L'Archeoclub di Cefalù ad Aidone per salutare la Dea di Morgantina

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Un gruppo di soci dell'Archeoclub di Cefalù , il 18 maggio scorso, si è recato ad Aidone in occasione della inaugurazione dell'esposizione della Dea di Morgantina ritornata nel paese natio. Il gruppo era composto da Flora Rizzo presidente, Armando Geraci, Elvira De Jannis, Sara Culotta, Rosalinda Brancato, Mariella Ferrara, Santa Valenziano, Giovanni Matassa.



Il taglio del nastro è stato alle ore 11 di martedì 17 maggio 2011 stampa con la partecipazione di: Filippo Gangi, Sindaco Comune di Aidone; Giuseppe Monaco, Presidente Provincia regionale di Enna; Sebastiano Missineo, Assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana; Luis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per il Patrimonio Artistico; Francesco Rutelli, Senatore della Repubblica; Giancarlo Galan, Ministro per i Beni e le Attività Culturali; Raffaele Lombardo, Presidente della Regione).
Trafugata dal sito di Morgantina e poi venduta al Paul Getty Museum di Malibù, in California, la statua è stata oggetto di un lungo contenzioso con il governo americano, che finalmente nel 2007 ha riconosciuto all’Italia il diritto a riavere l’opera d’arte.

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 Da "La Presenza del Murialdo" (numero di maggio 2011) l'articolo pubblicato da Flora Rizzo, Presidente dell'Archeclub di Cefalù
 VIAGGI NELL’ARTE: La Dea di Morgantina



Quando sul finire del 2006 si cominciò a parlare di questa importante scultura del periodo classico essa veniva denominata “Venere di Morgantina”. La cosa che più importava allora era il suo rientro nella terra d’origine, la Sicilia. Oggi che l’odissea della statua si è conclusa ed essa si trova nei luoghi in cui fu realizzata, si può finalmente, con una certa tranquillità, approfondirne la conoscenza e cercare di attribuirle il suo vero nome.
L’acrolito, con la testa, l’avambraccio destro e la punta scoperta del piede destro, realizzati in marmo, e l’intero corpo in pietra calcarea, era sicuramente colorato all’origine, come buona parte della statuaria antica: lo testimoniano i pochi resti di pigmento blu, rosso e rosato ritrovati sulla sua superficie. La statua è alta 220 cm, manca della parte posteriore del capo e dell’avambraccio sinistro.
L’assenza di tali elementi impedisce un riconoscimento certo della divinità rappresentata, e ciò spiega le divergenze sorte al riguardo tra gli esperti. Nonostante le vicissitudini che hanno caratterizzato la storia recente di questa scultura, essa si presenta in ottimo stato di conservazione nelle rifiniture del corpo e ancor di più nel complesso e plastico drappeggio delle vesti .
L’imponente scultura, già trafugata dalla Sicilia e clandestinamente trasferita all’estero, fu acquistata dal Paul Getty Museum di Malibu in California, che ne fece bella mostra per circa vent’anni in una delle sue sale espositive; adesso, dopo le richieste ministeriali e le forti pressioni dell’opinione pubblica, è stata restituita all’Italia. La sua ricomposizione per l’esposizione è stata curata fin nei minimi dettagli dal personale tecnico specializzato del Paul Getty Museum – gli stessi che l’avevano disassemblata per il trasporto – insieme ai tecnici del Centro di Restauro Regionale e gli operatori del Parco Archeologico di Morgantina. 
La vicenda della statua, simbolo dell’immane saccheggio perpetrato negli innumerevoli siti archeologici italiani, ha avuto per la Sicilia centrale, la zona più depressa dal punto di vista economico, un effetto positivo se, finalmente, si pensa ad un rilancio di tutto il “polo culturale” comprendente il sito archeologico di Morgantina, il Museo di Aidone e la Villa del Casale di Piazza Armerina; tutta un’area che nell’antichità fu fortemente caratterizzata dai culti rivolti alle divinità ctonie e alla Dea Madre. Era questo l’immenso granaio, fertile e rigoglioso, posto al centro della Trinacria, scelto da Demetra come propria dimora, quando - lasciato l’Olimpo – “giunse” in Sicilia al seguito dei coloni greci venuti alla ricerca di nuove terre coltivabili. Tale mito dava forza e protezione ai Sicelioti, che, pur lontani dalla madrepatria, si sentivano vicini a una delle loro divinità più importanti. Il culto di Demetra fu il più forte e il più praticato nell’area di Pergusa e di Morgantina, e ci viene testimoniato dal numero incalcolabile di statuette fittili ritrovate presso gli altari e nelle aree sacre; l’iconografia più diffusa della dea la mostra con una fiaccola in mano mentre con l’altra stringe a sé un porcellino. Così il mito ce la ricorda, la madre che scende agli Inferi a cercarvi la figlia Persefone rapita dal dio Ade, e rischiara i propri passi con una torcia, portando con sé in dono un porcellino da sacrificare.
E non smette Demetra di cercare e d’invocare l’aiuto di Zeus, dimenticando intanto di far germogliare e fiorire tutta la vegetazione fino a quando non le viene accordato di portare con sé, ogni anno, per un certo periodo, la figlia sulla terra. Solo in quel momento, ogni anno, si perpetua il “rito” naturale della primavera.
 Che non sia Demetra, la Dea di Morgantina Sono tanti gli esperti che lo ritengono plausibile, anche se altri studiosi avanzano l’ipotesi che possa trattarsi di Venere o di Giunone. Intanto, nella home page del sito internet HYPERLINK "http://www.deadimorgantina.it/" www.deadimorgantina.it, troviamo alcuni versi dell’inno a Demetra, attribuito al grande Omero. E’ quindi questa l’ipotesi in atto più avvalorata.
A questo punto non rimane che intraprendere un breve viaggio alla volta di Aidone, per visitare quel Museo archeologico, ora arricchito dalla grande statua, dagli acroliti e dagli argenti anch’essi restituiti da Musei americani; e neppure trascureremo di raggiungere a qualche chilometro di distanza lo straordinario sito archeologico di Morgantina, luogo di provenienza della “Dea”.
Flora Rizzo, Presidente Archeoclub di Cefalù


L'Archeoclub di Cefalù felice del ritorno della Dea di Morgantina
Ecco il percorso fatto dall'Archeoclub di Cefalù per il ritorno della Venere arrivando alla manifestazione di oggi.
Il 17 dicembre 2006 al Municipio di Aidone in un incontro promosso dall'Amministrazione Comunale per il rientro della Venere.
Comunicato stampa fatto da Flora Rizzo, Presidente Archeoclub di Cefalù, emesso il il 19 gennaio 2007
Nel gennaio 2007 la nostra sede raccolse oltre 1200 firme per il rientro della Venere. (La raccolta presso i locali del Circolo Unione di Corso Ruggero).
Poi siamo andati a Roma al Teatro Margherita. Era il 26 febbraio 2007 quando l'Archeoclub Nazionale ha lanciato una campagna nazinale per il rientro in Italia della Venere di Morgantina.
Il 17 maggio 2011 la Venere di Morgantina, ora chiamata la Dea di Morgantina ritorna nella sua terra