Un giorno davvero speciale: il MASCI di Cefalù in pellegrinaggio a Medugorje

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nel 30° anniversario dell’apparizione della Madonna. Le visite culturali.

La triade dei pellegrinaggi, voluti dal MASCI di Cefalù, dopo Santiago de Compostela e la Madonna dell’Alto madonita, si conclude in Bosnia al Santuario di Medugorje.
Gli Adulti Scout hanno risposto alla chiamata della Madre Celeste, che da trent’anni invita i suoi figli a venire nella sua dimora. Hanno sentito il richiamo di uno spirito di grazia e di pace, arrivando a Medugorje con animo semplice, disposti ad accettare anche disagi e sacrifici, perché questa terra non è una metropoli munita delle più sofisticate modernità, ma è un piccolo paese che sta facendo di tutto per accogliere il pellegrino che giunge stanco e affaticato o addirittura malato e depresso, che ha tanto bisogno di conforto e sostegno.
Forse Maria ha scelto questa terra della Bosnia Erzegovina per la sua apparizione a sei ragazzi del posto, perché le è congeniale; il paesaggio somiglia tanto a quello di Nazareth: case di pietra, muretti da cui sorgono fichi e melograni, sentieri rocciosi e d’argilla, valle incantata adagiata tra il monte Krizevac e la collina di Podbrdo in un tripudio di rigogliose coltivazioni.

Questa stupenda valle verde era coltivata interamente a vite e a tabacco e questi prodotti ottenuti con tante fatiche erano il sostentamento delle famiglie che conducevano una vita povera ed essenziale. A sera, le case di pietra, dal pavimento in terra battuta, radunavano attorno al focolare affetti familiari, stanchezze, gioie, preoccupazioni, ansie, ma tutto nel sacro rispetto dei veri valori della vita e delle sane tradizioni.
In questo clima di semplicità vivevano i ragazzi scelti dalla Madonna: Vieka, Jakov, Mirijana, Ivan, Ivanke, Marya. Il giorno 24 giugno 1981, giorno di San Giovanni Battista, i sei ragazzi, che abitavano nel villaggio di Bijakovici, si erano avviati per custodire le loro caprette sul monte Crnica, in una località chiamata Podbrdo, tutta rocce e sterpi. Le loro gambe, abituate alle salite scabrose, s’inerpicavano agili tra pietre e rovi. Giunti sulla sommità, furono attratti da una visione insolita: una luce intensa e meravigliosa entro cui una bellissima donna, su di una nuvola bianca, sorrideva loro con amabilità. L’apparizione esercitò su di loro sbigottimento, spavento e gioia allo stesso tempo; non ebbero il coraggio di fermarsi e scapparono per il sentiero impervio e scosceso verso il loro borgo chiamato Bijakovici e raccontarono l’accaduto, affermando che quella “bella signora” altro non poteva essere che la Madonna.

La notizia, di bocca in bocca, si diffuse in un battibaleno, suscitando curiosità, stupore, incredulità! Di qui è nata la storia della bella Madonnina bianca, da quel giorno Medugorje è meta di continui pellegrinaggi.
I fratelli scout di Cefalù hanno ascoltato questo invito della Madonna e sono giunti a Podbrdo, sulla collina delle apparizioni. Da pellegrini, hanno salito il percorso roccioso recitando il rosario e meditando ad ogni posta contraddistinta da un grande bassorilievo in bronzo, prima i misteri gaudiosi, poi, proseguendo, i misteri dolorosi verso il monte, oltre il luogo dell’apparizione.

Giunti alla sommità hanno sostato ai piedi della Croce, che segna il punto della prima apparizione. Stanchi, ma appagati, hanno gustato la soavità d’un luogo veramente sacro; qui è parso loro di sentire la presenza della Madonna, e per questo la sosta è stata tanto piacevole e densa di emozioni. Nel silenzio, Maria ha suggerito i soavi palpiti del loro cuore: se tanta è la soavità che provi nell’anima, quanto immensamente più grande sarà la delizia del Paradiso, e come sarà ineffabile la gioia da gustare!
Molti da Medugorje desidererebbero non ripartire mai più, perché in nessun altro luogo come in questo, soffuso di grazia, possono trovare la pace del cuore e sentirsi tutt’uno con il cielo, perché qui in ogni cosa aleggia la presenza della Madonna.
Il gruppo pellegrino, infoltito di amici e simpatizzanti, ha pregato anche davanti alla Madonnina dal manto cilestrino, posta di fianco all’altare, adorno di tanti fiori donati dai suoi figli che la amano.

