Sull'incontro del 19 alla Sala delle CApriate - "per avviare un consorzio per l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia"

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COMUNICATO STAMPA IIFS DEL 22 LUGLIO 2011

Promosso dal Forum delle Associazioni di Cefalù, patrocinato dai Comuni di Polizzi Generosa e di Cefalù e dalla Presidenza della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia all’Assemblea Regionale Siciliana, il 19 luglio alla Sala delle Capriate del Palazzo Municipale di Cefalù, nella giornata dedicata alla memoria del giudice Borsellino e degli uomini che sono morti nella strage di Via D’Amelio, si è tenuto un incontro al quale hanno partecipato oltre ai cittadini, le associazioni locali, i rappresentanti delle forze dell’ordine, amministratori o consiglieri comunali dei comuni del comprensorio interessati alla costituzione del consorzio legalità.
La riunione è stata aperta dagli interventi del Sindaco di Cefalù, Giuseppe Guercio e del Sindaco di Polizzi Generosa, Patrizio David che con grande commozione hanno ricordato il sacrificio dei caduti della lotta contro la mafia e hanno ribadito l’impegno a un lavoro comune anche con le altre amministrazioni per il recupero e il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati nel territorio a partire dal grande feudo di Verbumcaudo, sottratto al boss Michele Greco.
Dai lavori sono emersi alcuni problemi che di fatto ostacolano il percorso di costruzione di risposte concrete al bisogno di affermazione di un contrasto alla mafia fatto da obiettivi immediatamente apprezzabili dai cittadini e dalle comunità; in primo luogo l’impossibilità di ricevere un giusto risarcimento da parte dei comuni a seguito della costituzione di parte civile nei processi di mafia; e la difficoltà dei comuni di costituire in Sicilia consorzi per la gestione in comune dei beni confiscati alla mafia conseguenza del limite che le Regione Siciliana impone agli Enti Locali con una sola partecipazione a consorzi quale che sia l’oggetto.
“È paradossale - ha detto Pippo Cipriani, ex Sindaco di Corleone e Consulente della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia – che una sentenza coraggiosa e innovativa, come quella recentemente emessa nel febbraio 2011 dal giudice Cancilla del Tribunale Civile di Termini Imerese, presente ai lavori ed oggi assegnato alla Sezione Civile di Cefalù, che comprende le sedi distaccate di Corleone e Cefalù, condanni i boss della mafia a risarcire il Comune di Corleone, che si era costituito parte civile nel procedimento penale proseguendo il giudizio civile contro i boss della cupola e che stabilisce un congruo risarcimento alla comunità locale per i danni di immagine e per il turbamento alla serena convivenza civile ed economica hanno prodotto nel territorio, possa in parte essere vanificata dalle disposizioni del pacchetto sicurezza legge 15 luglio 1994 che non consente l’accesso al fondo per le vittime dei reati mafiosi oltre al rimborso delle semplici sperse processuali, impedendo che le somme stabilite possano essere utilizzate ad esempio per significative attività sociali e culturali. È necessario cambiare questa norma hanno detto gli amministratori locali per rilanciare questa importante iniziativa in tutto il distretto del Tribunale di Termini Imerese”.

“Similmente – ha detto Luciano Luciani Presidente del Forum delle Associazioni di Cefalù e Dirigente UNEP presso il Tribunale di Termini Imerese, Sezione distaccata di Cefalù – è singolare che il Banco di Sicilia abbia rinunciato all’esecuzione per entrare in possesso del feudo di Verbumcaudo su cui vantava cospicui crediti limitando alla estinzione dell’ipoteca di circa 400 mila euro a fronte di un credito che nel tempo era lievitato a 2 milioni e 400 mila euro per consentire l’uso sociale di questo bene rilevante. A seguito di ciò l’Assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha dato la disponibilità a reperire la somma richiesta a carico della Regione Siciliana con l’impegno di far utilizzare il feudo di Verbumcaudo al Comune di Polizzi Generosa o al consorzio che si intende costituire nelle Madonie; ma una legge della Regione del 16 dicembre 2008 n.22 limita la possibilità dei Comuni ad aderire e partecipare ad un solo consorzio, quale che ne sia l’oggetto. Questo rappresenta ad oggi un impedimento quasi insormontabile per le realtà locali, molte delle quali impegnate in consorzi o strutture consortili che assicurano servizi fondamentali. Abbiamo avviato un confronto con l’Assessore alle Autonomie Locali e della funzione pubblica, Caterina Chinnici, il suo Capo di Gabinetto, Tatiana Agelao ed Emanuela Giuliano, Responsabile dell’Ufficio Speciale per la legalità della Regione Siciliana, entrambe presenti ai lavori di questo importante incontro, per una rapida modifica della normativa regionale”.
Toccante è stato il contributo di Giuseppe Di Lello che da magistrato ha fatto parte del primo pool antimafia e ha lavorato insieme a Falcone, Borsellino e Guarnotta, oggi Presidente del Tribunale di Palermo, il quale ha inviato un messaggio agli organizzatori e alla città di Cefalù essendo impegnato contemporaneamente nella manifestazione di Via D’Amelio.
Di Lello, che è stato l’estensore della legge 109 del 1994 promossa con una iniziativa popolare sostenuta da una raccolta di oltre 1 milione di firme da parte dell’Associazione Libera di Don Ciotti, ha ricordato le difficoltà di fare approvare questa legge che ha sostanzialmente sviluppato i contenuti della legge Rognoni-La Torre che ha introdotto la confisca dei beni alla mafia e ha istituito il reato di associazione mafiosa consentendone l’uso sociale e quindi la restituzione del “maltolto” alle associazioni e ai cittadini in un contesto nel quale le Camere erano state già sciolte e quindi il grande valore di una legge ispirata e voluta direttamente dai cittadini. Ha inoltre evidenziato l’esigenza di aggiornare la legislazione in materia e che venga adattata costantemente in relazione alle esigenze ai tempi e alle nuove tecnologie che impongono nuove modalità.
Salvino Caputo, Presidente della Commissione Attività Produttive all’Assemblea Regionale Siciliana, “ha ricordato il percorso della costituzione del primo consorzio di beni nel territorio di Monreale e Corleone evidenziando l’esigenza di sostenere le cooperative dei giovani che determinano concreti sbocchi occupazionali per i giovani e l’utilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati alla mafia”.
Calogero Speziale, Presidente della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia, ha detto: “l’impegno antimafia deve essere collocato in un preciso contesto di rilancio dell’etica pubblica che deve caratterizzare prima di tutto le istituzioni regionali, quelle locali in un momento di gravissima tensione e di degrado che si sta vivendo oggi e che è sotto gli occhi di tutti i cittadini. Proporremo un emendamento della Commissione per modificare la legge del 2008 e inseriremo durante la discussione del disegno legge che istituisce l’agenzia regionale per i beni confiscati e che già è nelle commissioni di merito”.
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COMUNICATO STAMPA DEL 22 LUGLIO 2011
Memoria e impegno per non dimenticare la strage di Via D’Amelio. A Cefalù le istituzioni locali, la società civile e la Regione Siciliana nel giorno della memoria insieme per avviare un consorzio per l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia: lo Stato e la Regione modifichino una legislazione che rende difficile l’impegno antimafia nelle costituzioni di parte civili e nella realizzazione dei consorzi
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