Gruppo Consiliare Alleanza per Pollina - Proposta modifica decreto legislativo n. 205/2010.

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AL SIGNOR SINDACO
DOTT. SSA MAGDA CULOTTA

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
ALFREDO CASSATARO

I sottoscritti consiglieri comunali del gruppo Alleanza per Pollina,

Premesso che:
 La Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti abroga alcune direttive in merito allo smaltimento dei rifiuti;
 Sulla G.U.R.I. del 10 dicembre 2010 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 03 dicembre 2010, n. 205 che emana disposizioni di attuazione della direttiva comunitaria di cui sopra, relativa ai cambiamenti in materia di smaltimento di sterpaglie, ramaglie e vegetazione secca in genere.
 In particolare, l’art. 13 del D. L/vo 205/2010, modificando l’art. 185 del D. L/vo. 152/2006, stabilisce che “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericolosi...", se non utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia mediante processi o metodi che non danneggiano l′ambiente o mettono in pericolo la salute umana devono essere considerati rifiuti e come tali devono essere trattati.
 La combustione sul campo dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale si configura quindi come illecito smaltimento di rifiuti, SANZIONABILE PENALMENTE OLTRE CHE AMMINISTRATIVAMENTE ai sensi dell′art. 256 del D.Lgs 152/2006.
 L’ art. 256 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata)
1. Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 e' punito:
a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi;
b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due anni e con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti pericolosi. […]»
Considerato
Che la nuova normativa, applicata al territorio nazionale e regionale ed in particolare a quello delle nostre zone non permettono l’applicazione della legge poiché, sia per l’organizzazione dei piccoli proprietari terrieri, sia per la conformazione del territorio che vede numerose zone impervie per cui è praticamente impossibile, logisticamente ed economicamente effettuare lo smaltimento dei rami provenienti dalle potature con trituratori ed il conseguente smaltimento tramite A.T.O. o privati che, a scopo di lucro dovrebbero riciclare detti materiali per realizzare biocombustibili o altro;

Ritenuto

Che la nozione di rifiuto certamente non può essere applicata ai residui vegetali derivanti dalle potature, che possono essere naturalmente riciclati e smaltiti mediante fuoco, producendo sottoprodotti naturali ed ecologici, riutilizzabili n campo energetico e per la tutela dell’ambiente.
Infatti come è noto fin dall’antichità, la carbonella derivata dal naturale riciclaggio dei rami potati, veniva utilizzata sia per riscaldare l’ambiente che per la preparazione di pasti , pratiche ancora oggi usate nel nostro territorio. Cosi come anche la cenere altro prodotto del riciclaggio dei materiale vegetali scartati in agricoltura veniva utilizzato, così come ancora oggi per chi né ha la possibilità, per lavare la biancheria al posto degli attuali detersivi che danneggiano il nostro ecosistema.
Infatti questa normativa non permette, così come dichiarato nella premesse della direttiva europea, una corretta distinzione tra ciò che è rifiuto e ciò che non lo è e tra recupero e smaltimento; inoltre, si dovrebbe favorire il recupero e l’utilizzazione dei materiali di recupero per preservare le risorse naturali.
Questa normativa fa un errore di base: quello di mettere sullo stesso piano i rifiuti vegetali e tutti gli altri rifiuti e non, cosi come era lo spirito della normativa iniziale, stabilire i principi fondamentali su come trattare i rifiuti in modo da evitare impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana, un incentivo ad applicare la gerarchia dei rifiuti. Infatti l'operazione di recupero può consistere semplicemente nel controllare i rifiuti per verificare se soddisfano i criteri volti a definire quando un rifiuto cessa di essere tale.
Quanto sopra premesso, questo gruppo consiliare,

c h i e d e alle S. V.

di voler intraprendere ogni azione ritenuta opportuna volta alla sensibilizzazione del problema presso altre amministrazioni locali, facendo approvare dall’intero consiglio comunale una richiesta di modifica della legge citata in oggetto, nonché concertando incontri con rappresentati di categoria, rappresentati del governo regionale, del governo nazionale ed eurodeputati, affinchè si possa raggiungere l’obiettivo di una modifica alla normativa in essere, permettendo a tutti i cittadini che, fuori dai centri abitati, i residui derivanti dalla potatura di alberi possano essere riciclati producendo legna, brace e cenere, sottoprodotti ecologici dei residui di potatura.

Sicuramente il fumo derivante dalla produzione di brace e cenere inquinerà molto meno del fumo che potrà derivare dagli incendi che inevitabilmente scaturirebbero dall’abbandono delle campagne in quanto i proprietari non possono sostenere il costo dello smaltimento previsto da questa norma, per non parlare dei probabili disastri dovuti alla mancata raccolta delle acque piovane dei campi incolti.

Per non parlare poi dei costi che andrebbero a lievitare per le tasche di tutti i cittadini se in tutti i cantieri forestali si dovessero smaltire le sterpaglie e gli sfalci così come previsto dall’attuale normativa.

Forse questa normativa vuole agevolare solo qualche lobby ristretta di persone danneggiando tutti i contribuenti? Questa è la domanda/risposta di tutti i cittadini.

Fiduciosi che questa richiesta venga presa a cuore dalle persone cui è indirizzata e da tutto il consiglio comunale, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti e buon lavoro!!!

P0LLINA 21/06/2011
I CONSIGLIERI DEL GRUPPO
ALLEANZA PER POLLINA