Conferenza sulla grave crisi della sanità a Cefalù indetta dall' A.D.U.S.
4 Febbraio 2012, 13:30 - Nicola Pizzillo [suoi interventi e commenti]
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Si è tenuta ieri sera presso la sede di via Umberto I, sotto la chiesa di S.Maria, una conferenza stampa sul tema della nostra sanità, a parlare è stato il Presidente dell’Associazione difesa utenti della sanità (Adus), Salvatore Guarcello e gli ospiti intervenuti Enzo Terrasi, Rosario Lapunzina e Giuseppe Spinosa.
Adus, dice Guarcello, è una ONLUS che si occupa di problemi di assistenza sanitaria e di tutela dell’utente della sanità, una volta si diceva il malato. Essa, stante l’indisponibilità di una sede da parte del Comune, è ospitata assieme ad altre associazioni in locali concessi dal Vescovo di Cefalù.
L’Adus ha indetto questa riunione perché sollecitata dagli utenti che devono essere operati e che sono in lista di attesa all’Ospedale Giglio-San Raffaele dal 2008 ma cha ancora oggi non vengono chiamati.
Secondo l’associazione manca al San Raffaele-Giglio la trasparenza; per ottenere le liste di attesa l’Adus, nonostante le richieste scritte, si sarebbe dovuta rivolgere all’Assessorato Regionale alla Sanità.
L’Adus ha promosso un anno or sono una conferenza dei sindaci dove ha chiesto di far prevalere la territorialità (medicina generale) sulla attività specialistica intramoenia in prevalenza oncologica, è stata firmata pure una petizione ma da allora non è successo nulla.
Sempre secondo questa associazione l’esperienza gestionale del San Raffaele-Giglio è fallimentare, ci sono circa 40 milioni di debiti, chi dovrà ripianarli?
Adus chiede pertanto di riportare alla gestione pubblica l’ospedale, così come è anche nel programma del movimento politico “Cefalù possibile” augurandosi che questo orientamento venga condiviso anche dagli altri candidati a Sindaco.
Di tutto quanto detto in questa sede l’Adus ha stilato un documento inviato alle Istituzioni: Regione, Camera e Senato, Sindaci e Consigli Comunali del comprensorio madonita ed alla stampa.
Secondo il consigliere comunale Enzo Terrasi, che ha anche lavorato al San Raffaele, bisogna partire dallo stato in cui si trovava 9 anni fa l’ospedale che faceva 80 posti letto divisi tra medicina generale, chirurgia, ostetricia e psichiatria. Quando è subentrato il San Raffaele si è passato a circa a 260 posti letto, sono aumentati i dipendenti e Cefalù è diventato un punto di riferimento; è arrivata l’oncologia, la traumatologia, l’ortopedia e la neurologia, che ha consentito a molti utenti di poter restare in sede. Sono state rifatte interamente le sale operatorie, con dipendenti interni, da una sala operatoria si è passato a 4 sale. Hanno realizzato una centrale dell’acqua per sopperire alle carenze idriche, hanno migliorato l’accoglienza e la viabilità. Il meccanismo è cominciato a cambiare quando nella gestione è entrata la politica regionale, fino a quando c’era al vertice Veronesi la cosa funzionava. Adesso c’è il meccanismo del budget che se viene sforato rende impossibile di operare, a quel punto occorre scegliere quali interventi privilegiare e quali rimandare, per questo si ricorre all’intramoenia. Dobbiamo decidere se vogliamo un ospedale di alta specializzazione o generalista ma non saprei dire qual è la scelta migliore.
Il candidato sindaco Rosario Lapunzina, ricorda di aver approvato in Consiglio comunale la variante per realizzare il polo oncologico. Afferma che però è mancata un’attività di controllo sulla gestione da parte della Regione, ora occorre comprendere cosa accadrà anche alla luce della vicenda che riguarda l'acquisizione del San Raffaele di Milano.
Bisogna trovare un giusto equilibrio tra la necessità del territorio di ricevere assistenza per interventi di varia natura e quelli di alta specializzazione. E’ stato chiesto al Sindaco di relazionare al Consiglio comunale, nella sua qualità di membro del consiglio di amministrazione del San Raffaele-Giglio, sullo stato dell’Ospedale e le prospettive future. Ha appreso che l’Ospedale ha chiesto al Comune di poter realizzare a proprie spese lo svincolo viario di accesso, allo stato altamente pericoloso.
Giuseppe Spinosa del movimento “Cefalù Possibile”, era radiologo in servizio al San Raffaele, ha visto arrivare nuove attrezzature diagnostiche cosa che ha reso la struttura all’avanguardia. La città deve scegliere se a maggio 2013, scadenza della sperimentazione, vuole che l’ospedale torni pubblico o resti privato. E’ possibile che la Fondazione Giglio-San Raffaele si sciolga per mancanza di un socio (il San Raffaele di Milano) e che gli altri soci pubblici, la Regione Sicilia ed il Comune di Cefalù, debbano accollarsi i 40 milioni di debiti in parti uguali. Questi debiti sono determinati dal fatto che la Fondazione ha pagato gli stipendi dei dipendenti della USL, in servizio nella struttura, e che non sono stati ancora rimborsati dalla Regione Sicilia. L’ideale sarebbe far tornare la gestione ospedaliera pubblica e poi attivare delle convenzioni con privati solo per determinate branche mediche di alta specializzazione, così come si è fatto a Bagheria.
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