtà dei fatti, nel senso che il teatro ha soltanto 204 posti, e tutti dicono che è un teatro piccolo per poter organizzare degli spettacoli dove, con il costo dei biglietti, si possa rientrare nelle spese. E, poi, anche la gestione del teatro non è una cosa semplice per una semplice associazione. Probabilmente una associazione di associazioni potrebbe...

Marino
Uno dei fiori all’occhiello della nostra città è la fondazione Mandralisca. Possiede un patrimonio inestimabile: costituito sia da quello lasciato dal barone, sia da quelli che si sono avvicendati dopo, come il fondo Cirincione e i fondi bibliotecari. Ebbene, se la fondazione Mandralisca dovesse vivere semplicemente degli introiti provenienti dagli ingressi al Museo, sarebbe già fallita da 150 anni. La fondazione Mandralisca vive perché ci sono dei fondi, perché le istituzioni - ritenendo che le attività della istituzione sia quella di fare crescere la città e di fare sopravvivere i beni culturali che nella città si trovano -, ha stabilito di dare dei fondi (la regione, la provincia, il comune, ora non so bene come vanno le cose). Non per questo si è pensato di fare venire una società o un’associazione, una gestione esterna da quella costituita dal solito consiglio di amministrazione. Le istituzioni hanno ritenuto e ritengono che un consiglio di amministrazione locale può sopperire alle esigenze della fondazione. Non si può pensare che un teatro comunale possa sopravvivere solo con gli introiti dei biglietti, ma non per questo bisogna venderlo a gente che viene da fuori. Devono essere le istituzioni a dare il giusto contributo per poter lasciar sopravvivere il teatro, altrimenti converrebbe che neanche si sarebbero dovuti spendere soldi per restaurarlo. Se la città non lo può usa, era meglio lasciarlo “magazzino”, almeno serviva a qualcosa.

Cefalù
D’altra parte, così com’è non lo possiamo gestire noi, con i soli soldi di ingresso, nessun altro potrà, senza finanziamenti!

Marino
Esattamente, voglio fare un paragone. La fondazione Mandralisca se dovesse sopravvivere con i biglietti delle persone che ci vanno, il biglietto dovrebbe essere € 275, (e lo dovrebbero pagare tutti - aggiunge Geraci).

Biondo
Semplicemente per ribadire quello che dicono loro. Se una entità viene dall’esterno non è che viene perché prende i soldi e li viene a regalare a Cefalù; non esiste il pazzo che viene dalla Germania o da Palermo prende i soldi e li butta a Cefalù. Se invece si tratta di un Ente che ha la possibilità di chiedere contributi regionali, nazionali o europei, per lo stesso scopo lo possiamo fare anche noi, lo può fare anche un comitato cittadino, lo può fare l’amministrazione comunale. Questa storia della economia è un alibi che loro usano, e chi sta portando avanti questa idea, per dire: siccome noi, sul posto, non abbiamo i soldi, allora abbiamo bisogno che vengono da fuori.
La verità è che noi dobbiamo organizzarci in modo tale che giuridicamente possiamo essere riconosciuti; con un progetto credibile che venga appoggiato anche politicamente. Un progetto importante, che un politico regionale sposi, e che nelle commissioni adatte a stanziare soldi, così come vengono stanziati per l’orchestra sinfonica siciliana, per brass group, ecc., li faccia stanziare anche per il funzionamento del teatro comunale di Cefalù. Non abbiamo assolutamente bisogno di nessuna guida esterna per fare quello che sappiamo fare lo stesso; il problema è organizzarsi nella forma giuridicamente corretta e imporre le istanze alla regione, alla provincia, allo Stato, per avere finanziamenti.

Geraci
Hai dato un’idea semplice, probabilmente, ma chiara, reale ecc. Però non mi sembra di veder muovere le associazioni cefaludesi verso questa soluzione; mi sembra che voi state aspettando dall’alto le scelte.

