Consiglio Comunale del 15 giugno 2011 -Cronaca flash

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Presenti: Terrasi, Franco, Lapunzina, Fatta, Lo Verde, Gattuso, Genovese, Liberto, Barranco, Calabrese, Barracato, Calabrese, Brarracato, Greco, Sideli, Scialabba, Noto, Mangano, Cassata, Rasa, Messina.



Il Consiglio di ieri sera è stato dedicato alla discussione sulla illegittimità delle cosi dette strisce blu e alla mancata attuazione, nel termine perentorio del 30/04 dei provvedimenti previsti dall’emendamento approvato dal Consiglio Comunale in sede di salvaguardia degli equilibri di bilancio.
In apertura di seduta è da registrare la proposta avanzata dal Consigliere Mangano di prelevare, dall’o.d.g., il punto riguardante l’adozione delle linee di indirizzo per l’attivazione dello Sportello Unico delle Attività Produttive. Il Consigliere Lapunzina fa notare che il punto del quale si chiede il prelevamento non può essere discusso nell’ambito della presente seduta sia per questioni procedurali, legate al rispetto dei tempi previsti dal regolamento consiliare (in quanto la proposta è stata inserita dal Presidente all’O.d.G. solo due giorni prima, sia perché comunque non si otterrebbe l’effetto di sbloccare le pratiche in attesa, in quanto occorre predisporre un apposito regolamento). In proposito il Consigliere Lo Verde dichiara di essere contraria al prelievo in quanto vista l’esiguità del tempo trascorso dall’inserimento della proposta all’o.d.g. e la convocazione del Consiglio, non le è stato possibile documentarsi adeguatamente.
Alla fine la proposta di prelievo è stata respinta con 6 voti contrati, 7 astenuti, 2 favorevoli (Mangano, Cassata). Comunque, non appena si discuterà del punto, il Consiglio dovrà decidere se il Comune deve continuare a far parte dello Sportello Unico delle Attività produttive, attualmente gestito dalla società SO. SVI. MA. (società per lo sviluppo delle Madonie, alla quale aderiscono numerosi comuni delle Madonie), o istituire un proprio ufficio comunale.

Illegittimità strisce blu:


Il punto è illustrato dal Consigliere Lapunzina, in quanto richiesto dal Gruppo del partito democratico.
La questione delle strisce blu è balzata agli onori della cronaca nazionale per il fatto che famose trasmissione televisive si sono occupate del fatto che numerosi Giudici di Pace di diverse città italiane hanno annullato le multe elevate ad automobili che sostavano all’interno delle strisce blu, in quanto queste violerebbero l’art. 7, comma 6 del Codice della Strada. Il capogruppo del Partito Democratico fa rilevare che a questo si aggiungono diverse questioni specifiche che riguardano la gestione delle strisce blu a Cefalù. In particolare fa notare le seguenti:

1.Il Codice della Strada (art.7,comma 6) prevede espressamente che le aree destinate a parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata. Lo stesso Codice prevede (all’art.3, comma 1, punto 7) che per carreggiata debba intendersi la “parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli; essa è composta da una o più corsie di marcia ed, in genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine”;

2.Il Codice della Strada (art.7, comma 8), prevede espressamente che quando il Comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio o affidi il servizio a terzi o installi dispositivi per il controllo automatico della durata della sosta è sempre necessario che, nelle immediate vicinanze, sia riservata una adeguata area destinata a parcheggio libero, non soggetto a pagamento (fatta eccezione per le aree pedonali, per le zone a traffico limitato, per le altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla Giunta);

3.Numerose sentenze dei Giudici di Pace di Roma e di Bari (sentenze n°1824/01 – 27015/03 – 1653/03 – 30229/03 – 14338/04), di Lecce (sentenza del 22/01/2007), di Palermo (sentenza del mese di luglio del 2010) hanno stabilito l’illegittimità della sosta a pagamento quando questa avviene in aree poste all’interno della carreggiata e che, pertanto “ non è consentito istituire aree a pagamento all’interno della carreggiata ma le zone con il pagamento di un ticket devono essere poste al di fuori degli assi di transito delle automobili”;

4.I sistemi elettronici di rilascio del ticket, in uso nel territorio del Comune di Cefalù, non danno resto, non consentono di impostare un periodo di sosta inferiore all’ora e non permettono di digitare la targa del veicolo in sosta, al fine di riportarla sullo scontrino da apporre nel parabrezza dell’automobile. Ciò, oltre a costituire una imposizione arbitraria di un onere aggiuntivo a carico del cittadino, impedisce di adempiere all’onere della prova (previsto dall’art.2697 del Codice Civile), su di lui gravante, al fine di far valere un proprio diritto, essendo il titolo rilasciato privo dei requisiti necessari a provare la fondatezza dell’opposizione, in quanto privo dell’elemento decisivo costituito dalla specificazione della targa.

