LEGALITA': ECOMAFIE, IN QUATTRO REGIONI DEL SUD IL 50% DEGLI ILLECITI
11 Gennaio 2010, 16:04 - Staff [suoi interventi e commenti]
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In Campania, Calabria, Sicilia e
Puglia viene compiuto il 50% degli illeciti ambientali registrati
in tutto il territorio nazionale. Lo dice il rapporto Ecomafie
2009, presentato a Caltanissetta in occasione della tappa del "No
ecomafie tour" di Legambiente.
"Un'economia, quella generata dalle ecomafie, che non subisce i
contraccolpi della crisi", ha sottolineato il leader regionale
degli ambientalisti siciliani, Mimmo Fontana. Il principale
problema nel contrasto alla criminalita' nel settore dei rifiuti e'
l'assenza di una legislazione che fissi i termini dei reati. A
fronte di 2.788 illeciti registrati in Sicilia nel 2009, le
persone arrestate sono state in tutto 7.
"La maggior parte degli illeciti in campo ambientale, perseguiti
dalla nostra procura - ha spiegato il procuratore nisseno Sergio
Lari - si conclude con una sanzione pecuniaria. L'unico reato
penalmente rilevante e' quello di traffico illecito di rifiuti".
"Mi sarei aspettato negli ultimi vent'anni una normativa piu'
severa contro il riciclaggio illecito dei rifiuti - ha aggiunto -.
Devo pensare che gli interessi forti hanno impedito tale
normativa. C'e' sempre piu' l'interesse del crimine organizzato a
controllare lo smaltimento nelle citta' e nei comuni con imprese
intestate a prestanome oppure con un controllo asfissiante tramite
l'imposizione del pizzo". Oggi Cosa Nostra si interessa anche di
fotovoltaico e di eolico, oltre ad acquistare "enormi appezzamenti
di terreno apparentemente di poco valore, trasformati in
discariche", ha concluso Lari.
Per l'eurodeputato Rosario Crocetta il problema della raccolta dei
rifiuti e' fortemente connesso al controllo del territorio.
Il servizio di raccolta rifiuti, secondo l'esponente del Pd,
"dovrebbe tornare in capo ai Comuni", mentre gli ato devono
organizzare sistemi piu' generali (discariche, differenziata e
rifiuti pericolosi), perche' i rifiuti possano essere un'economia.
"Non faremo tre o quattro grandi termovalorizzatori come previsto
nel piano regionale precedente - ha spiegato l'assessore regionale
Marco Venturi -, ma termovalorizzatori piu' piccoli per utilizzare
l'energia che viene dal rifiuto".
Uno dei temi affrontati dal dossier di Legambiente e' quello legato
al ciclo del calcestruzzo. "Sul calcestruzzo depotenziato c'e' un
problema di controlli", ha detto Venturi. "Non c'e' bisogno di uno
sceriffo nei cantieri, basta responsabilizzare le figure
professionali. C'e' un problema di controlli perche' spesso le
direzioni dei lavori sono state colluse".
L'assessore ha concluso il suo intervento ricordando che a causa
dei finanziamenti a fondo perduto "oggi ci troviamo con scheletri
di capannoni vuoti", cosi' come evidenziato dal rapporto Ecomafie
2009 di Legambiente. "In Sicilia non esiste un piano industriale -
ha proseguito - e la Regione si sta facendo carico di farne uno
perche' la Sicilia torni ad essere produttiva".
Fonte Crm
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