Cortina
Le associazioni, ultimamente - quando si stava partendo per fare il comitato, cui accennava Franco Pollicino - all’inizio, è avvenuto anche un incontro con il sindaco. Le associazioni si sono fermate su questa cosa, perché siamo venuti a conoscenza che, il teatro comunale, c’era una buona possibilità che lo venisse a gestire il teatro biondo di Palermo, in quanto, allora, l’onorevole Antinori aveva parlato - avevano fatto degli accordi con il sindaco - perché il teatro potesse entrare nel circuito dei contributi. (...)... a questo punto abbiamo parlato anche con il sindaco per, tra di noi, fare una eventuale convenzione che si andava a fare con il teatro biondo, di prevedere, in questa commissione, come poteva venire la fruibilità delle associazioni, dei gruppi locali. Cosa che poi è finita. Io, per carità, gli eventi politici sono stati quelli che sono stati, abbiamo fatto tante passerelle, abbiamo passato la palla da uno all’altro lato, quindi ecco perché le associazioni si sono fermate. Ora giustamente c’è questo fermento chè fuori si sente che si vuole dare alla società. E, non solo si sente parlare del teatro comunale ma anche di altre strutture, di altre cose, a cui devo dire che, c’è gente a Cefalù, che ci crede in queste cose. E, io propongo, se voi siete d’accordo, da domani in poi, noi possiamo cominciare a riunirci a cercare di vedere, a cercare anche dialoghi nei confronti con l’amministrazione.

Pollicino
Nico Marino ha posto l’accento - e voglio ripuntualizzarlo -, che le nostre associazioni, nella normalità dei casi, avremmo dovuto aspettare che qualcuno ci chiamasse per fare spettacolo. Non è nel nostro compito gestire, pressare, fare politica.
Diciamo che per una emergenza ci siamo tirati dentro a questi discorsi.
Perché si vedeva che tutto languiva. Quindi diciamo che i ruoli non sono quelli che io, come associazione, va da gestire... è che io, come associazione, ci chiamano..., dice: fate spettacolo, e noi facciamo spettacolo. Quindi questo è primo.
Il secondo punto interessante di Nicola, che dice: “la gente”, ma il teatro non è che è solo delle associazioni; il teatro è di tutti! Cioè, cosa voglio dire, noi si era cominciato qualche discorso, finito, interrotto - quello che è successo -, però voglio dire noi possiamo essere, penso, i capofila di un qualche cosa che alle spalle deve avere la gente, perché se noi aspiriamo al teatro per andare a fare un qualche cosa, la gente deve aspirare per andare a vedere qualche cosa! Cioè voglio dire in una parola: coinvolgimento. Cioè non devono essere solo le associazioni o i presidenti delle associazioni che si agitano, che si muovono. Se c’è da fare proteste, come diceva Nicola, ma veramente qua allarghiamo tutto il discorso, e diciamo che “tutta la città”, perché è un bene di tutti, non è un bene solo delle associazioni. Posto questo voglio dire che se c’è da fare movimenti, come posso dire, se c’è da fare manifestazione in piazza, quello che si vuole fare, perché noi ovviamente oltre a rappresentare le associazioni siamo anche dei cittadini, quindi siamo investiti del doppio ruolo di chi vuole entrare per proporre e di chi vuole entrare per vedere, anche perché il bene è di tutti, anche nostro. Quindi, se si vuole agitare qualche cosa... però, ripeto, vorrei fare sempre, franco, il discorso che noi così ci stiamo infilando in un discorso che teoricamente non è dell’associazione: quello del gestire, del fare; è per un’emergenza, perché diciamo che questa politica è così! E, poi io vorrei approfittare per accennare una cosa. Ma è mai possibile che questi comuni - non dico Cefalù -, i comuni tutti, non gestiscono più la spazzatura, non gestiscono più l’acqua, non gestiscono più la luce, non gestiscono più la spiaggia, non gestiscono più i beni perché hanno dato le aiuole ai... ma che ci stanno a fare più, questa gente; ma il comune è diventato un “consegnare” solo a ... Nico Marino mi fa le pulizie, Pollicino mi fa le spiagge... è giusto che anche noi dobbiamo pensare affinché la gente si prenda le proprie irresponsabilità. È stata eletta, deve avere le sue responsabilità...

Marino
Effettivamente il punto della situazione è proprio questo: è che non spetta alle associazioni! Possiamo consigliare. Sono le istituzioni che dovrebbero intervenire e decidere un sistema per il funzionamento del teatro che, a mio avviso, al di là di ogni possibile intervento di ognuno, nel pensiero di ognuno, sarebbe stato: creare una fondazione, del tipo teatro biondo, eccetera. La fondazione avrà il suo consiglio di amministrazione e il suo sovrintendente; le relazioni saranno tra la fondazione e il comune. Il comune potrebbe avere al suo interno elementi della propria amministrazione. E sarebbe la cosa migliore. Perché allora sarebbe il comitato, il consiglio di amministrazione a chiamare eventuali associazioni o gruppi per le attività e sarebbe la fondazione a richiedere..., perché noi, ricordiamoci di questo che, Cefalù, che è il secondo polo turistico siciliano, non ha mai avuto una legge del tipo Taormina per fare delle manifestazioni; che almeno usufruisca di questo spazio, e che il teatro comunale potrebbe essere una entità che possa agire anche in estate, perché non è che,perchè il teatro è chiuso, non si possono fare spettacoli in estate, anche perché il sistema di ventilazione che c’è all’interno, ammesso che possa funzionare, si possono fare anche spettacoli in estate, proponendo delle cose che il turista potrebbe apprezzare, condividere e frequentare.