5.Detti dispositivi elettronici di rilascio dei ticket per la sosta a pagamento non appaiono essere conformi al rispetto delle regole di correttezza, imparzialità e buona amministrazione, ribadite dalla Corte di Cassazione (Cass. Civ. Sezioni Unite n. 500/1999) nonché del diritto di difesa di cui all’art. 24 della Costituzione;

6.L’intera strada del “Lungomare G. Giardina di Cefalù” è stata individuata come area per l’esercizio della sosta a pagamento, mediante l’installazione di parcometri elettronici, senza alcuna preventiva autorizzazione allo svolgimento di tale attività da parte del Demanio Marittimo, proprietario di detto asse viario;

7.Non risulta rispettato l’art. 2 del “Capitolato speciale d’appalto per la concessione del servizio di gestione della sosta a pagamento dei parcheggi comunali”, nella parte in cui prevede che la ditta aggiudicataria del servizio di gestione dei parcheggi a pagamento avrebbe dovuto realizzare interventi manutentivi ordinari e straordinari, presso il parcheggio multipiano di Via Verga, posti a carico della ditta aggiudicataria del servizio, pari ad euro 149.000,00 (l’importo dei lavori della manutenzione straordinaria sarà rimborsato dal Comune mediante compensazione con i proventi degli incassi mensili delle somme della gestione dei parcheggi);

8.Non risulta rispettato l’art. 4 del “Capitolato speciale d’appalto per la concessione del servizio di gestione della sosta a pagamento dei parcheggi comunali”, nella parte in cui prevede che la ditta aggiudicataria del servizio di gestione dei parcheggi a pagamento debba controllare la sorveglianza sulle condizioni operative delle aree di sosta mediante la presenza, nelle ore in cui la sosta è a pagamento, di un numero minimo di 1 ausiliario della sosta per ogni 100 parcheggi;

9.Non risulta rispettato l’art. 7 del “Capitolato speciale d’appalto per la concessione del servizio di gestione della sosta a pagamento dei parcheggi comunali”, nella parte in cui prevede che la ditta aggiudicataria del servizio di gestione dei parcheggi a pagamento debba depositare i veicoli oggetto di rimozione forzata presso un’area di almeno 1000 mq. Di terreno che sia sorvegliata, di agevole accesso e nella piena disponibilità del concessionario”. In riferimento a queste questioni si chiede l’immediato intervento dell’Amministrazione comunale per rimuovere le illegittimità rilevate.

Il dibattito che segue vede l’intervento del Consigliere Mangano che sostiene che il Consiglio debba limitarsi a trattare delle illegittimità circa la violazione del solo comma 6 dell’articolo 7 del Codice della strada e non deve occuparsi di altro. Si dice, tuttavia, d’accordo sul fatto che ci sono questioni come l’assenza di parcheggi liberi in numero uguale a quello dei parcheggi a pagamento, come stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione.
Il Vicesindaco Corsello sostiene che la giurisprudenza della Cassazione non è costante ma prende l’impegno a chiedere notizie e a procedere a diffida nei confronti della ditta per il rispetto del capitolato d’appalto sottoscritto con il Comune. Sostiene, inoltre che l’Ordinanza n. 38/2010 ha individuato delle zone di sosta libera, per cui da allora non ci sono stati più dal Giudice di Pace. Lapunzina ribatte che i ricorsi al Giudice di Pace sono diminuiti perché con una norma, voluta dal governo Berlusconi, anche questi ricorsi sono stati sottoposti al pagamento del contributo unificato che, sostanzialmente, equivale all’importo della multa, facendo venir meno l’interesse a fare ricorso. Per quanto riguarda la mancata revoca della gara, il Vicesindaco sostiene che se il funzionario preposto si rifiuta di farlo, l’Amministrazione non può né “sparargli”, né costringerlo a firmare la revoca. Il consigliere Liberto dice di condividere il fatto che ci si debba limitare alla discussione della presunta illegittimità del solo comma 6 dell’articolo 7 e non anche degli altri approfondimenti fatti dal Consigliere Lapunzina. Inoltre sostiene che la revoca della concessione può essere fatto solo dal funzionario, il quale si è espresso contro. Inoltre afferma che se ci sono irregolarità la colpa non può essere della ditta che, anzi “sta cercando di rispettare in tutti modi” la convenzione con il Comune.

