Festa 150 anni Unità d'Italia
19 Marzo 2011, 09:59 - Nicola Pizzillo [suoi interventi e commenti]
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Nell’ambito della conferenza organizzata a Cefalù dalle associazioni Forum, Civitas, Fuori Orario, Polis, Istituto d’Arte, ecco l'intervento del segretario del PD prof. Vincenzo Garbo, nella sua veste di associato Civitas. Egli ricorda il contributo di Cefalù al Risorgimento, anche di sangue, con la fuciliazione di Salvatore Spinuzza, si interroga sul ruolo futuro dell’Italia citando le parole del poeta Carducci.
A seguire vi è stato l'intervento del presidente del Forum delle Associazioni, dr. Luciano Luciani, che ha ricordato la figura di Giuseppe Garibaldi,come uomo di pace e non guerrafondaio, grande statista ed abile stratega, sia in Italia durante il Risorgimento, sia in sud America dove aiutò i popoli a rovesciare diverse monarchie, rendendo quegli stati liberi.
Molto interessante la relazione dello storico del territorio siciliano,Giuseppe Oddo, che ricorda il nostro martire del Risorgimento Salvatore Spinuzza, in riferimento alla della figura del Bentivegna, un barone di Corleone che organizzò una rivolta a Cefalù; secondo il suo pensiero l’unità d’Italia sarebbe potuta partire benissimo da Cefalù o da altri paesi siciliani, anziché da Quarto con l’epopea di Garibaldi, ad esempio nel ‘48 Francesco Oddo Bonafede di Gratteri ed dott. Salvatore Guarneri di Cefalù istigarono la rivolta dei Calabresi ma invano.
Sulla figura di Spinuzza, ci dice che era appartenente ad una famiglia di commercianti di olio, manna, noci, che fosse di statura bassa, come riportato nella sua sentenza di morte, si innesta a Cefalù, nasce nel dicembre del 1829 ma non è cefaludese, ha legami a Napoli e Palermo, ad appena 17 anni si accoda al repubblicano Giuseppe La Masa, poi diventerà per l’evoluzione storica italiana un monarchico-costituzionale, combatte all’interno della Sicilia contro i Borboni, aveva una una casa in contrada dietro Marina, luogo di convegno dei rivoluzionari di tutte le Madonie, Tusa , Gratteri, San Mauro, Gangi. Nel 1949 adotta un suo linguaggio convenzionale con cui si scriveva con gli altri rivoluzionari per preparare l’insurrezione siciliana a cui dovevano partecipare circa 30.000 persone, nel ‘51 Spinuzza viene imprigionato e portato a Patti, viene torturato assieme ai fratelli Botta, nel ‘56 si salvano miracolosamente, vengono liberati e ritornano al loro paese, questo grazie all’isolamento internazionale del Regno delle due Sicilie. I moti insurrezionali sarebbero dovuti scoppiare il 12 gennaio 1956, Bentivegna elude la sorveglianza della polizia, arriva a Cefalù per incontrare Spinuzza, parla con i fratelli Botta e Guarneri ed apprende della prigionia dello Spinuzza, così rinvia all’anno successivo, ci avrebbe riprovato sempre per il 12 gennaio 1957 ma poi decide di anticipare al 22 novembre 1956. I moti fallirono, Bentivegna fu catturato e condannato a morte nel dicembre del 1956, al dott. Salvatore Guarneri di Cefalù, arrestato, gli fu condonata la pena da morte in ergastolo, altri 5 cefaludesi si diedero alla macchia, i Borboni torturano allora tutti i familiari dei latitanti per estorcere confessioni. Il processo a Spinuzza finisce con la sua fucilazione (venne moschettato) il 14 marzo 1957 ma da questo episodio nasce la resistenza, infatti già ad aprile si ribellano gli uomini di Bentivegna (il 17 aprile 1960), questo consente la venuta di Garibaldi che quindi trova in Sicilia terreno fertile, tutti i rivoltosi, tra cui i Botta, divennero ufficiali garibaldini e si distinsero nelle diverse battaglie; i Siciliani non sono stati quindi liberati ma sono stati essi stessi artefici dell’unità italiana. Ricorda infine che le dolorose stragi di civili, come quella di Bronte, furono diverse in Sicilia e vicino a Cefalù si ebbero a Montemaggiore, a Tusa ed a Mistretta.
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Ai festeggiamenti "spontanei" dell'Unità d'Italia nella nostra città non poteva mancare l'inno di Mameli, che ho reperito in rete, ed è suonato dalla banda del Liceo artistico "Bianca Amato" dinanzi a tutti gli alunni ed al corpo docente tutti in piedi e con la mano sul petto, come si conviene in questo importante anniversario. VIVA L'ITALIA E TUTTI GLI ITALIANI
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