Geraci
Andiamo alla conclusione (Cortina e Pollicino vanno via)

Biondo
A parziale rettifica di quello che ho sentito dire poc’anzi da Pollicino, vorrei precisare. Il ruolo della associazioni non è soltanto quello di fare spettacolo. Lui dice: noi ci aspettiamo di essere chiamati per fare lo spettacolo! In effetti, il discorso è più complesso. Noi avevamo chiesto che si stabilisse, in questo statuto, una clausola di questo tipo: qualsiasi ente, qualsiasi gruppo, venga a gestire il teatro comunale, e riceva finanziamenti per questa attività, deve lasciarne una quota consistente per la produzione di spettacoli in loco. Cioè è diverso; non è solo il concetto che io ho in repertorio una mia serata e allora, in un cartellone, vengo chiamato, prendo i miei 1000 o 2000 euro e faccio lo spettacolo. Noi abbiamo la necessità di avere dei finanziamenti per produrre nuovi spettacoli. Il teatro non è una struttura monumentale dove si fa dello spettacolo soltanto; il teatro è laboratorio, officina, preparazione, produzione di spettacoli. Affinché questa produzione possa essere svolta, c’è bisogno di finanziamenti. Finanziamenti che devono essere lasciati alle associazioni locali. Quindi il fatto di delegare un po’ tutto ai politici, come vorrebbero fare loro...- dice: sono politici che devono decidere -, si ma noi dobbiamo essere uno stimolo concreto, dobbiamo presentare un regolamento di gestione di questo teatro che salvaguardi il ruolo delle attività locali, e per attività - lo ripeto ancora - non soltanto la presentazione di un paio di spettacoli l’anno, tanto per farci contenti, ma la produzione di nuovi spettacoli, di nuove attività che coinvolgono i nostri giovani artisti, i nostri giovani cefaludesi che vogliono vivere all’interno del teatro. Perché il teatro è una casa viva, laddove si comunicano sentimenti, laddove c’è la possibilità di raccontare la nostra storia, di confrontarci nei vari stili degli spettacoli che si fanno. Questa vivacità, questa vitalità del teatro, è la vivacità della vita stessa, e non può essere demandata a persone di fuori che vengono a fare, come al solito, da noi, interessi di altri. Il teatro comunale deve essere uno strumento della città, deve essere gestito in maniera democratica e locale.

Danilo
Concordo pienamente con il discorso di non vivere lo spazio ma di vivere il momento del teatro. Come staff di “giovani insieme”, che seguo da circa 16 anni, posso confermare che esistono delle risorse tali che sarebbero capaci di animare alcuni momenti dell’estate, in maniera anche amatoriale. Abbiamo visto nascere, in questi ultimi anni specialmente, diversi giovani che poi sono venuti fuori alla ribalta, andando anche in quelli che sono i palcoscenici estivi che vengono sviluppati nelle varie contrade, nelle varie città un po’ limitrofe a Cefalù. Quindi, in ogni caso, anche se nella vicenda non c’entro pienamente, però posso capire che viverne lo spazio può essere una opportunità per tanti di venir fuori alla ribalta, oltre quelle che sono un po’ le associazioni che, da un po’ di tempo, segnano la storia e la cultura cefaludese.

Geraci
Nicola Cefalù, a me sembra sempre che “nemo profeta” in patria. Voi praticamente avete sempre successo fuori e, a Cefalù, non so se potrete fare spettacoli, in questo teatro comunale

Cefalù
Speriamo di sì; la speranza è sempre l’ultima a morire. Io volevo dire che noi come associazione, siamo per formare una fondazione - che sia la Pro-loco, non so come chiamarla meglio - che sia riconosciuta a livello regionale e nazionale, per cui possiamo attingere ai vari contributi che ci sono. Perché i contributi ci sono, non è che non ci sono, ci sono i contributi! Bisogna solo formare appunto una cosa, un comitato, che sia riconosciuta.

Marino
Nicola ha scoperchiato una pentola cioè quella della mancanza di una pro-loco. Noi che eravamo una volta governati, tra virgolette, nel senso buono, e gestiti, nell’attività turistica, da una azienda autonoma di soggiorno e turismo - una delle poche esistenti in Sicilia -, oggi ci troviamo orfani di questa e della pro loco che una volta esisteva, e che era la pro-Cefalù-Gibilmanna, che essendo stata cambiata in azienda autonoma di soggiorno e turismo, non ci fu più l’esigenza di una pro-loco, quindi, oggi, ci troviamo senza pro-loco e senza azienda.