Al termine della discussione il Consiglio approva la Proposta del Consigliere Lapunzina (12 favorevoli, 1 astenuto, 3 contrari) di sospendere il punto e riprenderlo alla prossima seduta, per dar modo ai consiglieri di predisporre e condividere un documento da sottoporre all’approvazione dell’Aula.

Relazione del Sindaco circa la mancata attuazione, nel termine perentorio del 30 aprile dei provvedimenti previsti dall’emendamento approvato dal Consiglio in sede di salvaguardia degli equilibri di bilancio.
(vedi allegato in pdf. "Relazione del Sindaco")

I lettori ricorderanno che il Consiglio Comunale nel novembre dello scorso anno, dopo una lunga discussione sulla grave crisi finanziaria del Comune, ha approvato la salvaguardia degli equilibri di bilancio, condizionandola rigidamente all’attuazione, da parte dell’Amministrazione Comunale, di una serie di prescrizioni (vendita di beni comunali, stretta sull’ICI e sulle tasse comunali, rivalutazione degli oneri di urbanizzazione etc.) contenuti in un emendamento voluto dal Consigliere Calabrese ed altri.
Secondo l’opposizione, tuttavia, da allora nulla è stato fatto dall’Amministrazione. Per questa ragione, ancora una volta, il Partito Democratico, trovando in questo la condivisione da parte degli altri capi gruppo ha chiesto al Sindaco di relazionare in aula.

In apertura del punto, quindi, il Sindaco presenta la sua relazione affermando che con la delibera di in cui si propone l’approvazione del bilancio 2011, non si può prescindere dal richiamare i contenuti del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010 con la presenza di una massa debitoria accertata, al 22/02/2011 di euro 9.936.378.000 “l’Amministrazione ha profuso il massimo impegno per applicare la decisione del consiglio”, in particolare: i settori amministrativi da 20 con 17 titolari a 12 e predisponendo il piano di alienazione che viene valutato in circa 9 milioni di euro, viene annunciato che è in corso la vendita dell’immobile di Corso Ruggero all’Ente Parco delle Madonie e l’eliminazione dei residui attivi insussistenti.

La relazione del sindaco non convince affatto il Consigliere Lapunzina, il quale dichiara che lo scarso impegno dell’Amministrazione è evidente dal fatto che il termine del 30 aprile è scaduto da tempo e solo da pochi giorni è stata approvata la proposta di bilancio. Quando poi si sostiene che l’Amministrazione ha preparato una rateizzazione dei debiti in tre anni, ciò non può essere fatto se non con il consenso unanime dei creditori che non risulta esserci. Inoltre, a detta del capogruppo del P.D. l’Amministrazione non ha fatto nulla per la realizzazione delle indicazioni date dal Consiglio, inoltre è grave che l’Amministrazione abbia approvato (solo a giugno) una proposta di bilancio 2011 , senza preventivamente approvare il piano di alienazione dei beni, che costituisce atto propedeutico.
A detta del Consigliere Lapunzina, la gravità della situazione finanziaria del Comune, cui l’Amministrazione non riesce a far fronte, è provata dal fatto che L’Assessorato Regionale agli Enti Locali, il 7 giugno ha invitato a dare esecuzione alla delibera della Corte dei Conti del 13/10/2010 con la quale la Corte “Ha rappresentato che le motivazioni addotte[dall’Amministrazione n.d.r] non appaiono tali da giustificare la mancata adozione delle misure consequenziali, ritenendosi non solo possibile sul piano logico – formale, ma anche la necessaria riapprovazione dei rendiconti 2008/2009, previa effettuazione di una nuova e più approfondita revisione dei residui” assegnando il termine di 30 giorni.

Su questo si apre un dibattito che vede l’intervento del consigliere Antonio Franco che critica fortemente l’intervento dell’assessore Cocco che ha sostanzialmente derubricato l’invito dell’Assessorato Regionale a “mero invito rutinario e rituale”, e in particolare sull’affermazione del medesimo Assessore, secondo il quale il pronunciamento della Corte dei Conti sarebbe “ondivago e strumentale”, spingendosi sino ad avanzare una forte critica nei confronti della magistratura contabile, dicendosi “perplesso sull’atteggiamento professionale di chi ci controlla”.

Francesco Calabrese che, pur prendendo atto di qualche piccolo passo avanti, si chiede il perché del forte ritardo nella presentazione dello schema di bilancio e nella recupero dei crediti dello IACP facendo maturare interessi sui debiti fuori bilancio e critica la mancata lotta all’abusivismo nell’occupazione, da parte dei privati delle aree pubbliche, conclude dando un giudizio negativo e un voto insufficiente alla relazione del Sindaco.

La prossima seduta del Consiglio Comunale si terrà mercoledì 22 giugno, alle ore 20.00