"Tutto è bene quel che finisce bene”,

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Fonte: laVoceweb - Lettera di Riccardo Gervasi, 05.12.2011

"Tutto è bene quel che finisce bene”, almeno secondo un vecchio adagio di saggezza popolare. E sembra proprio il caso di dirlo in merito ai recenti avvenimenti in materia di politica scolastica a Cefalù.

Una delibera con la quale l’amministrazione intendeva preservare dalla razionalizzazione l’istituto comprensivo “Rosario Porpora” e fatta passare venerdì 25 novembre alle ore 14, quando il giorno successivo gli uffici sono chiusi, lascia parecchi dubbi sulla legittimità politica di ciò che si intendeva fare, ma anche sulla buona fede degli attori che hanno recitato la loro parte in quello che possiamo definire – questa volta sì – “il teatro dell’assurdo”. Tanto più se consideriamo che il primo giorno utile per affrontare la questione, lunedì 28 novembre, il consiglio scolastico provinciale si era immediatamente espresso favorevolmente sull’accorpamento del plesso “Spinuzza” alla media “Rosario Porpora”.

Ma “tutto è bene quel che finisce bene”. E così, una volta diffusa la notizia, la sommossa di popolo ha finito per far prendere coscienza al primo cittadino. Pippo Guercio ha immediatamente capito quanto cara poteva costargli in termini di voti alle imminenti elezioni la scellerata delibera 190.

La revoca di quell’atto è stata quasi naturale e immediata. Ma non avrebbe risolto o accantonato il problema senza quel consiglio straordinario convocato d’urgenza e nel corso del quale i consiglieri, all’unanimità e dopo ampio e partecipato dibattito, hanno approvato un documento per impegnare la stessa amministrazione comunale a dare una svolta alla vicenda in piena sintonia con quanto disposto dal legislatore sul ridimensionamento della rete scolastica.

Sarebbe stato anacronistico qualsiasi atto amministrativo che non avesse tenuto conto di una norma nazionale che prevede la soppressione delle direzioni didattiche. Queste, infatti, devono essere trasformate in istituti comprensivi. E non avrebbe fatto eccezione la città di Cefalù. La legge nazionale, infatti, non entra nel merito dei contenuti in Sicilia, regione a statuto speciale, ma si limita a dettare un aspetto formale e generale che non può essere disatteso. E si sa, talvolta anche la forma è sostanza secondo gli insegnamenti aristotelici.

Non è rimasto, dunque, altro da fare all’amministrazione comunale che ha dovuto prendere atto del proprio errore e provvedere ad emanare un’altra delibera, la 195, in perfetta sintonia con quanto stabilito dal Consiglio comunale.

Alla fine a prevalere è stato il buonsenso perché si è riusciti a coniugare le esigenze della razionalizzazione scolastica con quelle della gente, delle tante famiglie che temevano l’interruzione della continuità didattica per i propri figli a causa della probabile riapertura delle graduatorie d’istituto per consentire agli insegnanti di esercitare un loro sacrosanto diritto: il diritto di scegliere se restare allo “Spinuzza”, e quindi transitare alla “Rosario Porpora”, o se passare alla “Botta”. Per non parlare dell’anomalia che si sarebbe creata: la persistenza di una direzione didattica, quella della “Botta”, orfana della “Spinuzza” ma anche controcorrente dal momento che la legge ne prevede la soppressione.

Ma se alla fine a prevalere è stato il buonsenso, tanto che dal prossimo anno scolastico Cefalù avrà il più grande polo del comprensorio con circa 1300 alunni, non altrettanto può dirsi sia per alcuni organi d'informazione, che sono sembrati molto orientati, sia per la dirigenza scolastica della “Rosario Porpora” che non sembra abbia accettato quanto deliberato dal Comune se è vero, e lo è, che ha convocato per giorno 7 presso i locali della scuola media i rappresentanti dei genitori e la stessa amministrazione comunale per discutere, si legge nella lettera, del ridimensionamento della rete scolastica.