Cefalù
Io, anni addietro, avevo l’intenzione di fare appunto una pro-loco, solo che mi hanno spiegato che, essendo, a Cefalù, presente l’azienda, la pro loco non poteva esistere. Oggi che l’azienda non esiste più, possiamo costituire una pro-loco.

Marino
Perché no

Geraci
Anche questo è un argomento che possiamo sviscerare nel prossimo futuro.

Marino
Volevo solo aggiungere questo: non allarmiamoci comunque, ancora è possibile trovare una via che soddisfi tutti, quindi... affiliamo le armi, ma non mettiamocele tra i denti per andare all’assalto, quindi...

Geraci
Questo no, perché aspettiamo ancora le mosse dell’amministrazione, perché l’amministrazione sarebbe giusto che facesse conoscere quello che vogliono fare.

Cefalù
C’è un motto che dice: mentri u merico sturìa u malatu pigghia a via.

Geraci
Infatti, io penso che, da parte delle associazioni, sarebbe opportuno e giusto incontrare l’amministrazione per dare il vostro apporto e dire praticamente che cosa vorreste fare ecc.; perché è importante fare conoscere le vostre iniziative, le vostre possibilità, e parlare con gli assessori locali, perché sono quelli che conoscono bene le cose delle associazioni locali, perché gli assessori che non sono locali, possono avere le idee, diciamo, di grandezza, dico, il maestro Veronesi è stato già criticato perché ha portato i musicisti della Scala, poteva portare qua i musicisti dell’orchestra sinfonica siciliana, tra l’altro lui ne è il direttore.

Nico Marino conclude l’incontro con un ricordo affettuoso dell’amico Pio Pollicino.

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Riportiamo adesso, una sintesi della prima parte della trasmissione, che ha visto Enzo Cesare riferire sulle ultime notizie circa il raddoppio ferroviaro.

L’argomento iniziale è stato quello annoso della ferrovia, il quale pare adesso avviato a soluzione, almeno in base alla notizia della risposta che, il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i Trasporti, Mantovani, ha dato, nella seduta pomeridiana del Senato, del 21, alle due interrogazioni: l’una, a firma congiunta Vicari(Pdl)-Ferrante(Pd), e l’altra a firma Giambrone-Iannuzzi (Idv), quest’ultima risalente all’ 8 luglio 2009. Sempre nel 2009 erano state presentate altre quattro interrogazioni, due ciascuno, da Giuseppe Lumia e da Simona VIcari ma separatamente. A queste va aggiunta anche quella di Leoluca Orlando alla Camera.

A queste iniziative parlamentari non è stata certo estranea la continua e pressante azione del Comitato “Cefalù quale Ferrovia?” che Enzo Cesare ha animato e diretto in tutti questi anni, e che il giornalista cefaludese ha ricostruito con giusta soddisfazione, assieme alle vicende del progetto e dei suoi finanziamenti i quali ultimi hanno visto anche momenti critici causa “deviazioni” verso “l’alta velocità” al Nord.

Su come verrà la “fermata metropolitana” di Cefalù vedi Saro di Paola https://www.qualecefalu.it/lac/node/662 . Sul reimpiego della vasta area di superfice che resterà libera dai binari e dalla attuale stazione, il dibattito sarà vasto e tutto da sviluppare in concomitanza con il ritorno in Consiglio Comunale della Variante di Massima al P.R.G; nella proposta della quale peraltro, l’arch. M. Panzarella, già ha tenuto conto.
Radio Cammarata ha già in programma di invitare, in una prossima trasmissione di “parliamo di...”, il prof. arch. M. Panzarella ed altri Tecnici per un confronto di opinioni al riguardo.

Sollecitato da Geraci (“... però anche il sindaco Giuseppe Guercio...!”), Cesare ha tenuto a precisare che stava per parlarne, rimarcarcando come: “l’esito di questa risposta provenga anche dall’azione coordinata e direi incalzante da parte del Sindaco Guercio. L’ho fatto presente nei precedenti incontri che il Sindaco di Cefalù, in perfetta armonia con il Comitato, aveva incalzato il Governo regionale e nazionale per far sì che, appunto, venisse ri-finanziata l’opera. Sono state inviate una serie di lettere, a nome e per conto anche dei Sindaci del Comprensorio della Madonie, sottoscritte anche da alcuni Presidenti dei Consigli comunali”.