Acque e fuocu dacci luocu

ritratto di Nicchi Salvatore

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Guardando quello che è successo in Liguria, mi viene da fare il parallelo con Cefalù!
Stessa posizione orografica, stessa conformazione dei ruscelli, stessa devastazione edilizia, stessa incuria dei corsi d’acqua ancora scoperti, stesse strozzature dei ruscelli costretti in incanalature che si ostruiranno con la vegetazione trascinata dalla furia dell’acqua.
Ricordo che già anni addietro, il ruscello Pietragrossa, provocò danni ingenti facendo saltare in aria la strada della stazione, i tombini, ed allagò diversi cantinati nella via Giglio.
L’ultimo vento di scirocco, nel centro abitato, ha ostruito buona parte dei tombini con fogliame, terra e detriti di ogni genere.
La prossima pioggia, speriamo sempre in Gesù Salvatore, cosa ci riserverà?
Mi conforta il fatto che nessuno si preoccupa, ciò vorrà dire che tutto andrà per come è sempre andato.
Eppure non sono tranquillo, guardo e riguardo le immagini che scorrono nella TV, e noto che tutti i discorsi riguardanti il disastro della Liguria, vengono fatti con il senno del POI.
Forse è meglio che qualcuno incominci a pensare seriamente a quello che potrebbe succedere se un tale evento dovesse investire la nostra beneamata (a parole) cittadina.
Credo che quello che temo, non si verifichi, non sono e non vorrei essere una –cassandra-, spero che la cosa faccia riflettere e faccia preoccupare chi di dovere, più di quanto ci si possa preoccupare di alcune “quisquilie e pinzilacchere”.
Come sempre: “ cum tacent, clamat. (cicerone)