Ha sostato, poi, in meditazione davanti alla bella Madonna bianca posta nel piazzale e ai piedi della croce di legno sistemata a fianco della chiesa, dove ha acceso un cero come simbolo di fede e ha ascoltato, nel silenzio, il sussurro dell’amore di Maria dentro il cuore, con animo semplice, scoprendo quanto c’è di bello da gustare in questo angolo di mondo, capace di affascinarti al punto di desiderare di rimanervi per lungo tempo.
Dopo l’esperienza religiosa di Medugorje, il gruppo prosegue, nei giorni successivi, per una escursione culturale in altre cittadine slave. La prima sosta è a Ston, una cittadella cinta da 5 Km. di mura, con 41 torri e 7 bastioni imponenti nella loro struttura in pietra ben squadrata con abilità e maestria scultoria.
La visita prosegue a Mostar, “la città dei ponti”, dichiarata patrimonio universale dell’Unesco, per ammirare il Ponte Vecchio, attraversato dal fiume Neretva, le cui acque di colore verde smeraldo, sembravano aver riflessi gli erbosi margini di crochi, cespugli e alberi frondosi, la cui vegetazione lussureggiante faceva da cornice al misterioso, intrigante “quartiere arabo”, il lungo bazar attraversato da viuzze strette e suggestive, lastricate con ciottoli levigati, un po’ scivolosi, da somigliare al marmo granito, trattato ad opera dalle mani di esperti scalpellini.

Il giro continua, ancora, lungo la spettacolare costa della Dalmazia, a Spalato, per ammirare i resti romani del famoso palazzo di Diocleziano, l’ultimo imperatore persecutore dei cristiani. Un’opera imponente e grandiosa nella sua magnificenza architettonica di splendide pietre bianche dell’isola di Broc.
Sulla strada di ritorno per la Croazia, una sosta d’obbligo è stata fatta presso le “cascate” di Krelevca, di una bellezza da togliere il fiato! La natura vista in tutto il suo splendore di cateratte d’acqua fresca, in caduta tra picchi di rocce e verzura, raccolte in conche di pietre come piccoli bacini alimentati d’acqua corrente.
L’ultimo appuntamento a Dubrovnik, l’antica e incantevole città di Ragusa, una città dentro la città, somigliante al regno delle favole, ambita meta turistica da prendere a modello, cinta da mura fortificate, col castello e il ponte levatoio, chiese e palazzi in pietra bianca, sobri ed essenziali nella struttura esterna, ma ben arricchiti di complementi artistici all’interno, tutto creato ad arte e studiato dagli acuti e sagaci abitanti che, per paura d’essere attaccati, lasciavano i prospetti che davano sul porto spogli e privi di ornamenti, per sottrarsi alle incursioni dei predatori nemici ed anche per schivare l’invidia dei propri vicini di casa.
A conclusione, riteniamo doveroso affermare il primatur del carattere votivo di questo viaggio a Medugorje organizzato dagli Adulti Scout di Cefalù. Cammino di fede e di speranza, che bene interagisce con la profonda ed essenziale identità di ciascuno. E mentre ne esalta il valore sociale, ne determina positivamente la formazione operativa cattolica dello scout.

Scopo primario, nello specifico, quello di sensibilizzare le coscienze verso la strada della fede cristiana, affinché ciascuno possa veramente riconoscere sé stesso come parte integrante di una storia, nella quale, interpretando il pensiero avuto in eredità dall’illustre Fondatore Robert baden-Powell, avrà la speranza di poter ritrovare la vera essenza della vita, quella dalla quale non possiamo prescindere se non vogliamo rischiare di vedere annullato il nostro essere Cristiani, e veder vanificata la coscienza di quei valori che sopravvivono nell’animo e nella quotidianità di ciascuno, come essenza del modus cogitandi e del modus operandi.

Maria Caterina Franco