“A Signura” di Gibilmanna - La Messa, l’Offerta dell’Olio e il bellissimo discorso del Sindaco di Petralia

ritratto di Pino Lo Presti

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Amministratore, un missionario laico

“Reverendi Sacerdoti, amati Frati della comunità francescana di Gibilmanna, autorità civili e militari, gentili ospiti, cari concittadini delle Madonie.

La Madonna di Gibilmanna - attraverso una devozione popolare che i frati Cappuccini, hanno alimentato nel tempo - da sempre costituisce un porto dove l’umanità, specialmente nella dimensione fragile dei momenti difficili, ha verificato la Accoglienza e verificato la Speranza.

Il pellegrinaggio di oggi, come quelli che abbiamo compiuto quest’anno, rappresenta un momento della storia del cammino dell’uomo sulla terra; un cammino carico del peso e della esperienza del passato che è insieme di ansia e di speranza per il futuro.
Quest’anno la comunità di Petralia Sottana ha vissuto alcuni eventi particolari, tra i quali il pellegrinaggio alla Madonna di Gibilmanna, lo scorso mese di maggio, e ancora la discesa dal monte della Madonna dell’Alto, matrona del paese.

Nelle due occasioni ho immaginato che, in giorni così solenni, la Madonna - simbolo della Maternità - venga percepita ancor di più nella sua dimensione di Donna, alla quale confidare e richiedere la condivisione delle ansie, e alla quale affidare i sogni per le persone care. Quotidianamente sperimentiamo infatti la trepidazione per i nostri figli e soprattutto il dolore quando questa terra non è in grado di offrire ad essi un futuro, e sono costretti quindi a partire e a separarsi da noi.

Ho immaginato che intimamente, o ad alta voce, se non tutti, sicuramente tanti, oggi hanno chiesto alla Madonna un’attenzione particolare per i propri figli, per i propri cari. Tutto ciò è umanamente comprensibile ma vorrei che riflettessimo sul fatto che proprio nell’essenza della Maternità è impossibile cercare un occhio di riguardo solo per alcuni, solo per i propri figli, poiché per la Madre i figli sono tutti uguali.

Questo simbolo, quindi che - al di qua della fede -, e in una dimensione universale, ci impone di varcare le certezze e le angosce del ristretto della propria famiglia e del singolo focolare, deve essere occasione per riflettere sui nostri rapporti sociali, sulla solidarietà, sull’uguaglianza e sull’accoglienza, l’accoglienza di coloro che fuggono dalla miseria e dalla guerra, contro la indifferenza che porta a voltarsi dall’altra parte e pretendere, o a far finta, di non vedere, come cantava il poeta Bob Dylan.

In particolare, il dono dell’olio - che oggi noi offriamo a nome di tutta la comunità di Petralia Sottana - ci porta a prendere coscienza dei valori che sono al centro del nostro incontro.

Il primo: consolidare il legame che unisce un passato, spesso dimenticato, al senso storico di quello che facciamo oggi.
La fraternità dei Cappuccini, con una presenza continua per oltre quattro secoli ai piedi della grande “Signura di Gibilmanna”, ha tradotto in chiave di invocazione gli incessanti bisogni, i voti, le speranze della nostra gente. Con la loro presenza di “questuanti”, oltre che testimoni della povertà di San Francesco, sono stati un modello di pacifica convivenza e di umile servizio alle comunità circostanti.

L’olio già oggetto di questo in passato serve insieme ad arricchire la semplice mensa del convento ed ad alimentare le lampade che da sempre illuminano la Madonna.

Secondo la vivissima poetica rievocazione citata anche da Giuseppe Palmeri nel suo struggente libro “Gibilmanna”, secondo la rievocazione di Angelina Lanza che ha abitato questa terra (la quale negli anni 30 aveva raccolto in un libro i ricordi dei contadini), quelle lampade hanno la loro storia prodigiosa.

Si dice, e lo conferma anche un anonimo racconto pubblicato, che dal giorno in cui fu inaugurato il culto della Madonna, non si sono spente mai. Una volta, quando quassù erano rimasti solo pochi frati, poverissimi, in inverno il sagrestano si avvide con dolore che non aveva di che alimentare le lampade. Per rimedio si mise in orazione, ma prima che le lampade si spegnessero, arrivò un buon donativo di olio, e poi non ne mancò più.

Ed ecco allora emergere il secondo valore, simbolo di devozione: l’olio si trasforma in simbolo di solidarietà.
La gran “Signura”, ed i cappuccini donano e ricevono, e noi tutti riceviamo se sappiamo donare. L’antica pietà religiosa che anima la partecipazione a questo scambio di doni, altamente significativo, si trasforma nella umanizzazione dei nostri comportamenti.

Siamo chiamati tutti, quale che sia la carica rivestita, o il potere che esercitiamo, a riscoprirci modesti pellegrini e viandanti sulle strade del mondo, e ad inventarci comportamenti coerenti nella vita pratica attraverso l’impegno sociale, alla ricerca del bene comune, la promozione delle opportunità individuali e collettive, la rifondazione della solidarietà tra gli uomini e tra i popoli, a partire dalla nostra piccola realtà.

Sono i valori “non negoziabili” di cui ha detto poco fa Sua eccellenza il Vescovo, in riferimento alla Chiesa e - nello stesso tempo - i Principi dello Stato laico fondato sulla Costituzione sui quali siano impegnati come amministratori.
Le crisi che ci attanaglia metterà a dura prova la coesione sociale e noi abbiamo il dovere di difenderla e rafforzarla, istituendo equità di risorse e sacrifici, ma occorre anche un nuovo atteggiamento da parte di ciascuno.

- il Sindaco di Petralia

La stessa religiosità popolare dovrà rafforzare i nostri legami di cittadini e quindi è necessario che contemporaneamente ci rimbocchiamo le maniche per risolvere problemi. Lo dissi a Petralia il 22 maggio e il 15 agosto scorso, giorno dell’Assunta; lo ripeto: come Amministratore, un missionario laico, penso che questo incontro al quale abbiamo partecipato, con modalità diverse - emotive o di profonda fede -, acquisti un senso se c’è una profonda rivisitazione del nostro pensare e del nostro agire nei confronti del prossimo, che è sempre vicino anche se fisicamente lontano.
Un atteggiamento diverso nei confronti delle Istituzioni e della Cosa pubblica, un esercizio dei diritti e delle provvidenze - talvolta abusati - e la osservanza dei doveri che spesso siamo convinti riguardino solo agli altri.

- l’Arciprete di Petralia

L’offerta dell’olio è quindi un gesto di devozione e di solidarietà che sul piano dell’azione politica e dell’impegno civile - al quale come Amministratore mi richiamo - postula innanzitutto lo spirito di servizio e rappresenta oggi il rinnovo di un patto tra le nostre Comunità, tutte, che ha il suo punto di forza nella lealtà politica, nella sana Amministrazione, nel rispetto e nella difesa viva della Legalità, principi e valori che possono dare ancora una speranza ai nostri paesi per i quali abbiamo lavorato e continuiamo ad operare affinché escano dalla difesa impossibile dei recinti municipali e si realizzi, nel Comprensorio, quella città-rete che abbiamo ideato prima ancora che ce lo imponessero indifferibili esigenze di organizzazione e di risparmio, che abbiamo ideato come futuro possibile di questo lembo di terra meravigliosa: le Madonie".

- la Benedizione del Vescovo