Il 458° anniversario

ritratto di Salvatore Culotta

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Nell’ultimo intervento di Gianfranco D’Anna sulla Rocca una foto , il gesto di una ragazza che con le dita legge un graffito sul muro, mi ha spinto a immaginare un’altra mano che 458 anni fa, nel 1553, fece gli stessi gesti sullo stesso muro. Non per leggere ma per scrivere.


Quei graffiti , tanti, incisi sull’intonaco appena steso è facile pensarli come opera di un muratore che lavorava a quel muro di difesa, e non furono certo tracciati per eternare il proprio nome,ma come testimonianza di una oggi dimenticata religiosità. Sono infatti tutti simboli della cristianità : il cuore trafitto, la barca, la croce ,la stella, il pavone e i pesci. Tre pesci sovrapposti, e, non essendo uno storico di professione, posso permettermi d’immaginare che siano gli stessi tre pesci dello stemma di Cefalù. Ma quello che non immagino, e so invece con certezza è che un muratore con le due mani, sporche, immaginò delle figure e poi tracciò e scavò con un dito nell’intonaco mentre con l’altra mano collocava nel solco tracciato piccoli pezzi di mattone per impreziosire il suo lavoro, non gioielli ma inutili pezzetti di terra cotta.