il sitema del money transfer e il rischio dell'evasione fiscale
8 Gennaio 2012, 15:46 - Claudio Pepoli [suoi interventi e commenti]
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il generale Leandro Cuzzocrea, comandante del Nucleo valutario della Guardia di finanza: «Il rischio del sistema dei trasferimenti di capitali all’estero attraverso il mercato parallelo a quello bancario rappresentato dai Money Transfer è che veicoli capitali frutto di attività illecite del contrabbando, della contraffazione, dell’immigrazione clandestina e dell’evasione fiscale».
I numeri di questo mercato sono da capogiro. Ogni anno solo i lavoratori cinesi emigrati in Italia spediscono a casa, ufficialmente, un miliardo e 700 milioni di euro, che rappresentano il 28% di quella torta complessiva delle rimesse degli stranieri nei rispettivi paesi d’origine. Quelli che vivono a Roma, quasi 900 milioni. Ancora due numeri: un cinese che vive nella capitale riesce a inviare in media 78 mila euro all’anno; ma se prendiamo un cinese che vive in Italia, lamedia scende ad appena 10mila euro all’anno. Quante sorprese dalmondo del lavoro sommerso, parallelo, legale ma invisibile del Paese delDragone.
Zhou Zengh, il papà della piccola Joy, entrambi trucidati mercoledì sera sotto casa, a Torpignattara, faceva la raccolta delle rimesse dei suoi connazionali che poi versava allo sportello ufficiale di un money transfer. E nel suo borsello abbandonato dai rapinatori trasformatisi in killer, c’erano oltre 16 mila euro. L’Osservatorio di MoneyGram International sostiene che «ogni cinese in Italiamantiene pocomeno di tre cinesi in patria. Complessivamente i flussi finanziari che partono dall’Italia sono in grado di sosteneremezzo milione di cinesi in Cina». Ma quanti sono i lavoratori stranieri che utilizzano altri sistemi di trasferimenti di capitali? Il generale della Guardia di Finanza, Leandro Cuzzocrea: «È difficile fare una stima della ricchezza trasferita illegalmente. Di certo esiste ed ha una sua consistenza. Basti pensare che i cittadini dei paesi arabi utilizzano il sistema cosiddetto “Hawala” che trae origine dalla legge islamica ed è totalmente fuori da ogni sistema legale. Le transazioni avvengono sulla parola e l’onore».
Il dato interessante che emerge e che può sembrare un paradosso è che in Cina non esiste il sistema dei money transfer. E dunque a un certo punto il flusso dei capitali si incanala nel sistema bancario e creditizio ufficiale. Solo a Roma sono quasi 8.000 gli agenti del sistema dei money transfer, poco più del 10% rispetto a quelli presenti in Italia (70.547). Il comandante del Nucleo valutario della Gdf, il generale Cuzzocrea sottolinea quanto sia «severa la normativa di questo settore»: «Quando era consentiva una movimentazione privata di capitali fino a 12.500 euro, per il money transfer il limite era fissato a 5.000 euro. La regola prevedeva che per spedire 2.000 euro fosse necessaria la identificazione del cliente, ma se la somma arrivava fino a 5.000 euro, oltre l’identificazione era necessaria allegare anche la documentazione su quella somma, come per esempio una busta paga. Successivamente, ed arriviamo all’oggi, la legge antiriciclaggio ha stabilito che se nell’arco di una settimana un cliente effettua più di un versamento che supera complessivamente i 1.000 euro, il versamento frazionato non è regolare». In diverse inchieste, la Guardia di finanza ha documentato le continue violazioni delle norme.
L’anno scorso, a Firenze il volume di trasferimenti illegali ha raggiunto un miliardo di euro da parte di un solo intermediario finanziario. Fa riflettere un dato sulla specificità romana: qui la comunità cinese ha una capacità di produrre profitti molto alti se è vero che in media un cinese manda ogni anno in Cina 78.000 euro, a fronte dei 10.000 spediti in media da un cinese che vive in Italia (il dato si riferisce al 2007). Fa riflettere in sé, a maggior ragione se confrontato con un cittadino di un altro paese. Per esempio un marocchino manda a casa 1.188 euro se svolge la sua attività a Roma, 925 euro se invece lavora in un’altra città del Paese.
Da "La stampa" del 8/01/2012
SPERIAMO CHE IL GOVERNO MONTI SI RAVVEDA...!!!
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