Ricettazione di telefonini, individuata una banda di palermitani di origine calabrese
27 Aprile 2011, 15:55 - Polizia di Stat... [suoi interventi e commenti]
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La scorsa estate un negoziante di Cefalu’, titolare di un noto esercizio di elettronica e telefonia, aveva denunciato il furto di quattro telefoni cellulari ed altri oggetti informatici che avrebbe dovuto ricevere a mezzo di un corriere espresso, la “TNT”, per poterli vendere all’interno della sua attività.
Nel momento in cui ha aperto il pacco con grande stupore al suo interno non aveva trovato tutto quello che si aspettava ma soltanto pochi telefonini e, tra l’altro, di ridotto valore.
Le indagini, condotte dagli uomini della Squadra di Polizia Giudiziaria dell’Ufficio Controllo del Territorio del Commissariato di Cefalù, ufficio recentemente riorganizzato dal Dirigente Manfredi Borsellino in base a nuove direttive impartite dal Questore ZITO, articolatesi agli inizi negli interrogatori dei responsabili e dei magazzinieri della ditta di spedizione, la VODATEL con sede a Capaci, hanno avuto una svolta solo pochi giorni orsono quando, ultimato l’esame di centinaia di pagine di tabulati telefonici, i poliziotti sono riusciti ad individuare le celle a cui si agganciavano i telefoni cellulari rubati, gli intestatari delle schede telefoniche utilizzate (e associate agli IMEI dei telefonini), nonché i legami intercorrenti fra le persone che si ritiene coinvolte nel traffico di telefonini.
Informata la Procura della Repubblica di Termini Imerese si è allora proceduto contemporaneamente alle prime ore dell’alba ad eseguire perquisizioni e sequestri sia nel vicino capoluogo che in due città calabresi, tra gli oggetti sequestrati anche uno dei telefoni cellulari ricercati.
La lunga attività ha portato al ritrovamento e al sequestro di parte delle refurtiva poiché nell’ultimo periodo i possessori dei telefonini si erano già disfatti di alcuni oggetti, accorgimento questo che comunque non ha evitato loro di essere denunciati a piede libero per ricettazione.
Le persone indagate come ricettatrici dei cellulari mai giunti presso il rivenditore cefaludese risultano essere ben sette, tra cui due donne, e sebbene siano tutte palermitane il loro ceppo di origine è calabrese.
Trattasi di: B. S., palermitano, classe 81, residente a Palermo in via BC 19 n. 5, B. E., palermitano, classe ’69, residente a Palermo in via delle Pleiadi 25, B. M., palermitano, classe ’70, residente a Palermo in via Casale Settimo n. 1/C, B. D., palermitana, classe ’77, residente in via Casale Settimo n. 1/C, M. C., nato in Germania, classe ’79, residente a San Pietro di Caridà, provincia di Reggio Calabria, in via Puccini 2, M. A., di Gioia Tauro, classe ’80, residente a Laureana di Borrello in via Arno n. 12, e infine D. C. P., palermitano, classe ’70, residente a Palermo in via Aloi n. 29.
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