Comitato Pendolari Sicilia - Appello in difesa del trasporto pubblico

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L’allarme è stato lanciato da tutte le Regioni: se il Governo non
cambierà idea, dal 2012 potrà essere davvero molto difficile viaggiare in
treno o sugli autobus.
Si prevedono tagli al 75% delle risorse per il trasporto pubblico, e le
regioni stanno già pensando a drastiche riduzioni del servizio unite ad
aumenti insostenibili dei prezzi di biglietti e abbonamenti.
E’ giunto il momento di fare giungere la nostra voce ai vertici dello
Stato, perché troppo spesso il popolo dei pendolari rimane inascoltato,
pur essendo composto da quasi tre milioni di cittadini.
Insieme a tanti altri Comitati di Pendolari sparsi in tutta Italia, il cui
numero sta ogni giorno crescendo, abbiamo pensato di inviare un appello al
Presidente Napolitano e ai Ministri del Tesoro e dei Trasporti perché
vengano riconsiderate le ipotesi di taglio alle risorse del trasporto
pubblico, per ricordare a chi ci governa che il trasporto pubblico non è
un servizio secondario, ma un servizio che riveste una importanza vitale
per tantissimi cittadini e per le loro famiglie, che non possono accettare
di vederselo sottrarre senza reagire.
Questo appello verrà recapitato al Presidente, ai Ministri e ai media, per
darvi la massima diffusione. Naturalmente ogni comitato sarà tenuto a
darvi a sua volta la massima diffusione, anche presso le Amministrazioni
Locali, perché il nostroNO ai tagli giunga forte e chiaro a tutti i
livelli istituzionali.
In occasione dell’inaugurazione del prossimo Salone Nautico, chiederemo
di poterlo consegnare direttamente al Ministro dei Trasporti che
presenzierà l’inaugurazione, e che è uno dei destinatari
dell’Appello, chiedendogli di prestare orecchio alle ragioni di milioni
di cittadini che chiedono una scelta decisa in favore del trasporto
pubblico.

No allo smantellamento del trasporto pubblico, Si alla mobilità
sostenibile per una qualità della vita migliore.

Il testo dell'Appello:
Appello per il trasporto pubblico: no al taglio delle risorse, no al taglio
del servizio
Togliere risorse al trasporto pubblico (treni, autobus, metropolitane,
ecc.) è un grave errore strategico poiché se da un lato viene limitato il
diritto alla mobilità dei cittadini, dall’altro si aumentano i costi
sociali legati a incidentalità, congestione ed inquinamento, si deprime
l’economia e si causa un generale peggioramento della qualità della
vita.
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Ministro dell’Economia
Al Ministro dei Trasporti

Signor Presidente, Signori Ministri,

sono quasi 3 milioni i cittadini che ogni giorno basano sulla
disponibilità di mezzi di trasporto pubblici la loro possibilità di
andare al lavoro, a scuola, all’università, e, in generale, a svolgere
le loro più diverse attività.
Usare i mezzi pubblici non significa solo poter disporre di un modo
economico per spostarsi dalla propria abitazione verso la destinazione
prescelta, ma significa scegliere una modalità di trasporto in grado di
coniugare con efficacia diversi importanti vantaggi: un minor inquinamento
ambientale, un minor congestionamento delle strade, una minore
incidentalità con i connessi alti costi sociali, per non citarne che
alcuni. Nell’insieme, una mobilità collettiva efficiente è un fattore
in grado di migliorare in modo sensibile la qualità della vita percepita
dai cittadini.
La Manovra varata dal Governo prevede per il 2012 ulteriori tagli nei
trasferimenti alle Regioni, tagli che si abbattono, in particolare, sul
trasporto pubblico mettendone in pericolo la stessa sussistenza, atteso che
si parla di una riduzione del 75% delle risorse.
Attuare una simile misura impedirebbe da un lato a centinaia di migliaia di
studenti e lavoratori di muoversi e dall’altro provocherebbe il caos
poiché farebbe aumentare il traffico e la congestione delle nostre strade,
già in molti casi oltre il livello di guardia.
Per ovviare parzialmente ai tagli le Regioni non avrebbero altra scelta che
aumentare in modo insostenibile il prezzo dei biglietti e degli
abbonamenti, e questo nel bel mezzo di una crisi economica che erode
stipendi e pensioni sempre più insufficienti a far fronte alle necessità
quotidiane.
L’aumento dell’IVA al 21% porterà inoltre un ulteriore aumento del
costo della vita e in particolare dei trasporti, con un ulteriore effetto
negativo sul potere d’acquisto dei cittadini, andando a colpire,
proporzionalmente, le fasce più deboli, numericamente in costante
aumento.
Anche le conseguenze dei tagli al trasporto pubblico sul sistema economico
nel suo complesso saranno molto negative, abbiamo già accennato ai costi
sociali dovuti a congestione, inquinamento e relative malattie,
incidentalità, che già oggi costano al Paese ben 2 punti di PIL e che una
più attenta politica in favore della mobilità collettiva e sostenibile
potrebbe sensibilmente abbassare, liberando risorse per investimenti in
grado di creare occupazione e migliore qualità della vita.
Impiegare risorse in trasporto pubblico e mobilità sostenibile non è un
costo, ma un investimento che riveste un carattere anticiclico nei
confronti di una crisi economica dalla quale sarà possibile uscire solo se
saremo in grado di immaginare un futuro diverso e migliore della realtà in
cui viviamo oggi. Non è giocando in difesa, ripiegati su noi stessi, così
come prefigura appunto una politica di soli tagli, che potremo vincere le
sfide della mondializzazione economica.
Pensiamo che la mobilità collettiva faccia parte di questa visione del
nostro futuro, insieme ad una economia che punti con decisione
sull’innovazione e sullo sviluppo sostenibile, ed è per questo che ci
rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, ed a Voi, Signori Ministri
dell’Economia e dei Trasporti, perché sia riconsiderata l’ipotesi di
tagliare le risorse ad un settore non solo vitale per milioni di cittadini,
ma dal quale l’economia potrebbe trarre grande impulso.
Confidando che questo appello non resterà inascoltato, rivolgiamo a Lei,
Signor Presidente, e ai Signori Ministri, il nostro sincero ringraziamento
per l’attenzione prestata alla voce di milioni di cittadini.

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